Misteriose figure barbute e vestite di scuro minacciano i bambini di cucir loro la bocca con un enorme ago: loro scappano e così la Befana può arrivare senza essere vista. Una tradizione che si perde nei tempi, ma che Pro Loco e Comune provvedono a custodire e tramandare.
di Angelomà.it
Ogni anno Il 5 gennaio nelle ore che precedono l’Epifania, Montescaglioso, in provincia di Matera, diventa il palcoscenico naturale della “Notte dei Cucibocca”, che è per i cittadini il segnale inequivocabile della fine delle Festività legate al Natale. Conclusione che ogni avviene in anticipo rispetto alla consueta e più conosciuta Epifania. E’ quella della notte del 5 gennaio la prima uscita dell’anno dei Cucibocca, che ritornano puntuali ad ogni Carnevale di Montescaglioso. Quest’anno per le avverse condizioni meteo l’appuntamento è stato posticipato di 24 ore, e a seguirlo per Angelomà c’era Giacomo Silvano, che con le sue foto che potete scorrere nella gallery a corredo di questa breve nota ha documentato l’appuntamento del 2019 di una tradizione misteriosa e ricca di simbolismi, che si tramanda da sempre. Ma cosa sono i “Cucibocca”? Sono misteriose figure vestite di scuro: abiti vecchi, spesso mantelli e cappotti in disuso, cappelli enormi, i visi coperti da finte barbe lunghe e incolte, che camminano per le strade del paese bussando a tutte le porte e chiedendo in cambio offerte. Il loro arrivo è preannunciato dal rumore di catene che tengono agganciate alle caviglie e che strisciando sulla via producono un rumore sordo e sinistro. Portano canestri e lanterne e in una manoi stringono un lungo ago, di quelli usati per cucire i materassi, con cui incutono paura e minacce ai bambini, che, per paura di vedersi cucire la bocca, corrono a mettersi al sicuro a casa, sotto le coperte: così la Befana potrà portar loro i classici doni, senza essere vista.
I Cucibocca rappresentano una tradizione unica in Italia la cui origine è oscura. Il corteo sfila in silenzio di notte, la gente si barrica in casa e lascia un’offerta, cibo e acqua per dissetare le anime arse dalle fiamme. Il misterioso corteo dei Cucibocca, sembra una rivisitazione della processione delle anime del Purgatorio. Sul sito dell’APT Basilicata si legge anche che il 5 gennaio si celebra San Simeone Lo Stilita, la cui caratteristica è rappresentata proprio da una catena spezzata. Le strane figure notturne ricordano anche il dio del silenzio egizio Arpocrate, raffigurato in un affresco nella Biblioteca abbaziale di Montescaglioso, il quale ha l’indice sulle labbra a indicare il silenzio. Dal 2015 l’evento è stato recepito nella lista del “Patrimonio Culturale Intangibile della Regione Basilicata” e la maschera è rientrata nella Rete delle Maschere demoantropologiche della Lucania in riferimento al Carnevale Montese. Ma i Cucibocca sono anche associati alle anime dei defunti. Si crede infatti che essi tornino tra i vivi dal Purgatorio e si dirigano verso le case dove hanno vissuto. Un’altra suggestiva credenza vuole che in questa notte gli animali riacquistino il dono della parola: la richiesta incessante di silenzio, da parte delle figure mascherate, indica la volontà da parte degli animali di essere, ascoltati e liberi dalla prepotenza costante dell’uomo. Si spezzano così le catene della privazione e si inverte l’ago della bilancia. Il corteo dei Cucibocca parte dal Monastero di San Michele, illuminato, che è teatro della vestizione dei Cucibocca che proprio dal Monastero iniziano il loro corteo per le strade del paese, fino a giungere in Piazza Roma, dove la tradizione vuole che si consumino i nove bocconi del Cucibocca. A perpetuare la tradizione sono Pro Loco e Amministrazione Comunale in stretto rapporto sinergico: è un bene immateriale troppo prezioso perché vada perso, e anche Angelomà, con Giacomo Silvano, vuol dare il suo contributo alla conservazione della tradizioni, beni preziosi da custodire gelosamente.
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