Figlio di chiaromontese, si laureò alla National Academy of Design prima di approdare alla Warner & Bros. Ha vinto l’ Oscar insieme a Chuck Jones. La scoperta proprio durante le Giornate del Cinema di Maratea
di Angelomauro Calza
E’ davvero una coincidenza, giuro, che questa storia venga fuori proprio durante le Giornate del Cinema di Maratea, ma si tratta di una scoperta, fatta insieme all’artista Franchino Ricciardi, che riguarda il mondo del cinema che gratifica la Basilicata e Chiaromonte. Ecco la storia. Mastro Paolo Maltese a Chiaromonte lo ricordano ancora: per tutti era ed è rimasto “U’ Tickt” e si vantava di non aver mai lavato i suoi capelli: li curava passandoci sopra ogni tanto dell’alcool e tanto bastava, però – ironia della sorte – campava mandando avanti una bottega da barbiere dove oltre a fare barba e capelli eseguiva anche piccoli interventi chirurgici, sulla scorta di come ci viene tramandato in tanti film western dove i titolari di un “barber shop” erano anche i cerusici della città: l’estrazione di un dente, l’incisione di un brufolo troppo grosso, il taglio di un’unghia incarnita. Così gli sembrava di essere in America: a Chiaromonte aveva importato un po’ di Brooklyn perchè così erano le botteghe dei barbieri nei quartieri più popolari di New York e di altre grandi città americane. Essì, che Mastro Paolo “u’ Tickt’” in America e a New York aveva vissuto tanti anni, e il suo soprannome deriva proprio dall’americano: da lui si pagava “u’Tickt” – come chiedeva alla gente – il biglietto, dopo essersi avvalsi dei suoi servigi, probabile antesignano del “ticket” che paghiamo oggi per avvalerci di alcuni servizi sanitari.
Solo che lui in America era emigrato giovanissimo in cerca di fortuna mai trovata come pugile: non riuscendo a diventare professionista ritornò a Chiaromonte, dove il 24 gennaio del 1924 sposò Carmela Maria Salvatrice Chiorazzi.
In America però aveva lasciato un figlio, Michael, nato il 6 febbraio 1908: la fortuna che non aveva trovato lui, arrise a Michael che diventò una vera e propria celebrità nel mondo del cinema. Cinema, sì, ma un cinema molto particolare che iniziò a prendere piede proprio nei primi decenni del ‘900: i cartoons. Dopo essersi è laureato alla National Academy of Design, nel 1941 la Leon Schlesinger Productions, che divenne poi Warner Bros Cartoons, lo assunse come sceneggiatore: il suo primo cartoon fu The Haunted Mouse, antesignano dei futuri cartoon di “Tom e Jerry”, ma fu anche sceneggiatore di Porky Pig.
Fece per anni coppia fissa con il regista Chuck Jones, e insieme hanno anche vinto un Oscar con il cartone animato “For Scentimental Reasons”, pubblicato nel 1949, e un altro lo vinse la Warner Bros, nella stessa edizione, con il documentario animato sulla salute pubblica, “So Much For So Little”, in cui mise lo zampino. Mike Maltese fu anche la voce di Lou Costello in “Wackiki Wabbit”, un cortometraggio del 1943 con protagonista Bugs Bunny. Alcuni dei suoi cartoni animati più noti sono quelli che vedono protagonisti, oltre Bugs Bunny, anche Beep beep e Duffy Duck, sempre con la sua sceneggiatura in simbiosi con la regia di Chuck Jones. Ha firmato anche “Here Today, Gone Tamale”, per la regia di Friz Freleng, con Speedy Gonzales, unica sceneggiatura da lui scritta con protagonista il topo più veloce del mondo. Maltese ha anche collaborato con Jones su Tom e Jerry. Poi dal 1958 al 1970, ha lavorato per Hanna & Barbera Productions in cartoni televisivi come Quick Draw McGraw, in italiano Ernesto Sparalesto, I Flintstones e The Jetsons, I Pronipoti. Maltese ha anche realizzato sceneggiature per fumetti pubblicati dalla Western Publishing, inclusi molti degli stessi personaggi di Warner Brothers e Hanna-Barbera di cui ha scritto sceneggiature animate. Sue anche le collabobrazini sempre con Chuck Jones negli anni ’60 ai cortometraggi teatrali di Tom e Jerry. Nel 1954 e 1955, Maltese lavorò anche alla Walter Lantz Productions come scrittore di alcuni cartoni di Woody Woodpecker (Picchiarello) ed è stato anche lo sceneggiatore del cortometraggio teatrale candidato nel 1955 al premio Oscar “Chilly Willy, The Legend of Rockabye Point”, diretto da Tex Avery.
Ecco, questo era il figlio di Mastro Paolo U’ Tickt, di cui il pugile-barbiere-chirurgo parlava, solitamente mentre mimava una difesa e un uppercut, una barba e un taglio alla Umberto, dicendo che “in America ho un figlio famoso e ricco che disegna cartoni”. Lui, Mastro Paolo, morì nel 1974, il figlio, Michael, il 22 febbraio di 7 anni dopo, nel 1981.