Va ringraziato questa volta il sociologo che strumentalmente prese Chiaromonte a simbolo del Mezzogiorno per dimostrare le sue teorie. Un progetto che vede la compartecipazione di diversi soggetti pubblici e privati: tutti insieme per la valorizzazione turistica e culturale dei territorio. Alla faccia del sociologo! (che però se non veniva proprio nominato… era meglio)
dal sito del Comune di Chiaromonte
Dalla Cattedra di Agricoltura alla Montegrano di Banfield. Luoghi, percorsi e narrazioni della memoria di Chiaromonte: questo il titolo del progetto che il Comune di Chiaromonte ha candidato in risposta all’Avviso Pubblico relativo alla selezioni di interventi finalizzati alla riqualificazione e valorizzazione turistico-culturale dei Comuni delle regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia del MIBACT e scaduto lo scorso 29 giugno.
Obiettivo dell’Avviso è il rafforzamento dell’attrattività dei borghi e dei centri storici attraverso progetti innovativi che promuovano processi di integrazione tra risorse territoriali, attori pubblici e privati coinvolti nella gestione partecipata delle azioni di valorizzazione culturale e favorire così la gestione integrata e sostenibile del patrimonio culturale a diversa titolarità pubblica, anche attraverso forme di partenariati pubblico-privati.
Con lo scopo finale di favorire percorsi di sviluppo locale e processi imprenditoriali che possano accrescerne occupazione e attrattività.
La proposta progettuale Dalla Cattedra di Agricoltura alla Montegrano di Banfield. Luoghi, percorsi e narrazioni della memoria di Chiaromonte intende recuperare e mettere a valore l’identità, materiale e immateriale, di ruralità diffusa e contribuire, così, al rafforzamento della competitività di Chiaromonte come destinazione di turismo rurale.
“Gli interventi previsti, infatti, intendono contribuire – spiega il sindaco Valentina Viola – al destination branding di Chiaromonte come fonte di vantaggio competitivo per attrarre turisti, imprese, investimenti, e per trovare nuovi mercati dove esportare. Il progetto, in sintesi, mettendo in rete luoghi e segni della memoria rurale di Chiaromonte, intende recuperare l’identità culturale locale, perché possa diventare un prodotto turistico integrato e strutturato, pronto alla promo-commercializzazione, capace di incrociare la crescente domanda turistica del target rurale”.
Questa forma di turismo, infatti, incentrandosi sulla valorizzazione del potenziale endogeno nelle sue componenti materiali e immateriali, determina un rafforzamento del senso di appartenenza della comunità locale e ne fa la protagonista attiva e partecipe dei processi di sviluppo locale.
Due sono le principali caratteristiche fondanti della proposta: la dimensione di ruralità diffusa (il Podere della Cattedra di Agricoltura, le pratiche e l’economia agraria dei monaci cistercensi del Complesso monastico di Sagittario, il valore antropologico della teoria del familismo amorale elaborata da Banfield) e la cittadinanza temporanea attraverso il pieno e consapevole coinvolgimento della comunità locale nella presa in carico del proprio patrimonio culturale.
Cinque le tipologie di interventi previste: a) messa in valore del patrimonio culturale (Restauro della Cattedra di Agricoltura; Rete virtuale di integrazione tra luoghi della cultura rurale e della tradizione; Museo virtuale e game); b) Recupero e allestimento di un itinerario tra i luoghi di Banfield (Ecomuseo del familismo amorale); c) Costruzione della rete dei servizi per la valorizzazione turistica del patrimonio culturale (Marchio per la certificazione di qualità culturale e ambientale della destinazione turistica; completamento del circuito di ippovie/ciclovie di raccordo al centro storico e Parco delle cantine; Sistema informativo territoriale; consolidamento di esperienze di scambio tra “comunità dei luoghi” e “comunità culturali” nazionali e internazionali (università, centri ricerca, reti imprese); d) implementazione di un modello di gestione partecipata attraverso un format formativo/informativo che coinvolga il territorio e i suoi attori principali (scuola, terzo settore, cittadinanza attiva).
Numerose le manifestazioni d’interesse e il supporto che il progetto ha ricevuto in fase di candidatura: Cattedra UNESCO in “Mediterranean Cultural Landscapes and Communities of Knowledge” Università degli Studi della Basilicata, Osservatorio Scientifico Regionale “E. Banfield” per la salvaguardia del patrimonio etnoantropologico della Basilicata, ASD Correrepollino, Pro Loco Le Torri, Forum Regionale dei Giovani di Basilicata, ConUnibas, Universosud, Domotica e Automazione GSA, Associazione di volontariato per i disabili – onlus Angelo Custode, Agoraut associazione culturale di informazione territoriale, Associazione Amici del Sambuco.