Dopo la riunione del Cug di mercoledì, Gabriella Di Michele ha partecipato insieme al Presidente del Civ, Guglielmo Loy, ai lavori di presentazione del documento che riassume l’attività svolta in Basilicata dall’Istituto,
di Angelomà
Una due giorni tutta materana quella del Direttore generale dell’Inps, Gabriella Di Michele, ad oltre vent’anni di distanza dall’ultima visita in Basilicata di un suo predecessore. Dopo essere stata presente presso la Camera di Commercio ed aver dato il proprio contributo mercoledì alla riunione del Comitato Unico di Garanzia, che a livello nazionale è presieduto da Maria Giovanna De Vivo, ieri a Palazzo Lanfranchi ha partecipato ai lavori di presentazione del Bilancio Sociale 2017 dell’Inps di Basilicata insieme al Presidente del CIV, Guglielmo Loy.
Il saluto introduttivo è stato del Presidente del Comitato regionale di Basilicata, Domenico Senzatela, che ha ricordato come “120 anni fa, dal sangue dei lavoratori, dopo la repressione di Bava Beccaris, nacque L’Inps”. Si è quindi soffermato sulla necessità di cambiare la Governance nazionale dell’Istituto per poi stigmatizzare la carenza di organico anche nelle sedi territoriali e, a livello locale, ha posto in luce il trasferimento in nuovi locali in comodato d’uso dell’Agenzia di Villa d’Agri ed annunciato i prossimi trasferimenti in locali dell’Inail delle Agenzie di Melfi e di Lagonegro a canone agevolato.
Il Direttore regionale, Maria Giovanna De Vivo, ha rievocato i 120 anni dell’Inps al servizio dei cittadini, rilevando il grande contributo dato alla storia del Paese nei grandi valori della protezione sociale e del welfare. Ha quindi illustrato il Bilancio sociale 2017 evidenziando le dinamiche socio economiche del Paese e della regione e dando voce ai dati sulle aziende, sulle entrate, sulle prestazioni erogate ai diversi utenti. Ha ringraziato poi gli stakeholder e il personale delle Sedi
(ridotto di quasi il 10 per cento nell’ultimo triennio) per l’impegno profuso nel far fronte alle nuove richieste intervenute nel 2017, come l’Ape sociale, l’Ape volontaria, il ReI. Le nuove prestazioni hanno potenziato il ruolo consulenziale e la necessità di interagire con altre amministrazioni. Ha concluso nella consapevolezza che lavorando insieme, sentendosi parte di una stessa squadra, è possibile rendere sempre un miglior servizio all’utenza!
La Direttrice del Polo Museale, Marta Ragozzino, che ha ospitato l’evento nella storica cornice di Palazzo Lanfranchi, nel suo saluto ha sottolineato l’importanza che la cultura faccia rete anche con le Istituzioni, e la manifestazione che l’Inps ha organizzato all’interno di un Museo, nella città che tra sei mesi sarà per un anno la Capitale europea della cultura, rafforza la rete tra le amministrazioni.
Il Presidente di Confindustria Basilicata, Pasquale Lorusso, ha sottolineato l’importanza strategica di una rete sinergica tra le Istituzioni e le aziende, a beneficio di una crescita complessiva del tessuto economico regionale. Paolo Laguardia di Noi Basilicata ha invitato a riflettere sul tema delle pensioni ed una eventuale, ulteriore revisione del sistema avvertendo che non deve sfuggire il dato della differenziazione tra pubblico e privato, e che bisogna trovare delle alternative al fatto che il PIL sia prodotto per il 70 per cento dal Pubblico.
Piergiorgio Quarto, Presidente regionale della Coldiretti, ha posto l’accento sulla necessità di ricostruire dei meccanismi per meglio garantire la legalità, condizione fondamentale per far sì che anche l’agricoltura possa ritornare ad essere a tutti gli effetti settore trainante dell’economia. Il segretario regionale della Cgil, Angelo Summa, ha esordito facendo notare come negli ultimi anni il Mezzogiorno non abbia saputo operare per invertire la tendenza che ha visto dirottati verso il Nord tutta una serie di investimenti con i Fondi Europei non adeguatamente utilizzati dalle regioni meridionali. Ha richiamato anche il “privato”, che, a suo dire, deve essere più dinamico nel porre al centro del tavolo delle trattative le sue prerogative per uno sviluppo sinergico della regione. “C’è bisogno – hadetto – di una voce autorevole del mondo delle imprese, e l’Inps deve essere elemento di cerniera delle classi sociali, per dare robustezza allo Stato, perché l’Istituto è incrocio di assistenza, previdenza e bisogni”. Infine ha elogiato i dipende
nti lucani dell’Inps, che ha definito “tra i migliori d’Italia per risultati, disponibilità e qualità del lavoro”. Enrico Gambardella, segretario regionale della Cisl ha parlato degli indicatori economici che testimoniano la fragilità di un sistema complesso che si basa quasi esclusivamente su “automotive” e “oil”, mentre il turismo è ancora una blanda realtà, ed anche in agricoltura si parla di “crisi di sistema”. Per Gambardella quindi l’Inps deve essere il principale interlocutore, in quanto sintesi di tutti i soggetti istituzionali. Secondo il segretario regionale della Uil, Carmine Vaccaro, “proprio al sindacato tocca ribadire e rafforzare i valori dell’Inps, perché così facendo si rispettano anche i lavoratori che operano all’interno dell’Istituto”. Proprio i numeri – ritiene – dimostrano l’importanza strategica dell’Inps sul territorio, numeri che giustificano sempre più pari dignità tra Istituzione e forze sindacali nella concertazione. Il direttore Generale, Gabriella Di Michele, ha evidenziato il valore aggiunto di una organizzazione come l’Inps, nel saper dare comunque delle risposte anche a fronte di una grande mole di nuove prestazioni sociali introdotte da evoluzioni legislative e a fronte di una riduzione di personale rileva che con la presentazione del bilancio sociale l’Istituto si mette in mostra rendicontando sui dati e sulle diverse prestazioni erogate ai cittadini. Ad ogni richiesta del Sistema Paese l’Inps risponde. “Il blocco del turn over – ha sottolineato poi il DG – ha caratterizzato
l’Istituto in maniera particolarmente drastica, perché oggetto di progressivi processi di mobilità del personale, anche con l’incorporazione di alcuni Enti, con personale più anziano: quindi più cose da fare con meno persone e con una richiesta che viene dall’esterno che chiede qualità sempre maggiore”. Nonostante gli indicatori di misurazione della performance siano in costante crescita, si sta verificando che la qualità percepita all’esterno peggiora, così come dalle indagini di customer experience. Il cittadino richiede la “presenza fisica”, per una celere la risoluzione di un problema. “Noi invece – ha detto il Direttore generale – ci siamo blindati per lavorare, per far fronte a tutta la mole di lavoro, per rispondere a grandi quantità di richieste”. Ma come fare allora per risolvere questo circolo vizioso? Come modificare prodotto e processo per andare incontro alla qualità del servizio? Il Direttore generale ha annunciato che l’Istituto lancerà un progetto di Customer per intervenire sulla qualità percepita e capire i bisogni dei cittadini e intermediari. Necessita una messa a sistema di una serie di interventi necessari in termini di organizzazione, di informatica, di relazioni con il pubblico”. Ha concluso chiedendo proprio, a partire dalla Basilicata, di migliorare l’approccio con il pubblico. Infatti la performance del dirigente sarà centrata anche sul come si è in grado di rispondere alla domanda di servizio.
Le conclusioni dei lavori sono state affidate al Presidente del Civ, Gugliemo Loy che ha esordito evidenziando come “solidarietà, welfare e protezione sociale se non hanno una declinazione percepita e anche verificabile, restano solo parole: chi opera in maniera solida nella società ha il compito di mantenere saldo un principio fondamentale, quello della concretezza. E per essere concreti e attivi, per cercare di cambiare in meglio le cose, per renderle migliori bisogna comprendere i cambiamenti, ragionare e domandarsi perché molte persone nonostante i dati, i numeri, le statistiche, hanno la sensazione di stare in condizioni negative”. Loy ha quindi lanciato un allarme: “Tutte le Istituzioni ancorate alla Costituzione rischiano di essere sottoposte a una pressione per la quale si travolge tutto attraverso l’assioma “sto male quindi è colpa dello Stato”, e nello Stato ci si mette tutto. Non c’è niente di più esposto dell’Istituto al momento. L’inps sta insieme solo forse alla sanità e alla scuola. Credo che di fronte ad una analisi del genere l’Istituto, nella sua interezza, e ciò che ruota intorno hanno il dovere di comprendere questo processo. In pochissimi anni, pochissimi mesi – ha detto ancora Loy – l’Inps si è trovato a gestire centinaia di migliaia di utenti, spesso nuovi e quindi fuori dall’archivio storico dell’Istituto, in cui il legislatore ha sostanzialmente detto: “andate là che vi daranno qualcosa”: il bonus mamme, i tirocini, il Rei, l’Ape, l’Ape sociale, e quindi a 30 milioni di persone se ne sono aggiunte centinaia di migliaia a fronte non solo di risorse invariate, ma addirittura ridotte in termini di strumentazioni, risorse umane e sostegno da parte del legislatore. “Questo processo – ha detto il Presidente del CIV – rischia di produrre un punto di rottura che dobbiamo assolutamente evitare: nel momento in cui le persone percepiscono che lo Stato (non l’Inps) non è in grado di erogare un diritto previsto per legge, si mette in discussione la credibilità dello Stato, e non mi pare questo un clima adatto, non c’è un grande spirito di compartecipazione dei cittadini alle vicende del Paese. Noi – ha concluso Loy -dobbiamo lanciare un allarme, ciascuno per le proprie funzioni all’interno e all’esterno dell’Istituto: quindi c’è una parte gestionale, ma c’è anche il mondo che collabora attivamente alla vita e alla crescita dell’Istituto. Così ha concluso: “non è più il tempo che un glorioso passato è una assicurazione per un buon futuro”.