Un tempo si faceva fatica anche solo a nominare la città lucana. Ora invece, grazie alla voglia di esorcizzare una vecchia diceria, è diventata un centro di aggregazione che raccoglie decine di migliaia di turisti ogni estate.
di Basilicatadiscover
Colobraro è un piccolo comune di poche migliaia di abitanti in provincia di Matera, si trova sul un colle dell’appennino Lucano a 686 m.s.m.
Il nome Colobraro deriva dalla parola latina coluber=serpente, in quanto luogo infestato dai serpenti detti scorzoni, la specie non velenosa più lunga di tutta l’Europa, può tranquilla mente arrivare a 1,5 metri, sono stati ritrovati esemplari anche di 2 metri.
La fondazione di Medioevale
La fondazione del paese risale secondo alcune fonti al XI secolo, data di fondazione del Cenobio Basilicano di Santa Maria di Cinofrio, secondo altre fonti storico dalla costruzione del Castello nel XII secolo.
La fama di Colobraro deriverebbe dalle ricerche dell’antropologo Ernesto De Martino, tra il 1950 e il 1957 mirate a capire i rituali magici praticati in molti borghi della Basilicata ed in particolare qui.
Colobraro da decenni soffre di una credenza popolare: “Porta sfortuna”.
Decine sono gli aneddoti ormai classificabili a vere e proprie leggende metropolitane che il tempo ha portato a arricchirsi di particolari sempre diversi e mai realmente riscontrati. Fra questi, ad esempio, quello di un notabile del posto che negli anni Cinquanta, in un’assemblea politica provinciale, sfidò la sorte per dimostrare la propria sincerità: “Dico la verità, cascasse un lampadario”. E leggenda vuole che il lampadario sia cascato davvero.
Un tempo si faceva fatica anche solo a nominare la città lucana. Ora invece, grazie alla voglia di esorcizzare una vecchia diceria, è diventata un centro di aggregazione che raccoglie decine di migliaia di turisti ogni estate.
Come la Jella ha portato fortuna a Colobraro
Da allora quella nomea perseguitò Colobraro, fino all’intuizione nata sette anni fa: sfruttarla per promuovere la città, pur senza nominarla. ‘Sogno di una notte a quel paese’ è la manifestazione che lo scorso anno ha attirato a Colobraro 18.000 persone.
“L’organizzazione è del Comune – racconta il sindaco, Andrea Bernardo – ma è l’intero paese a essere coinvolto, assieme ad alcuni attori”. I visitatori ricevono un amuleto anti jella al loro ingresso e vengono guidati attraverso un percorso fatto di video, mostre e soprattutto uno spettacolo teatrale itinerante per le strade del borgo.
Ogni martedì e venerdì fino al primo settembre prossimo. “Così raccontiamo le nostre origini partendo dagli studi dell’antropologo Ernesto de Martino – continua il primo cittadino – e le tante storie di magia lucana, riti, fattucchiere, lupi mannari, streghe e folletti.
È una maniera istruttiva per attirare turisti, ma anche molto divertente”. E il successo è confermato dai numeri: Colobraro nel 2016 è stato il macro-attrattore lucano più visitato. Con una straordinaria dose di auto-ironia e di grande riscatto popolare
Questo Borgo è noto anche come il paese della “Magia” ove aleggia un alone di mistero e dove ogni estate si può vivere un “Sogno” di antiche credenze e superstizioni come i Monachicchi, masciare Fattucchiere, lupi mannari.
Questo borgo vi affascinerà per i panorami tra Monti e mare, alle chiese medievali e al castello, col suo caratteristico centro storico, ultimo ma non meno importante le eccellenze enogastronomiche .
Il tutto da una calorosa accoglienze delle genti lucane, tipica della sua regione.
Un luogo affascinante che vi rapirà.