Barile è una delle 5 comunità “Arbereshe” presenti in Basilicata, frutto cioè di un’antica migrazione proveniente dall’Albania. Questo fenomeno risale al 1466, anno in cui queste popolazioni lasciarono il loro Paese per sfuggire alla tirannia ottomana, stabilendosi poi in alcuni punti del sud Italia.
A Barile, come nelle altre realtà arbereshe, persistono ancora lingua, cultura e tradizioni a testimonianza di un grande passato e un forte attaccamento con le sue radici.
Barile non è famosa solamente per la sua Fontana dello Steccato. Una delle attrazioni principali di questo paese infatti è il “Parco Urbano delle Cantine”. Qui sono situate ben 108 cantine interamente scavate nel tufo. Siamo nel Vulture e il vino prodotto in questa zona è l’Aglianico DOCG, vino di punta dell’enologia lucana.
Nel mese di agosto a Baril si tiene la maifestazione “Cantinando”. Suggestiva è la processione in costume del Venerdi Santo: la Madonna Addolorata va alla ricerca di Gesù, mentre il popolo canta “Sole e Sullia”.I personaggi pagani della zingarella e del moretto si mescolano al rito cattolico.
Nel mese di Ottobre si tiene la manifestazione enogastronomica “tumar me tulez”, che prende il nome dal tipico piatto della cultura albanese preparato con tagliatelle di grano duro condite con un sugo alle noci emollica di pane frittanell’olio caldo di olio di Oliva.
Il 24 giugno, nel giorno di San Giovanni, si tiene la festa del “Battesimo delle Bambole”. Le ragazze di Barile abbracciano le pupattole e una volta giunte a piazza San Pietro scelgono per le bambole il compare (padrino) e la comare (madrina) di Battesimo. Poi i due pronunciano la formula battesimale in dialetto italiano e albanese “Pup di san Guiann Battezzam sti pann so battezzat, Ruttu cumpar sim chiamat”.