Di Natale Pasquino
Pare che il ruolo del giornalista sia sempre più delicato oggi che i social danno pariteticamente voce a tutti.
Quel lavoro di selezione di notizie e punti di vista del caro vecchio giornalista portava al pubblico prodotti filtrati, e quando ciò non era fatto bene si poteva additare o accusare il giornalista stesso di aver fatto disinformazione.
Con l’avvento dei social informazione e disinformazione camminano anche per mano di ignare persone che, quando va bene, si presentano con profili veritieri e con nome e cognome.
È successo in questi giorni che qualcuno si sia sentito in diritto di diventare giornalista, ma anche giudice e addirittura Padre Eterno.
Il fatto di cronaca vede un incidente stradale avvenuto in via Cavour a Potenza con un anziano investito e un giovane datosi alla fuga dopo l’impatto.
Via Cavour, luogo dell’incidente
Dopo l’accaduto sui social qualcuno si è attivato per far girare voce, per lanciare un appello a chiunque abbia visto qualcosa e fosse in grado di dare informazioni utili. Di lì è stato inevitabile l’arrivo dei commenti.
In un primo momento a chi chiedeva quali fossero le condizioni dell’anziano è subito arrivata una risposta quantomai sicura: è morto sul colpo. Fortuna che dopo poche ore qualcuno è arrivato a precisare che l’anziano è stato portato in ospedale in codice rosso.
Poi si è riusciti ad aggiungere un altro dato alla notizia, il giovane automobilista si era presentato spontaneamente in Questura nella serata dell’incidente, dove poi è stato denunciato per lesioni e omissione di soccorso. Qui si è argomentato sull’utilità di prestare i dovuti soccorsi sul momento, per evitare appunto la denuncia per omissione di soccorso.
C’è stato chi ha accusato l’automobilista del fatto che stesse usando il telefonino, scatenando la conseguente discussione: ma allora questo qualcuno lo ha visto? E se lo ha visto, perchè non si è comportato di conseguenza invece di scrivere su Facebook? Oppure non lo ha visto, come è più probabile che sia stato, e allora perchè accusarlo di cose che non ha visto?
Infine arriva però il classico e definitivo commento, quello che fa capire quanto sia sottile la linea di confine e quanto i social abbiano messo tutto e tutti sullo stesso piano. Qualcuno ha scritto “il rimorso lo perseguiterà per la sua breve esistenza”.
In un breve susseguirsi di commenti abbiamo potuto notare tutta la fenomenologia relativa ai social e alle notizie quando quest’ultime vengono date quasi in diretta. Siamo passati dalla mera disinformazione, l’anziano è morto, a commenti più logici e ragionati, evitare l’omissione di soccorso, per poi arrivare all’inevitabile sentenza o augurio di breve vita per il guidatore dell’auto.
Angelomà vuole rivolgere un augurio particolare all’anziano che pare essere fuori pericolo anche se con una lunga prognosi.
Lo stesso augurio è rivolto anche all’automobilista che, seppur con ritardo, ha ragionato verso il giusto.
Dei commenti e della tribuna che puntualmente si scatena sui social cosa possiamo dire? Beh, ormai pare essere il sale che condisce ogni esperienza quotidiana, per cui ok, fa parte del gioco.