“Il problema non è il contenitore, ma il contenuto. Non è la formula, non risolvi se cambi il nome o il logo. Se metti ‘Fronte repubblicano’ invece che ‘Pd’. Il problema è cosa fa il Pd. Per me va bene il Pd. Ma se sotto ci fosse scritto ‘Pse’, sarebbe anche meglio”. Gianni Pittella a margine della presentazione in Senato del suo libro “Il più bello dei mari è quello che non navigammo. Per una politica autentica e appassionata”, tira una bordata a chi parla di andare “oltre il Pd” per prepararsi alle prossime elezioni. Il Pd deve “litigare di meno” e ricominciare riconquistando “i più umili e i meno abbienti”, guardare “la disperazione delle periferie”. “Al Sud – incalza – un milione di famiglie è in stato di povertà. Ci sono a Milano 25mila bambini che vivono di rifiuti presi dall’immondizia. Queste sono le questioni sociali di cui noi ci dobbiamo occupare, non di chi fa il segretario e chi no”. “Il Pd deve elaborare il lutto e deve capire che oggi dobbiamo riconquistare il nostro popolo scendendo nelle piazze, andando nelle industrie, parlando con i disoccupati, ridando fiducia e speranza e evitando di fare un corpo a corpo con gli avversari ogni giorno, facendo il controcanto”. “Loro governino, a noi l’opposizione in maniera dura, pura e costruttiva, poi si troveranno davanti alle contraddizioni tra cosa dicono e cosa potranno fare”. “Noi – sottolinea – dobbiamo pensare a una prospettiva di medio periodo che parta da una grande alleanza tra merito e bisogno. Va affrontata la questione dei diritti civili, accanto a quella dei diritti sociali”. Perché “non possiamo essere una sinistra radical chic”.(ANSA)