Azione, buona la prima. Marcello Pittella ragiona da Leader anteponendo gli interessi collettivi alle gratifiche personali. Assente il segretario del PD, in sala tra gli altri Braia, Zullino e Cannizzaro

di Angelomauro Calza

Sì, tutti aspettavano Marcello Pittella, non erano certi andati per sentire cosa aveva da dire il girovago politico Paolo Laguardia! Lo avevamo detto e così è stato. La sala del Park Hotel si è riempita piano piano: embè si sapeva che l’ex Presidente della Regione avrebbe parlato alla fine, a che pro giungere in anticipo? Però il rispetto ha portato comunque ad essere presenti sin dalle battute iniziali alcuni rappresentanti di altri partiti, Braia in primis: si sa, i rapporti con Polese non sono idilliaci, e il Consigliere era a Bruxelles (vuoi vedere che con la scusa della scuola politica sta facendo un pensierino anche all’Europa?) e nessuno potrà mai sapere se sarebbe stato presente senza l’impegno europeo, ma la presenza del materano lascia aperta la porta a intese tra partiti piuttosto che a screzi personali da sanare. A far rumore l’assenza del segretario regionale del Partito Democratico: Lettieri non c’era. E non c’erano neanche Margiotta e De Filippo, che però hanno mandato i loro fedelissimi, Telesca e Falotico: significherà qualcosa? Non vuol dire nulla? Oh, però meglio tenere un piede dentro in qualche modo che restare fuori dall’inizio, no? E però per il PD ci stavano sia Marrese che Cifarelli: Matera sì, Potenza no? No, dai, non scadiamo nel campanilismo sterile! E c’era Trerotola. E c’era anche Zullino insieme con Mussuto, Pietrantuono, Cannizzaro e Smaldone. Significativa la presenza dell’ex senatore Cinquestelle De Bonis: che ci faceva là? Poi a un certo punto Pittella nel suo intervento dice “Ci sono molte cose che mi accomunano a Forza Italia, molte meno alla Schlein”. Ed ecco che allora spunta un altro punto interrogativo sulla presenza di Michele Casino, che è lì come Assessore, vero, ma è anche uno dei big di Forza Italia in Basilicata. E anche quella di Moles, che anche se ha precisato di partecipare in veste di Amministratore delegato di Acquirente Unico e non come rappresentante degli Azzurri non può non far pensare. E a un certo punto spunta in sala anche Franco Cupparo (fammi sentire cosa dice Marcello avrà pensato). Oh, si può dire quel che si vuole, ma la voce ricorrente è che Forza Italia resterà unita e compatta fino alle Europee, non può disperdersi così ora, ma subito dopo qualcosa accadrà, ed è bene guardarsi intorno e non chiudere le porte a nessuno, soprattutto perché in Piemonte per esempio si voterà a giugno in contemporanea sia per le Regionali che per l’Europa: il simbolo se c’è per Bruxelles deve esserci anche per le Regionali, ma poi? Di certo però Pittella non verrà mai a patti con Bardi, quindi se Forza Italia si renderà disponibile lei a venire a patti con Pittella bisognerà trovare per tempo una nuova sistemazione al generale, oppure le interlocuzioni interverranno a titolo personale. Il fatto è che se pur fosse vera la voce che circola da qualche mese che Berlusconi in cambio della non ricandidatura avrebbe promesso al Presidente Bardi il sottosegretariato alla Difesa o un posto in Finmeccanica (sono voci, sia chiaro, niente di comprovato, quindi solo pettegolezzi e fantapolitica) ora che Berlusconi non c’è più chi è che garantisce per lui? E stesso discorso per la Casellati: sì, Berlusconi l’ha nominata Commissario in Basilicata, ma non certo tra gli entusiasmi e gli applausi dei locali, anzi, piuttosto tra malumori e mal di pancia, quindi ora cosa accadrà? Ecco che allora una intesa con Azione e Pittella potrebbe rappresentare per molti una soluzione ottimale. Intanto Pittella ha lanciato il suo proclama: “tutti coloro che vogliono fare il Presidente si faciano avanti, non c’è problema”: come a dire che lui stesso lo vorrebbe, ma per il bene del partito e della coalizione e per riaffermare il ruolo di un vero leader, se gli eventi dovessero renderlo necessario e indispensabile lui un passo di lato lo farebbe senza tema alcuno. La riproposizione di quanto accaduto nel 2018? Quando rinunciò alla ricandidatura pretendendo però il diritto di individuare il candidato scegliendo Trerotola? Sì, più o meno, ma le situazioni sono completamente diverse.

Marcello Pittella

Allora bisognava riaffermare un ruolo e pretendere una sorta di risarcimento anche e soprattutto morale proprio dai suoi compagni di partito, che non avevano saputo mettere a frutto la sua rinuncia ad ottobre: dopo mesi di scaramucce non si era riusciti nel PD a trovare la quadra, tanto da costringerlo a ritornare in campo. Ora si tratterebbe di raffermare un ruolo politico e strategico, non risarcitorio, ma ugualmente imperativo a fronte di mancate soluzioni individuate sino ad ora da altri, con le elezioni praticamente alle porte. Intanto arriva il primo segnale politico. Sui social Luigi Scaglione, storico esponente dell’ex DC e nome che conta nell’area dei moderati, ha scritto subito dopo l’intervento di Pittella: “C’è una idea di partito di Centro anche qui in Basilicata, se questa idea converge con quella di movimenti civici moderati, di area cattolica (in grande fermento sui temi sociali e sanitari) e di eguali partiti, come Italia Viva (pure presenti), per costruire un’alternativa di Governo regionale, la strada si può seguire”. C’è da pensare che non resterà voce isolata, così come farà discutere la massima apertura che Pittella ha dichiarato: “siamo aperti a tutti” ha detto. Sì, una liana che si libra nell’aria all’insegna di “tu Jane io Tarzan” lanciata a Italia Viva sicuramente, ma anche tesa a raccogliere e ricomporre intorno al suo nome e al suo progetto il dissenso di tanti moderati rimasti senza casa. In questo senso è lecito pensare che sta prendendo piede un soggetto politico che diverrà determinante nel prossimo futuro perché non sarà una mera somma di persone e partiti?

 

N.B.: questa è la versione corretta. per un disguido tecnico era stata mandata online la prima, ancora solo bozza, che necessitava di revisoni. Ce ne scusiamo.

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