I rumors e i pettegolezzi sui retroscena della seduta deserta del Consiglio regionale di otto giorni fa. Pittella infuriato per l’assessorato a Orgoglio lucano
di Angelomauro Calza
E ti raccontano un fattariello e la mente subito spazia, viaggia e torna indietro agli anni del lIceo. E allora spieghiamola questa sorta di dejavù. “Carneade, chi è costui?” si chiedeva don Abbondio in un capitolo dei Promessi sposi. Noi invece ci poniamo l’interrogativo “Politicamente cazzone… chi è costui?”
Non si sa e manco andremo ad indagare nel merito, ma basti sapere che (se è vero) l’appellativo pare sia stato dato dal Presidente del Consiglio regionale, Marcello Pittella, verosimilmente ad uno dei Consiglieri di maggioranza. Al di là della ufficialità, i rumors di palazzo all’indomani dello scioglimento della seduta del Consiglio regionale di martedì 9 luglio per mancanza del numero legale in questi giorni si sono moltiplicati a vista d’occhio, e tra realtà e fantasie la ricostruzione possibile e più plausibile potrebbe essere quella che vi raccontiamo. La seduta è stata dichiarata deserta perché i Consiglieri della maggioranza erano in una riunione nell’ufficio del Presidente per discutere non si sa di cosa, e non erano scesi in aula nonostante Franco Cupparo, dall’Aula, avesse sollecitato telefonicamente il Presidente.
Le voci parlano di Pittella irritato che ha chiuso la seduta e che subito dopo con Morea e Cupparo si sarebbe recato dal Presidente per chiedere conto dell’assenza e praticamente notificare l’inaugurazione di un nuovo corso: mezz’ora di tolleranza è più che sufficiente, poi tutti a casa. Solo che l’elemento-sorpresa politico più importante è che i tre, una volta entrati nella stanza, si sarebbero trovati a constatare che più che una riunione della maggioranza, era in atto una riunione della “maggioranza della maggioranza”, visto che nessuno di loro, pur facendone parte, ne sapeva niente: non erano stati invitati. La discussione però si è accesa quando Pittella avrebbe chiesto conto a Bardi delle voci sull’attribuzione di un assessorato a Orgoglio Lucano (come poi avvenuto). Avrebbe rimarcato che ad Azione era stato invece negato, ponendo in essere così una vera e propria discriminazione politica. Chi ascoltava dai corridoi ha poi sentito un confuso vociare fatto di toni accesi, fino a quando si sarebbe sentita distinta e chiara la frase: “tu sei politicamente un cazzone e io con i politicamente cazzoni non parlo!”: era Pittella che un attimo dopo ha aperto di slancio la porta della stanza ed è uscito sbattendola, seguito da Nicola Morea.
Cupparo pare essere rimasto nella stanza, probabilmente anche per chiedere conto del mancato invito alla riunione, ma sono supposizioni. Ma con chi ce l’aveva il Presidente del Consiglio? Non è dato sapere, né – come dicevamo – ci interessa più di tanto (sempre che corrisponda al vero, le comari di palazzo si sa che spesso esagerano), ma di sicuro è evidente che questa legislatura ci riserverà continue sorprese, a iniziare da questa riunione di maggioranza che, a ben vedere (anzi, a ben contare), era nella sostanza una riunione di minoranza (oh, tre a togliere, tre a mettere stravolgono il Consiglio, capovolgendo i rapporti di forza). E allora ecco che il fattariello così come circola e si racconta in giro l’abbiamo riassunto. Ora, a distanza di una settimana, resta da capire se gli animi si sono rasserenati e soprattutto se ci si è resi conto che l’esclusione dalla Giunta di Pittella non è stata forse una buona idea: può essere che qualcuno immaginando che il Consiglio sia un qualcosa da far passare quasi sottobanco, sottotono, abbia sottovalutato il protagonista: l’impressione (impressione?) è che Pittella sia seriamente intenzionato a far valere tutte le prerogative del ruolo, con evidenti ripercussioni sul modus operandi di Consiglio e Commissioni, rimarcando l’autorevolezza del Presidente e dell’assemblea.