Confindustria Basilicata e il suo Presidente sono oggetto da qualche tempo dell’attenzione di osservatori, commentatori e pettegoli della politica. Una azione poco efficace su Stellantis, un lucano alla Vice Presidenza nazionale dell’organizzazione, Francesco Somma candidato Presidente della regione. E allora chi più dello stesso Francesco Somma può dire le cose come stanno realmente? Ha accettato di parlare con Angelomà.

di Angelomauro Calza

 

Il Presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma

Presidente, come la mettiamo con Stellantis?

La situazione di Stellantis, ma soprattutto dell’indotto, in Basilicata dipende quasi esclusivamente dai volumi di produzione. La questione non è un legata alla transizione energetica. Spesso si fa confusione, si parla di questo macrotema che è la riconversione all’elettrico. E’ sicuramente un tema di portata nazionale ed europea, e con le materie prime quasi tutte cinesi, è ovvio che il rischio è quello di passare dalla dipendenza dal gas russo a quella dalle batterie cinesi, ma al netto di questo, in Basilicata tutto l’indotto produce componentistica che va bene sia per le macchine elettriche che per le endotermiche. Il problema sono i volumi. I cinque modelli di cui si parla nel nuovo piano industriale, sono modelli di elettrico che arriveranno al massimo a 150.000 pezzi, rispetto alle tre o quattrocentomila vetture dei tempi d’oro: la differenza si nota ed è sostanziale. Poi ci sta la questione relativa al fatto che le auto vendono meno. E’ un fenomeno reale, basti pensare, solo a mo’ di esempio, che fino a qualche anno fa, quando si compivano i 18 anni la prima cosa che si faceva era andare a prendere la patente. Oggi no, ci sono altri interessi, altri valori, dell’auto non importa quasi più a nessuno. E tutto questo si riflette sul mercato.

Beh, magari preferiscono l’ultimo modello I-phone

Sicuramente. Ma in Basilicata il problemo vero sono i volumi: questo è quello che si chiede a Stellantis, aumentare i volumi. Perciò siamo tutti in attesa di questo accordo salvifico, o che quantomeno potrà lenire le pene. Il ministro Urso sta tentando un accordo con Tavares, è un accordo che dovrebbe prevedere la produzione in Italia di un numero di auto più consistente. Prima se ne producevano un milione e mezzo, poi un milione mediamente, oggi se ne producono 300.000 in tutta Italia. Se non torniamo a produrre almeno un milione di auto avremo una regressione enorme del settore che avrà fatalmente ripercussioni sui livelli occupazionali. Si potrebbe arrivare addirittura a una deindustrializzazione perché intorno all’automotive c’è un indotto spaventoso.

Stando al quadro prospettato, è ottimista o pessimista? La Regione cosa sta facendo?

Io sono realista. Il realismo mi fa dire che l’impegno attuale del Governo e delle parti sociali, Confindustria e sindacati sul tema c’è, e  anche quello della Regione, che sta aspettando.

Carlos Tavares

Sta aspettando gli esiti di questo accordo nazionale: convincere Tavares di produrre in Basilicata il sesto o il settimo modello, perché cinque soli modelli significa fare massimo 150.000 auto, per arrivare a 300.000 vetture ci vogliono nuovi modelli. E’ chiaro che la forza per poter dire a una multinazionale come Stellantis, in cui c’è anche il Governo francese, richiede un livello nazionale. Direi che noi però dobbiamo spingere in ogni modo. Visto che non è stato possibile all’epoca l’ingresso in Stellantis dello Stato come azionista, che per lo meno si diventi portatori di interesse. Esercitare questo ruolo, per cui la posizione nostra è di realismo rispetto a un impegno che vediamo forte da parte del Governo, e siamo in attesa. Voglio solo aggiungere che in Basilicata il tema non può essere solo la riconversione: arriverà, la riconversione dell’indotto, ma non è un tema impellente, perché come dicevo prima se io produco i sedili per un’auto, che questa sia elettrica o endotermica non cambia nulla. La componentistica prodotta in Basilicata al 90 per cento può essere utilizzata a prescindere dai modelli.

Che posto occupa il Mezzogiorno nell’agenda di Confindustria?

Sono anni che Il Mezzogiorno, anche in Confindustria, ha una forte unità d’intenti. Siamo molto uniti in quelle che sono le azioni a difesa e riaffermazione del Mezzogiorno. Riguardano le misure e le leggi per le otto regioni del Sud Italia. Senza sviluppo del Mezzogiorno non c’è sviluppo dell’Italia. Se l’Italia vuole crescere non può prescindere dallo sviluppo del Mezzogiorno. Non esiste in Europa un’area di un paese così come il Mezzogiorno, dove i divari sono ampi ed accentuati oggi così come 170 anni fa.

 

Francesco Somma ha iniziato da giovanissimo a impegnarsi in Confindustria, Presidente dei Giovani Industriali, ora di Confindustria Basilicata. Ci sono voci di una sorta di avanzamento di carriera fino alla Vice Presidenza di Confindustria. Sono vere?

No, le dico con franchezza che è una voce che non so da dove possa essere venuta fuori. Gli avvicendamenti di Confindustria a livello nazionale avverranno a maggio del prossimo anno. Come si può pensare che sia una cosa credibile? E’ così lontana che non regge

D’accordo, ma per certi obiettivi si inizia a lavorare con anticipo

Sì, ma il mio mandato in Basilicata scade nel 2026, io fino ad allora devo e voglio continuare a impegnarmi per fare il rappresentante delle imprese lucane. Sono così tante che intercettano tutta la programmazione europea, il Pnrr e quant’altro. Noi abbiamo bisogno e necessità di quanta più industria è possibile, perché altrimenti sarà difficile poi garantire i livelli occupazionali. Se c’è lavoro la gente rimane, altrimenti se ne va. Sappiamo perfettamente che anche lo spopolamento è figlio di tante concause, in primis il lavoro. Insomma, al momento è una cosa che non esiste. Non è all’ordine del giorno delle questioni nazionali. Comunque sia non è una cosa che ritengo per messere di primaria importanza. Il mio mandato in Basilicata scade nel 2026. E’ pura fantasia pensare a impegni diversi. Sono cose che saranno decise tra un anno, oggi sono anacronistiche e non all’ordine del giorno

Matteo Salvini

Si parla anche di un suo buon rapporto con Salvini

Capisco che potreste non credermi, ma io non ho alcuna velleità politica, se è questo a cui si riferisce

Quindi anche le voci di Somma candidato Presidente?

La misconosco. Non so se qualcuno ha una idea di questo tipo, nessuno me lo ha mai proposto, non ho di queste velleità

Ma allora come vengono fuori queste indiscrezioni?

E’ un fenomeno non solo locale, ma italiano. Perché con la politica partitica che si è ritirata, poi avvengono queste cose. Un po’ tutti, anche io e lei, ogni singolo cittadino, abbiamo contribuito a demolire i partiti. Pensando che fossero la sentina di tutte le negatività. Noi che abbiamo vissuto la politica che passava attraverso il confronto all’interno dei partiti, avremmo dovuto avere tutti un po’ più di rispetto per quei momenti di aggregazione e di confronto, che formavano anche le classi dirigenti. La verità è che negli anni abbiamo indebolito i partiti pensando che la società civile fosse la panacea di tutti i mali, ma non è sempre così’. Credo che la politica debba continuare a esercitare il proprio ruolo assumendosi le proprie responsabilità, creando all’interno di un confronto che prima si faceva nelle sezioni e che nei vari livelli selezionavano la classe dirigente. Credo che per il ruolo che ho in Confindustria è normale che abbia rapporti istituzionali con il Governo regionale. Mi sembra ovvio.

Quindi è un ruolo che non lascia al momento alcuno spazio ad altre illazioni

Esatto. Illazioni destituite di ogni fondamento. Quando i partiti hanno un momento in cui hanno necessità di rivolgersi alla società è chiaro che le figure che hanno certe responsabilità, e vale per tutti, vengono messe al centro dell’attenzione

I Presidenti Vito Bardi e Francesco Somma

Quindi possiamo dire che le voci ci sono, è vero, ma sono prive di fondamento. Ma il rapporto con il Presidente Bardi è solido?

E’ un rapporto come con tutti i Presidenti, è rapporto di collaborazione e di confronto costruttivo, ma è vocazionale.

Vocazionale come sinonimo di filogovernativo?

A livello nazionale è ovvio che Confindustria sia filogovernativa, ma ha l’autonomia nel merito per giudicare le misure, per fare proposte, per confrontarsi lì dove si ritiene che le proposte vadano modificate

Allora possiamo tranquillizzare Il Presidente Bardi sostenendo che se per la sua ricandidatura ci sono antagonisti, di sicuro uno di questi non è Francesco Somma e quindi non ha Confindustria contro

Assolutamente. Assolutamente. Assolutamente.

Quindi per Somma Bardi può stare tranquillo.

Ma certo. Tranquillo come potrebbe stare tranquillo chiunque al momento occupasse il suo posto

Sia di centrodestra che di centrosinistra?

Ma certamente! noi avevamo un ottimo rapporto con chi governava la Regione precedentemente. Ma voglio dire un ottimo rapporto istituzionale, Confindustria non ha una vocazione politica. Ha la vocazione a stare sui temi, giudicare, commentare, proporre, confrontarsi e anche scontrarsi su temi specifici, ma non ha un obiettivo politico. E’ raro che Confindustria, a livello nazionale o locale, un vertice di Confindustria poi faccia una scelta politica. Siamo autonomi, apolitici e apartitici. La legge delle tre A, lo diciamo sempre

Vabbè, allora tre alfa privative più che tre A

Essì, apolitici, apartitici e autonomi. Il Presidente di Confindustria cosa deve fare? Gli interessi degli associati e quindi in Basilicata come in Piemonte o in Sicilia. Gli accordi e i confronti si devono fare per forza con chi governa. Una serie di misure importanti per il tessuto imprenditoriale lucano sono state realizzate così come nel passato.

Quindi alla pari di Bardi possono stare tranquilli anche quei personaggi politici che aspirano alla candidatura alla Presidenza, sia di Fratelli d’Italia che della Lega: Somma è fuori dai giochi

Questa è la pura verità. Poi è chiaro che magari questo tipo di voce gira anche forse perché qualcuno ricorda che nel 1994 fui uno dei fondatori di Forza Italia. Forse anche per quello

La voce parla di possibile candidatura in quota Lega

Vito De Filippo

L’ex Presidente della Regine Basilicata, Vito De Filippo

E’ priva di fondamento. E’ chiaro che in molti fanno due più due: ha avuto un passato in Forza Italia e l’area del centrodestra gli è più vocazionale. Ma sia io che Confindustria abbiamo ruoli che non ci consentono alcuna partigianeria. Con i governi regionali precedenti, da Bubbico a De Filippo a Pittella, abbiamo avuto molti momenti di confronto e anche di scontro, in Basilicata è necessario creare molta più impresa, sono le imprese che ti garantiscono poi benessere e tenuta del welfare. Se non hai sviluppo economico non hai sviluppo sociale e quindi non puoi sfuggire da questo

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