L’11 ottobre la segretaria a Potenza ufficialmente per una iniziativa di solidarietà, ma ne approfitterà sicuramente per porre le basi di una unità sostanziale e redditizia nel partito. Ci si muove già in vista delle Politiche del 2027 e delle Regionali 2029? (sì, la copertina è di The dark side of the moon, ma l’ho scelta per armocronia)
di Angelomauro Calza
Ma cosa sta accadendo in casa PD in Basilicata? Tra chi minimizza e chi invece la fa seria, la questione c’è, esiste, si sviluppa e ruota tutta intorno all’attuale Segretario regionale Giovanni Lettieri, tra chi lo sostiene e chi invece vorrebbe che alla guida del partito si arrivi ad un avvicendamento con un occhio interessato alle prossime, ma lontane, scadenze elettorali. Personaggi e interpreti in ordine non di apparizione sono diversi e tutti vogliono che si arrivi ad un momento di dibattito congressuale che possa avere come sbocco anche una eventuale nuova Segreteria.
Eggià, ma come ci si arriva al Congresso? Le idee non sono certo molto chiare nelle varie anime di un PD che sembra sempre più galleggiare, temporeggiando, in una sorta di palude strategica e quindi si attende che arrivi il momento del prosciugamento e della bonifica: come dire che Mussolini bonificò le paludi pontine, qui si attende qualcuno che faccia lo stesso, nel PD, per quelle potentine: Elly Schlein? Intanto più che voci, alcune certezze dettate dall’evidenza. La prima è un Vito De Filippo pienamente attivo perché, come dicono alcuni suoi sostenitori, c’è una parte del mondo PD che nonostante la mancata elezione in Parlamento gli ha chiesto e gli chiede di non lasciare, di non farsi da parte. Lui ora sta dando una mano al gruppo del Pd al Senato, dove ha un suo ufficio, ed a Boccia (non Tonio, Francesco) su temi della sanità, è in direzione nazionale e regionale, svolge una intensissima attività di conferenziere e relatore in decine di eventi di sanità in Italia. Prodromo di legittimazione di una richiesta di candidatura alle prossime Politiche del 2027? O, nel caso, a quelle anticipate? Beh, il 2027 è ancora lontano, staremo a vedere. La seconda riguarda il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Piero Lacorazza. Lui dal momento dell’insediamento a giugno si è fatto promotore e portavoce di alcuni provvedimenti importanti sulla sanità e sull’università, e solo ora ha ripreso a parlare di politica: prima le cose da fare. Che vuol dire? Che vuol supplire da uomo delle istituzioni a un ruolo più politico che si ritiene assente? Che vuole in qualche modo essere quella spinta che necessita al PD per essere il perno di una alleanza credibile e quindi alternativa al governo della destra?
Sì, certo, non ha mai fatto mistero di aspirare alla Presidenza della Regione, ma può mai essere che stia già ponendo le basi per il 2029? Muoversi per tempo, certo, per non arrivare all’appuntamento senza una candidatura già consolidata va bene, ma non è troppo l’anticipo? E comunque due anni prima ci sono sempre le Politiche e di inconfutabile è il fatto che Lacorazza è sempre stato attivo, specie durante la diatriba nel centrosinistra riguardo la candidatura anti-Bardi alle scorse regionali. In realtà il tema che pone non sembra essere personalistico e vale per tutti, non essendo in discussione la sua prospettiva, così come anche per gli altri, ma è consapevole che è necessario che nessuna e nessuno si pongano già da oggi nelle condizioni di occupare le caselle del 2027 e del 2029. La terza è Salvatore Margiotta. E’ sempre stato contrario alla candidatura a Presidente di Angelo Chiorazzo, ma già nella famosa riunione della direzione regionale del partitodello scorso inizio ottobre, un anno fa esatto esatto, uscì al momento del voto: un modo per non votare contro, agevolando così il compito della Segreteria, ma lasciandosi con questo atto una porta aperta senza disconoscere mail il suo disaccordo. Il discorso dell’ex sottosegretario appare chiaro: io non sono stato candidato alle scorse Politiche, Vito De Filippo sì. Io non sono mai stato bocciato dall’elettorato, Vito De Filippo sì.
E allora, se De Filippo lavora per una ricandidatura, perché non dovrei fare lo stesso anche io? Ecco allora che all’interno del PD ci sono almeno tre fronti che rendono al momento problematica una visione e un’azione comune in favore di una proposta politica che possa riavvicinare l’elettorato al PD. A Matera invece la politica delle alleanze e del cosiddetto campo largo e con il PD sostanzialmente unito hanno funzionato provvedendo a far eleggere il sindaco di Pomarico, Francesco Mancini, a Presidente della Provincia. A ben riflettere Mancini e Marrese non appartengono ad alcuna corrente e a Matera li ritengono essere la ragione della politica, quella che è riuscita ad andare oltre i numeri riuscendo a far funzionare la collaborazione con il Movimento Cinquestelle e sono la dimostrazione che il cambiamento è possibile e paga. Ma allora il problema non è il PD lucano, è il PD potentino? Parrebbe a questo punto di sì e così l’11 ottobre a Potenza arriva Elly Schlein. Voci dicono che un po’ come Garibaldi che per unire l’Italia risaliva verso Teano dalla Calabria, anche lei, risalendo da Mormanno e superata Teana arriva nel capoluogo per unire il PD per una iniziativa di solidarietà, una cena alla cooperativa Insieme, dove si ritroveranno in circa duecento, al costo di 50 euro a testa. Si è sparsa la voce che la cena è organizzata anche per tentare di risanare in parte il buco nelle casse del PD lasciato da gestioni precedenti a quella attuale. Può essere, ma se così fosse ci troveremmo davvero di fronte a una situazione al limite dell’accattonaggio: 200 invitati a 50 euro fanno 10.000 euro. Togliamone almeno due o tre di spese vive per la cena, togliamo la quota da donare in beneficenza, quanto resta? Un paio di migliaia di euro? Vabbè, facciamo 2.500… e se il buco è di questa entità c’è bisogno di far venire un segretario nazionale per sanarlo? Non possono tra consiglieri regionali, parlamentari e amministratori tassarsi (oltre le quote già previste) di 100/200 euro a testa e sanarlo? No, non è così. Il debito c’è, è di una certa entità e in qualche modo sarà risanato, ma non certo con l’iniziativa dell’11.
La Schlein metterà a frutto l’occasione della cena per iniziare o tentare di iniziare, in un probabile incontro a latere, un percorso interno che possa portare ad una unità sostanziale utile a sostenere una politica costruttiva per il bene della proposta politica ai cittadini, Certo, viene da chiedersi come mai non si è fatta vedere quando si era in piena bagarre per individuare il candidato Presidente, lo scorso inverno, salvo arrivare “in pizzo in pizzo” a scaricare definitivamente Angelo Chiorazzo per imposizione di Conte, gestendo però sempre in smart working la complicata situazione, ma tant’è. Ora ci si augura che Chiorazzo continui a interloquire e dialogare con il PD e che resti nel centrosinistra. Ma La domanda è: perché Lettieri lo ha difeso allo stremo per mesi e poi ha ceduto repentinamente virando con una strambata da Luna Rossa su Marrese? I commentatori più attenti e credibili dicono che altrimenti non si sarebbe chiuso alcun accordo con le altre forze politiche del centrosinistra, ma al tempo stesso si è consapevoli che per rendere contendibili le elezioni bisognava includere i riformisti nella coalizione, ma il veto su Pittella imposto da Conte è stato assorbito dalla Schlein per questioni nazionali. Campo largo ovunque tranne che qui, allora, e la Basilicata come la Liguria oggi, con i veti di Conte prima su Pittella ora su Italia Viva. La verità è che in quel momento il PD lucano non aveva la forza per potersi imporre territorialmente nei confronti di Roma e riuscire a non fare a meno di Azione e Italia Viva: era diviso già allora e da tempo, una pacchia per chi da Roma doveva gestire la situazione, il dividi et impera era già uno stato di fatto essendosi il PD diviso da solo. Ora attendiamo il desinare della Schlein e dei duecento: sarà metaforicamente la sera dei miracoli, come cantava Lucio Dalla, o l’ultima cena di Leonardo da Vinci? In attesa di saperne di più, dal giorno dell’anniversario della scoperta dell’America, mettiamo i Pink Floyd sul piatto di un vecchio giradischi Lenco, con la puntina che gracchia distinta prima dell’inizio del brano “Schlein on you crazy diamond!”: guarirà il PD da questa sana pazzia?