Da Roma seguono le vicende locali, ma la situazione di chi non vuole il centrodestra è sempre più critica. La ribellione di amministratori e sindacalisti, mentre Fiorello ci prende giustamente in giro con grande professionalità

 

di Angelomauro Calza

 

Fiorello è bravo. Indiscutibile. E fa bene il suo lavoro. Chi non lo fa bene è chi si mette – pensando di svolgerlo a dovere – in condizione di far fare ancora meglio il suo a Fiorello. E se questa mattina lo showman siculo è ritornato a parlare di Basilicata e di elezioni è perché evidentemente la politica locale il suo compito non lo sta svolgendo a dovere, tant’è che nella trasmissione la nostra regione ha rubato il palcoscenico nientemeno che a Putin e al voto in Russia! Nel video a corredo ( guardalo qua )  potete vedere il momento di cui parlo.

Domenico Acerenza

Di sicuro quel povero cristo del dottor Lacerenza mai si sarebbe aspettato due giorni fa di diventare un caso nazionale, uno che viene preso simpaticamente in giro quando Fiorello annuncia di avere in esclusiva il suo programma e lo mostra: è un optotipo. (ma non era meglio candidare Domenico Acerenza? Nome quasi uguale, più corto di una lettera e poi è un campione di nuoto di caratura internazionale! Magari lo beccavano appena uscito dall’acqua in accappatoio. Oh, conosciutissimo, eh! Evidentemente ora starà attendo a scandire bene il so cognome, “avessema fa'” penserà…)

Il dottor Domenico Lacerenza

Ma come si è giunti a questo? Come si è giunti ad un documento di attivisti, sindaci, sindacalisti e dirigenti politici tutti del Partito Democratico (lo avevamo anticipato ieri alle 14 e l’indiscrezione ha trovato conferma. leggilo qua) che si appellano “a tutte le forze, politiche e civiche, del centrosinistra affinche’ si azzeri la situazione e si converga sull’indicazione della migliore candidatura possibile per sconfiggere il Centrodestra”? ( Leggi il documento dei “ribelli” del PD) RITIRARE LA CANDIDATURA LACERENZA ) Una vera e propria insurrezione nei confronti di chi ha assunto la decisione di candidare a sorpresa lo stimato e quotato specialista, sì, ma in fin dei conti neofita della politica attiva? Non c’è certezza, ancora, sul buon esito della candidatura, ci si arrovella, ci si divide, ma intanto l’Italia si diverte, ci mette alla berlina, noi lucani diventiamo il caso del giorno, forse, se ci va ancora meglio, il caso della settimana. Ma di quelli che saranno sui libri di storia, roba da far parlare anche la Bruzzone! Fa parte del gioco. Del gioco che non si capisce bene da quali regola sia comandato, una quadriglia senza voce guida, una diligenza che corre all’impazzata nella prateria dopo che Jesse James ha impallinato il cocchiere per derubare dei voti i passeggeri. Sono in molti ad invocare la discesa in Basilicata di Elly Schlein, la punta di diamante del Partito Democratico. Beh, che venga, ma che viene a fare?

L’ex Premier italiano Giuseppe Conte

E Conte, se dovesse venire pure lui, che viene a fare? Bisogna che ci rendiamo conto e prendiamo atto che il PD potrebbe proprio dalla Basilicata far venir fuori con prepotenza quel che è sempre stato, ma che è sempre stato mitigato: una sigla che riunisce persone che non sono avvezze a mettere il partito e il bene comune al primo posto se non nelle dichiarazioni ufficiali. Che viene a fare la Schlein se il primato della politica e quello del partito sono ormai reperti archeologici? Per alzarsi dalla sedia piccata e ritornarsene di corsa a Roma un attimo dopo? Come hanno fatto Taruffi e Baruffi? E pure per Conte tutto sommato potrebbe essere la stessa storia. Che vengono a fare? Che tentino piuttosto di governare davvero il momento politico direttamente da Roma, in smart working, almeno si risparmiano il viaggio!

Elly Schlein – (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)
20-12-2023 Roma

Ma come? Abbiamo assistito per settimane al gioco delle tre carte, ad un debuttante in politica che tiene sotto scacco due leader che si piccano di essere di livello internazionale, un ex Presidente del Consiglio, una ex parlamentare europea, entrambi che si vantano di parlare con Ursula Von Der Leyen per far valere le ragioni dell’Italia? Ma allora dobbiamo pensare che quando sarà Chiorazzo potrebbe giocarsela anche per la Presidenza del Consiglio? Dopotutto lui con Mattarella ci parla già da tempo, sai com’è… na’ piccola nomina… non serve manco essere eletti in Parlamento per averla, vero Conte?

Angelo Chiorazzo

La verità è che in tutto questo bailamme nessuno si meraviglia più di niente, neanche che alla fine i Cinquestelle vadano da soli, neanche che in un ultimo anelito d’orgoglio il PD riesca a ritrovarsi intorno a un nome condiviso al proprio interno e magari anche con Basilicata Casa Comune, Socialisti, Basilicata Possibile e via via tutti gli altri. Però i lucani delusi da questo centrodestra si augurano che alla fine in un modo o nell’altro si riesca a “vedere la luce”, ma per far questo un oculista non basta. Sì, sarà difficile vincere la “BARDITA”, ma almeno si potrà giocarla: con una squadra rimaneggiata, sì, ma almeno undici contro undici. Intanto, parafrasando i Pink Floyd “Schlein on you crazy diamond”: da Roma il diamante continua a brillare, ma senza dar luce alla Basilicata. Massì, cchiù scura della mezzanotte nun pote venì!

 

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