L’annuncio del cambio di partito del Consigliere regionale Nario Aliandro, determinato dalle richieste della sua base elettorale dopo mancate risposte da parte del partito nazionale

di Angelomauro Calza

 

Nario Aliandro

Sembra una puntata di Affari Tuoi, con il concorrente che riflette qualche attimo e poi si pronuncia: “ringrazio il Dottore, accetto il cambio e vado avanti!”. La Regione che rappresenta il concorrente è la Basilicata, sì, però non si gioca e non si è in video né in studio, non si sa chi sia il dottore che propone lo scambio di pacchi, né cosa contengano realmente, anche se probabilmente il concorrente, che di nome fa amichevolmente Nario, di cognome Aliandro, un pacco l’ha tirato. Essì, che l’annuncio a sorpresa di oggi un qualche fastidio l’ha provocato senz’altro. L’annuncio del cambio si riferisce al cambio di partito: dalla Lega a Forza Italia. Evvabbè, che sarà mai una tessera in più o in meno, da una parte o dall’altra? Azz! Che sarà mai? Nulla di irreparabile, certo, ma in questo particolare momento politico la cosa riveste una grande importanza. In primis, la Lega si ritrova ora alla Regione Basilicata con un solo Consigliere, Fuina, di Matera, e due assessori. La scelta di andare via di Aliandro arriva dopo quelle di Vizziello (arrivato da Fd’I e poi andato via) Zullino, Sileo (poi rientrata), Coviello, Cicala e Merra eletti a dare consistenza alla pattuglia leghista quattro anni fa, quando il vento in poppa ha spinto come non mai il vascello salviniano ora in Consiglio con la sola scialuppa Fuina. Si dice di una telefonata che Aliandro avrebbe fatto al segretario regionale della lega lucana, Pasquale Pepe, in cui comunicava il suo allontanamento dal partito dopo aver ringraziato di tutto quanto la Lega ha fatto per lui.

Pasquale Pepe con Matteo Salvini

Di questo non c’è conferma, ma pare che a motivare la scelta sia stata la pressante richiesta della base dell’elettorato di Aliandro che ha spinto perché scegliesse di aderire al progetto di Forza Italia, dopo alcune delusioni ricevute da Roma e altrettante mancate, attese risposte alle richieste avanzate a Salvini. In effetti sentori di migrazione si erano già avuti dopo l’esito delle elezioni alla Provincia di Potenza: tante, forse troppe, le voci del sostegno determinante di Aliandro alla elezione di Giandomenico Restaino, vicesindaco di Paterno, piene di “ma come”? “sostegno a un candidato azzurro”? “da un leghista”? “E a che pro”? Ora in tanti di quei “troppi” si danno una spiegazione. Ma chi ha gestito l’operazione? E non è che serve soprattutto per rinforzare l’arsenale da utilizzare per meglio sostenere la ricandidatura di Bardi? Certo però che, come Affari tuoi, i pacchi contengono ciascuno una cosa diversa, bisogna aver culo a scegliere quello giusto. Spieghiamo il concetto con alcuni interrogativi. Ma come, tutto avviene proprio mentre Salvini ha dichiarato apertura alla Meloni in Sardegna? E proprio mentre pare che per Bardi sarebbe pronto un sottosegretariato alla Difesa, dopo che già da settimane angelomà aveva dato notizia di una possibilità in tal senso a titolo di compensazione? Essì, perchè se Salvini lascia la Sardegna alla Meloni e le voci lo danno per sottosegretario vuol dire o no che Bardi non sarà ricandidato in Basilicata? E metti che alla Presidenza venga candidato a quel punto Pasquale Pepe, leghista? Riunirà allora la sua base Aliandro per spiattellargli il passo falso che gli hanno fatto compiere? Gli dirà che magari se non lo avesse compiuto sarebbe con Fanelli e Sileo tra i fedelissimi del candidato Presidente, con una quasi certa rielezione? Chiederà ai suoi: “con quale pacco mi avete fatto cambiare il mio, di cui, a differenza della popolare trasmissione, sin dall’inizio conoscevo il contenuto”? Beh, resta sempre in piedi però l’attualità, restiamo ai fatti: ora come ora il Presidente è Bardi, sostenuto da Forza Italia che è il suo partito, e che da oggi può contare su un voto sicuro in più in Consiglio, quello di Aliandro, che da qualche ora è ufficialmente al suo fianco non più per dovere e impegno di alleato di coalizione, ma come esponente dello stesso partito. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non v’è certezza.

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