Sta nascendo un movimento politico dei cattolici che non vogliono stare né con il centrodestra né con il centrosinistra. Si guarda anche a Lupi e a Renzi

di Angelomauro Calza

Cosa sta accadendo, ora che si è lontani dalle influenze e dalle strategie elettorali, a livello di dinamiche politiche? Cosa si muove nel tentativo di proporre agli italiani progetti che favoriscano il ritorno alle urne degli astensionisti? Una delle iniziative si è tenuta domenica scorsa, quando dopo Milano e Orvieto a Roma Il domani d’Italia ha promosso un incontro nella sede dei Focolarini degli amici che si richiamano a Tempi Nuovi. Uno dei maggiori artefici dell’iniziativa in atto è il più volte parlamentare lucano Angelo Sanza e proprio da lui ci siamo fatti raccontare e spiegare.

Giuseppe Fioroni

Di cosa si tratta, onorevole?

Si è risvegliato questo sentimento. Chiamarlo democristiano o popolare non cambia molto, è un dato di formazione culturale. Per non ripetere il concetto che il centro non è una dimensione geometrica, ma una scelta culturale. Se ci sono democristiani che hanno preso contezza che devono riorganizzarsi vuol dire che una buona parte di quel 50 per cento degli italiani che non vota è perché non vuol votare né per il centro che sta a sinistra né per il centro che sta a destra

Ernesto Ruffini

Qualche nome di chi si sta adoperando per questa rinascita democristiana?

Se viene condiviso anche da una parte della gerarchia il nome nuovo potrebbe essere Ernesto Ruffini, che vedo però strattonato da più parti perché provano tutti a cavalcarlo. C’è un rapporto amicale e culturale che ha avuto con molti di noi, in primis con Giuseppe Fioroni, si vorrebbe fare un soggetto che è fuori dai partiti esistenti.

Quindi mi pare di capire ci sia un netto orientamento a restare fuori dalle coalizioni?

Sì. Niente coalizioni. La prima battaglia da combattere sarebbe la modifica della legge elettorale perché è stata questa legge elettorale maggioritaria che ha spaccato il centro e lo ha costretto a scegliere tra destra e sinistra o di non andare a votare. Gli stessi problemi li hanno anche i socialisti.

Cannizzaro e Lupi

Chi sono i riferimenti in Parlamento?

Chi è che potrebbe essere su questa posizione, anche se ha poi dovuto scegliere di stare a destra, è Lupi. Ma per fare politica oggi questi centristi cattolici devono scegliere di stare da una parte o dall’altra. Lupi è andato a destra, poi ci sta chi ha scelto la sinistra e allora ti trovi tutta la filiera di democristiani che dettero vita alla Margherita e che stanno con la Schlein, ma con il mal di pancia. Uno di questi, parlando di lucani, potrebbe essere Salvatore Margiotta, ma anche lo stesso Vito De Filippo.

Lorenzo Guerini

Come loro ce ne sono tanti in giro per l’Italia, il più rappresentativo che potrei citarti è Lorenzo Guerini, Presidente del Copasir, democristiano doc, ma che milita da quella parte e che chiaramente è soffocato dalla politica che pone in essere la Schlein; questo estremismo esagerato, questo movimentismo esasperato intorno ai Cinquestelle che chiaramente non si ritrova con la sua storia culturale. Potrei parlare anche di Franceschini e altri. Insomma qualcuno del PD che oggi vive uno stato d’animo pesante all’interno del PD. Ecco, allora noi che non siamo entrati né da una parte né dall’altra e resistiamo ancora oggi vogliamo discutere con chi interpreta meglio di altri questa cultura in Italia. Secondo me dobbiamo partire da quelle che sono le posizioni nella gerarchia cattolica e tutti i movimenti di volontariato che si ispirano all’associazionismo cattolico.

E quindi, mi consenta, sembrerebbe questo una sorta di identikit che in Basilicata porta ad Angelo Chiorazzo?

Angelo Chiorazzo

E’ proprio la fotografia più puntuale. Chiorazzo è uno che può essere espressione di questo mondo. Per come io conosco la storia passata di Angelo Chiorazzo e per la posizione anche neutra che ha tenuto, visto che lui veniva da una realtà moderata. Poi ha dovuto fare una battaglia con la sinistra, e proprio a sinistra l’hanno in qualche modo emarginato. E poi diciamolo francamente: fanno fatica i cattolici a stare a sinistra. Angelo ha avuto il coraggio di andare da solo, in Basilicata è sicuramente uno che può interpretare questo nostro pensiero e questa nostra volontà di organizzarci.

Allora teoricamente potrebbero ritrovarsi insieme De Filippo, Chiorazzo e Margiotta con quest’ultimo che è stato sin dall’inizio uno dei maggiori oppositori della candidatura a Presidente di Angelo Chiorazzo. Può essere che accada davvero questo ricongiungimento?

Salvatore Margiotta

Salvatore Margiotta

Vito De Filippo

Vito De Filippo

Sono state metodologie partitiche preelettorali che non hanno nulla a che fare con la storia culturale. Anche Lupi ha dovuto fare i conti – litigando – con Cesa quando ha costituito Noi Moderati. Le vicende elettorali vanno espulse dalle realtà personali di aggregazione e di movimento. Siamo lontani dalle elezioni e siamo alla ricerca di un filone che possa rispondere alle tante problematiche che ha vive questo paese e quindi riteniamo che questi ceppi storici avrebbero bisogno di pigliare nuovamente possesso delle istituzioni. lo dico per gli ex democristiani, ma anche per gli ex socialisti. Parlo dei socialisti perché molto amico di Giampaolo Sodano, ci vediamo spesso a incontri e tavole rotonde e tutti e due insistiamo perché questi ceppi storici italiani ed europei sono la vera risposta per quell’elettorato che non va a votare. L’elettorato che non va a votare è quello che non vuole farsi guidare né dalla Meloni né dalla Schlein.

E quindi a Roma due giorni fa si è parlato di questo

Francesco Bonini

Sì. Domenica a Roma nella sede del movimento dei Focolarini con il rettore della Lumsa, Francesco Bonini, con l’ex segretario generale della Cei Galantino, con Fioroni e con un po’ di nuove generazioni che seguono questa ricerca di un filone diverso da quelle due realtà che sono la maggioranza e l’opposizione presenti in Parlamento.

Ma in Parlamento chi potrebbe essere interessato al discorso?

Il più prossimo a questo discorso presente in Parlamento potrebbe essere l’area di Renzi. Ma Renzi ha un problema di conseguenzialità sua, non per le cose che dice, perché ne condivido le analisi, è però innegabile che quando deve rendere partecipativa la sua intuizione la personalizza e perde consenso.

Insomma, c’è un lavorio in atto nel tentativo di rendere protagonista una realtà politica che rappresenti anche le diverse anime del mondo cattolico.

Sì. Anche a sinistra per esempio c’è la realtà di Demos che si ispira a Sant’Egidio che è una realtà cattolica che potrebbe condividere questo nostro progetto. In una intervista bellissima di qualche giorno fa un loro ispiratore, il vescovo Paglia, si riferiva proprio alla necessità di far nascere un movimento politico dei cattolici.

Mons. Vincenzo Paglia

Anche qui c’è una similitudine con le ultime dinamiche politiche della Basilicata: in questo caso con il documento dei vescovi lucani del luglio del 2023 da cui è poi nata Basilicata Casa Comune. Ci ha fatto caso?

Essì, ecco perché dicevo che uno come Angelo Chiorazzo non può restare indifferente a una iniziativa come questa. Siamo lontani dalle elezioni, è un mondo che discute, ora dobbiamo tentare di coagularci. Una delle persone nuove che potrebbe guidare il movimento è Ernesto Ruffini che però deve scegliere se essere autonomo o se farsi condizionare dal campo largo e risucchiare nei giochi della Bindi, di Prodi, di Castagnetti e tutti quelli che hanno rappresentato la sinistra cattolica dentro il Pd. Riteniamo di seguire una nostra strada con un nostro documento nel tentativo di dare una risposta alla gente che ha deciso sino ad oggi di non votare.

 

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