Dopo l’incontro con Bardi Valentina Viola ribadisce che la struttura non sarà depotenziata e che è stata rassicurata sul suo ampliamento. Incognita Centro per l’Autismo: il 31 dicembre scade la convenzione, cosa ne sarà?

 

 

di Angelomauro Calza

La notizia della morte di Maradona giunta durante l’incontro tra il Presidente Bardi e il sindaco di Chiaromonte, Valentina Viola, ma pur nella sua tragicità per chi è appassionato tifoso partenopeo, ha distolto giusto per un attimo le attenzioni che erano tutte concentrate sull’Ospedale San Giovanni, dove a breve verrà aperto il Reparto Covid che ospiterà pazienti asintomatici e paucisintomatici.

Chiaromonte

La notizia dell’imminente apertura del reparto ha però alimentato alcuni interrogativi, come ad esempio quello riguardo una possibile e persistente sottoutilizzazione dell’Ospedale di Maratea, interamente dedicato alla lungodegenza e che avrebbe potuto rappresentare una soluzione che evitasse che a Chiaromonte alcuni reparti operanti con buoni risultati – oltre che sotto il profilo sanitario – soprattutto per quel che riguarda il rapporto costi/benefici venissero intaccati dal provvediento. Viene facile accostare tale osservazione al fatto che il reparto di Ginecologia dovrà “stringersi” per ospitare anche l’Oculistica. Alcuni fanno osservare che a Chiaromonte la lungodegenza è forte di venti posti letto, ma ne sono occupati meno di dieci, quindi perché restringere gli spazi di reparti pienamente operativi come Ginecologia e Oculistica e non utilizzare invece quelli della lungodegenza? Altri fanno osservare che molti spazi ci sono anche nella riabilitazione e altri ancora parlano di una Oculistica molto produttiva per l’Azienda Sanitaria, nonostante le siano assegnati solo sei unità tra medici, infermieri e ortottisti.

RSA dell'Ospedale di Chiaromonte - L'ingresso

RSA dell’Ospedale di Chiaromonte – L’ingresso

La paura per tutti è che Chiaromonte possa subire un processo di trasformazione in negativo, alla pari di quanto accaduto all’ospedale di Venosa, praticamente “svuotato” di competenze e professionalità per essere dedicato al Covid, senza però che sia mai stato poi sfruttato nella maniera propagandata. Altri spazi – fanno osservare cittadini e operatori sanitari del San Giovanni – potrebbero essere ricavati dal quinto piano della struttura, mai ultimato, ma che davvero potrebbe rappresentare quel polmone di ossigeno atto a scongiurare ridimensionamenti pericolosi da un lato, e rilanciare le attività sanitarie della zona dall’altro, a prescindere dall’emergenza Covid. Altro timore: la fine delle attività del Centro per il trattamento precoce dei Disturbi dello spettro dell’Autismo “Early Start”. E qui entrano in ballo altre componenti che fanno temere la chiusura di questa attività. Il Centro è sorto grazie ad un protocollo di intesa tra la Fondazione Stella Maris di Pisa e la Regione Basilicata per attività da svolgere a Chiaromonte e a Matera. L’obiettivo del protocollo era ed è quello di realizzare in Basilicata un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico per la neuropsichiatria infantile (in buona sostanza come fatto per il Crob di rionero in Vulture). Il protocollo prevede obblighi reciproci tra la Fondazione, la Regione Basilicata e l’Azienda Sanitaria. In particolare era previsto che dopo due anni di attività sperimentale una Commissione di valutazione composta da vari soggetti, tra cui prioritariamente quelli espressi da Regione e Azienda Sanitaria, avrebbe dovuto esprimere una valutazione sulle attività svolte, anche in contraddittorio con Stella Maris. L’anno scorso, il 31 dicembre, è scaduta la convenzione, ma la Commissione in questione non era ancora stata insediata, quindi la Fondazione ha ottenuto una prima proroga del protocollo di un mese, fino a gennaio 2020, poi ha ottenuto ancora 30 giorni di proroga, ma è intervenuta l’emergenza Covid con tutto quel che ne consegue, per cui con un ulteriore provvedimento specifico del Direttore Generale del Dipartimento Sanità è stato imposto il nuovo termine per l’espressione di valutazione, al 31 dicembre 2020. Ad oggi pare che sempre per questioni legate alla pandemia la Commissione non abbia avuto possibilità di operare, e si è ancora in attesa di determinazioni. Cosa accadrà, dunque, di questa struttura dal 1° gennaio 2021?

il sindaco di Chiaromonte, Valentina Viola senza mascherina

il sindaco di Chiaromonte, Valentina Viola

il sindaco di Chiaromonte, Valentina Viola

E’ possibile che venga sacrificata per poter utilizzare in qualche modo gli spazi ad essa destinati per ospitare reparti che è necessario trasferire altrove per far spazio al Reparto Covid? Sarebbe una iattura! In parole povere, la paura è che i trasferimenti previsti per ospitare il reparto Covid possano essere prodromo di future e forse anche imminenti chiusure di reparti efficienti quali Oculistica, Ginecologia, RSA e Centro per la cura dell’Autismo. A fugare i timori e a dare risposta a questi interrogativi per quel che è lo stato dell’arte non poteva che essere il sindaco di Chiaromonte, perché a parlare con Bardi ci è andata lei, e solo lei sa bene cosa ci si è detti. Valentina Viola tiene subito a precisare che ha espresso gli stessi timori al Presidente, ma Bardi le ha “assicurato il mantenimento di tutte le strutture esistenti”, quindi “nessun pericolo di soppressione di servizi sanitari attualmente assicurati”. Viola ha anche detto che  che le sono state assicurate da Bardi “soluzioni per far coesistere Ambulatori, servizi ospedalieri ed RSA”. Abbiamo anche chiesto al sindaco se ha fatto presente che il quinto piano dell’Ospedale non è ancora stato ultimato e giace abbandonato: ha detto di aver rappresentato la cosa e che “Bardi ha assicurato attenzione per la struttura ospedaliera di Chiaromonte, anche in chiave potenziamento futuro” e che gli ha espresso il suo auspicio “affinché il quinto piano dell’ospedale veda l’ultimazione dei lavori quanto prima per poter essere messo a disposizione della comunità di tutta l’area”. Tutto bene quindi? Beh, sembrerebbe di sì, ma intanto la gente, i cittadini, continueranno a portare i bambini al centro per l’autismo? Si continuerà a popolare il Centro per la cura dell’alcolismo? E quello per la cura dei disturbi alimentari? Indiscrezioni parlano di rallentamento nelle richieste: alla fine la paura la fa da padrona, perché in una larga fascia di cittadinanza forte è la convinzione che nonostante tutte le garanzie qualche rischio di contrarre il Covid potrebbe esserci.

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