In questi giorni di campagna elettorale avremmo voluto in maniera bipartisan pubblicare tre sole interviste: una al candidato Presidente di Centrodestra, Vito Bardi, l’altra a quello di centrosinistra, Piero Marrese, l’ultima a Eustachio Follia di Volt. Sta di fatto che non abbiamo voluto mettere in difficoltà il Presidente Bardi: per cinque anni non ci ha mai concesso interviste, pur richieste da noi più volte. Se lo avessimo ospitato in queste settimane che precedono il voto, vista la sua avversione a concedere attenzione ad Angelomà, qualcuno avrebbe quindi potuto pensare che lo avesse fatto solo per propaganda, quindi meglio evitargli l’imbarazzo. Ecco allora che abbiamo ritenuto di ospitare due capilista, uno della coalizione di centrodestra, l’altro di quella di centrosinistra, e di un esponente di Volt. Abbiam oiniziato ieri con Angelo Chiorazzo, capolista di Basilicata Casa Comune, a sostegno di Piero Marrese Presidente. Continuiamo oggi, con Pasquale Pepe, capolista della Lega a sostegno di Vito Bardi Presidente, concluderemo con Eustachio Follia di Volt. Buona lettura.
Il capolista della Lega deciso: “Non riconosciamo accordi di governo bilaterali, ma non ci siamo mai opposti ad un allargamento della coalizione”. Intervista a Pasquale Pepe, già Senatore della Repubblica e Vicepresidente dell’Antimafia, sindaco di Tolve e capoplista della Lega alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale della Basilicata.
di Angelomauro Calza
Come la chiamo? Avvocato, senatore o sindaco?
Va benissimo Pasquale. Lasciamo da parte le formalità, ci diamo del tu
Ci ritroviamo un Pasquale Pepe candidato capolista della Lega in Basilicata che per diverse settimane è stato indicato come uno dei papabili alla candidatura a Presidente della Regione Basilicata nel caso in cui fosse venuta meno la ricandidatura di Vito Bardi. Ci può raccontare qualche retroscena di questi tira e molla del centrodestra, più che altro legati ai rapporti tra Meloni, Salvini e Tajani e agli esiti elettorali di altre regioni, Sardegna in primis?
Più che retroscena, noi siamo una coalizione nata nel 1994 grazie a Silvio Berlusconi, per cui ha dei meccanismi abbastanza consolidati nella gestione sia della fase preelettorale che quella successiva, quindi di governo e più amministrativa, per cui evidentemente la Lega avrebbe potuto e voluto avere un Governatore al Sud, le cose sono andate come sappiamo e ormai è pagina voltata, andiamo avanti. Il mio obiettivo è portare, insieme ai miei dirigenti, quanti più voti è possibile alla Lega e portare una notevole percentuale., Sono convinto che questo accadrà perché in questi giorni di contatto con le piazze e con le persone il sentimento che respiriamo è un sentimento molto positivo. Adesso a noi interessa vincere come coalizione, incidere come dato elettorale come Lega e successivamente incidere come forza di governo
Quindi questi sondaggi che circolano e che danno una Lega in discesa sono strumentali a qualcuno e non rispecchiano fedelmente la situazione reale a suo parere?
No. Io ritengo che i voti si contino sempre il giorno dopo, per cui aspetterò quel dato per fare la mia analisi. Quel che è certo è che non mi sono depresso leggendo dei sondaggi che ci davano bassi, non mi sono esaltato leggendone altri che ci davano alti. Per cui l’obiettivo è tirare il più possibile e sono convinto che gran parte di quell’entusiasmo che registriamo tra i cittadini si tradurrà in un voto pesante che sapremo utilizzare al meglio.
Il Presidente ha chiuso degli accordi con soggetti che con il centrodestra fino a qualche settimana fa non avevano mai avuto niente a che vedere, salvo il loro ruolo di opposizione in Consiglio regionale. Ora Azione e Italia Viva si ritrovano con il centrodestra. L’accordo, così come è stato ufficialmente raccontato da entrambi, è stato siglato solo da Bardi e Pittella. Questo cosa significa? Che Lega e Fratelli d’Italia hanno dato a Bardi una sorta di delega a concludere questi accordi?
Per quanto ci riguarda accordi bilaterali non ne esistono, per cui non abbiamo conoscenza e non riconosciamo a questi accordi, laddove dovessero essere stati stipulati, nessuna efficacia. A noi interessa invece un accordo di solidità e solidarietà della coalizione, non ci siamo mai opposti ad un allargamento della coalizione, ma il punto fermo è che il centrodestra resti centrodestra, sia nelle sigle, sia negli uomini e nelle donne e soprattutto nelle azioni di governo, per cui dopo il voto, se dovessimo vincere, cosa che ritengo molto probabile, bisognerà pianificare a più mani tutto quanto il da farsi. Il ruolo della Lega sarà un ruolo di argine rispetto a derive che potrebbe prendere la coalizione, e sarà un ruolo di pungolo rispetto ad azioni più coraggiose e più incisive che nel passato non ci sono state.
Quindi questo potrebbe significare che se e quando dovesse capitare la Lega potrebbe esercitare un ruolo di opposizione laddove determinati provvedimento, azioni o atti della giunta o di Bardi non dovessero andare nella direzione da voi desiderata?
No. La Lega sarà forza di governo. Impedirà che magari si concretizzi il rischio di prendere direzioni sbagliate.
E come si comporterà nel caso in cui dovesse verificarsi che qualcuno degli alleati forzi il gioco?
Io credo che in questi cinque anni ci dovrà essere maggiore maturità politica di quelli precedenti. Decisioni importanti vanno prese collegialmente, ma soprattutto nell’ottica di una pianificazione strategica. Se tutto ciò si verificherà non ci saranno quei problemi di cui facevi cenno prima.
Veniamo alla “Pieni poteri”. Fratelli d’Italia ha posto come condizione principe per la ricandidatura di Bardi la sua revoca. Poi anche Pittella ha posto la sua revoca al primo punto dell’accordo. Cosa dice la Lega?
La Pieni poteri non ha funzionato, per cui la Lega fa una valutazione di merito, non ha alcun preconcetto. Non ha funzionato. Pare che ci sia una opinione generalizzata che va nella stessa direzione, per cui se qualcosa non funziona va cambiata, e noi la cambieremo.
Ci parli del punto cardine del suo programma elettorale
Noi partiamo dal lavoro. Pensiamo che il lavoro possa essere il punto di svolta della nostra regione, che sia la via maestra per poter combattere il male dei mali che è lo spopolamento. Lavoro significa sostenere le imprese, gli agricoltori, sostenere colori i quali ni qualsiasi ambito investono e rischiano di loro. Incidere sulle infrastrutture e fare in modo che la Basilicata, regione-cerniera del Mezzogiorno d’Italia, non lo sia soltanto dal punto di vista geografico, ma lo sia anche dal punto di vista socio-economico e politico. Noi partiremo propri odal lavoro. Chiaramente sappiamo che ci sono tanti interventi da fare, sia dal punto di vista strategico, come la sanità, ma anche dal punto di vista strumentale. Mi viene in mente che c’è l’esigenza di mettere su due Agenzie regionali. L’idea è Una che si occupi di forestazione in termini di produttività, e non come si è intesa sino ad oggi, ed una che si occupi di infrastrutture e di trasporti in modo da mettere in campo una regione più snella e veloce nelle decisioni e nelle azioni da mettere in campo e anche attraverso questo strumento guardare a quella platea di precari che gravita intorno alla regione. C’è una sacca residua di LSU, di beneficiari del Reddito minimo di inserimento, del TIS, ma anche tanti eccellenti professionisti che attraverso società private prestano la loro opera in favore degli uffici. Abbiamo quindi questo processo importante rispetto al quale vogliamo impegnarci e vogliamo anche agire con più coraggio nel settore energetico. Quindi procedimenti veloci, autorizzazioni veloci, meno burocrazia, più efficacia e poi sostenere la battaglia di essere avamposto, partendo dal Centro Olii di Viggiano, e utilizzando tutte le risorse che abbiamo, essere avamposto del processo rivoluzionario della transizione energetica e della decarbonizzazione. Con centri di ricerca, con formazione sia del personale già utilizzato, che con nuovo personale. Questa la nostra missione. La logica dei bonus va bene, ma se la Basilicata vuole diventare attrattive, come noi vogliamo, deve offrire futuro, speranza, solidità e stabilità.
Queste cose ovviamente le avrete discusse con gli alleati e con Bardi
Abbiamo approcciato in diversi momenti una serie di argomenti da mettere in ordine di priorità che saranno ripresi subito dopo il voto del 21 e 22 aprile
E quindi Bardi che margini di manovra avrà? Di quanta autonomia potrà godere e disporre nel suo mandato?
io credo che se siamo convinti di sposare uno stesso progetto andremo avanti tutti insieme spediti, ognuno con il proprio ruolo. Il Presidente che coordina e dirige, poi ci sono gli assessori che eseguono e poi c’è tutto il resto della “baracca” istituzionale che deve essere armonica rispetto al disegno politico comune
Ma soprattutto ci sta il popolo che giudica, no?
C’è il popolo che viene prima di tutto. Ho detto in un’altra intervista che la politica deve imparare a scegliere laddove la legge lo consenta professionisti e manager eccellenti, bravissimi, al di sopra di ogni dubbio e ogni sospetto al di là dell’appartenenza politica. Però la politica deve decidere e se la politica è autorevole sa decidere, se la politica è autorevole sa affidarsi a professionisti eccellenti. Diversamente la politica o delega, ma non è il caso nostro, oppure, timorosa, si affida a professionisti che non sono eccellenti: noi non abbiamo bisogno di questi, ma soprattutto non ne hanno bisogno i lucani.
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