Le riflessioni di inizio settimana, con Renzi che conforta Polese e Braia nell’andare a destra e Azione che oggi si riunisce per decidere la risoluzione finale

di Angelomauro Calza

Essì, che l’entusiasmo nel centrodestra per la ricandidatura di Bardi è stato secondo solo a quello dei potentini che si sono riversati nelle strade della città subito dopo aver appreso la proclamazione di Potenza Capitale dei giovani per il 2024. Per dirla alla paesana: “nun s’e’ capit’ nient’!” perché “hanno fatt’ nu’ burdell’!”. Insomma due emozioni così forti l’una a poche ore di distanza dall’altra hanno provocato interventi di ambulanze del 118 medicate e soccorsi d’urgenza perché le coronarie dei cittadini sono state messe a dura prova. Ovvio che nel centrodestra chi ha gioito di più, oltre a Vito Bardi ovviamente, sono le pedine del suo entourage, con in testa Gianpiero Perri, che potrà così ripartire con il Presidente in caso di rielezione. Bardi dopotutto, al di là delle opportunità del momento, è stato scelto anche perché negli ultimi mesi, grazie anche all’operato dei suoi spin doctors, ha messo in campo una serie di provvedimenti che hanno scosso non poco la Basilicata, quasi fossero tre super eroi in una sola persona: per dirla con la Marvel, l’uomo del gas (gas man, che attenti a pronunciarlo, che si potrebbe capire che si parla del famoso attore), dell’acqua (water man) e della “Pieni poteri” (Full Powers) ha conquistato sul campo notorietà. Forse non troppi consensi, ma la notorietà sicuramente. E va bene così. Ma ora? Riuscirà a trasformare la notorietà in consensi? Detto del poco entusiasmo, resta la constatazione che il centrodestra è altra cosa rispetto al centrosinistra. Le radici culturali sono le stesse, radicate, e anche se si litiga al momento del voto l’unità è sempre venuta fuori prepotente, tanto da consentire vittorie razionalmente insperate. A sinistra invece regna sovrana la divisione e la confusione. Lì accade perché le radici sono diverse, le culture anche, con i Cinquestelle che in Basilicata sembrano avviati verso una tornata elettorale all’insegna delle posizioni più identitarie, a differenza della Sardegna, quasi a voler spaccare il fronte del centrosinistra, con il rischio di trasformare il campo largo in un camposanto. E si registra che nel Partito Democratico non si pensa tutti alla stessa maniera, perché sono ex democristiani, ex repubblicani, ex socialisti, ex Psdi ed ex comunisti che danno vita, sostanzialmente, a una Organizzazione Geneticamente Modificata e per questo ibrida e non riproducibile, come il mais OGM: una volta piantato poi lo raccogli, ma se ripianti il seme raccolto non germoglia, finisce là la sua storia, (“ma almeno – dice la base – che in questa tornata si raccolga qualcosa”!) ma è fatto apposta così: te lo devi mangiare e basta. E però i diversi semi non sono evidentemente amalgamabili tra loro, ciascuno segue una sua via più digeribile dalla base. Ed ecco allora che le divisioni del centrosinistra rappresentano la vera, grande forza del centrodestra, specie in questo momento di grande animosità che pervade la vigilia del voto regionale in Basilicata, e soprattutto se alla patologica diversità di vedute si abbinano derive di personalismi vari. Ecco, vista così, per Bardi dovrebbe essere tutto facile: anche se non è detta ancora l’ultima parola, la sinistra lo aiuterà a vincere. Soprattutto se si avvarrà dei servigi di Italia Viva, anche se poi bisognerà attendere per sapere se anche Luca Braia, oltre a Polese, accetterà di schierarsi a destra, così come Renzi ha indicato. E se lo faranno con una lista di Italia Viva, che potrebbe non raggiungere l’obiettivo di eleggere un Consigliere regionale, oppure se ripiegheranno su una più sicura (ma non certa) protezione collocandosi nella lista del Presidente (che poi quanti ne deve eleggere stà lista? Tutti là si vogliono posizionare per sicurezza, ma se sono troppi l’unica sicurezza che si avrebbe è la grande insicurezza sul risultato finale!). Ci sta poi il rapporto con Lega e Fratelli d’Italia: accetterebbero nella coalizione la formazione guidata da Renzi? E a destra guarda, sia pur di sottecchi, Azione. Si sa della difficoltà dei rapporti tra Calenda e Renzi, finirà che si ritrovano? Cosa accadrà nella riunione di oggi? Trapela che quale che sarà la determinazione finale domani Marcello Pittella dovrebbe recarsi a Roma per ricevere il placet di Calenda, ma cosa sarà in discussione a Potenza? Appare improbabile una sterzata verso il centrodestra per due motivi: il primo è che proprio Pittella ha sempre dichiarato che con Bardi non c’è possibilità di intese, una chiusura netta dell’ex Presidente verso quello attuale.  A questo si aggiunga che a complicare le intese possibili ci sta la presenza a destra di Mario Polese, che nonostante gli endorsement sui social rappresenta sempre per Pittella una ferita difficile da rimarginare e il riuolo di separati in casa non è certo facile da recitare per nessuno.

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