Corre voce. Nel caso il Presidente sarebbe accompagnato all’incontro da Tajani, non si sa se ci sarà anche Salvini: sconosciuto il vero motivo della convocazione

di Angelomauro Calza

“Piange il telefono” cantava Domenico Modugno. Embè? cosa c’entra? Gira voce da qualche ora che Giorgia Meloni avrebbe alzato il telefono e chiamato in Basilicata. La voce gira e come sempre noi la riportiamo, salvo verificarne poi la fondatezza, sia chiaro, ma se tra i politici gira non possiamo non riportarla. Erano in molti e da tempo a ipotizzare e ad attendere il gesto collegato a una richiesta ufficiale a candidarsi al Presidente di Confindustria, Francesco Somma: quante volte abbiamo sentito e letto che non avrebbe potuto dire di no a una richiesta dell’attuale Presidente del Consiglio? “Se riceve una telefonata dalla Meloni si convince, sostenevano e sostengono in tanti. E invece pare che la telefonata sia arrivata, sì, ma non a Somma, bensì al Presidente Bardi: invitato a incontrare la Meloni domani, a Roma. Ma come? E perché? Dopo mesi di freddo e gelo nei rapporti, all’improvviso… Certo, se metaforicamente pensiamo alla canzone del 1975 adattata alla situazione di oggi, con le incomprensioni tra Bardi e Meloni e canticchiamo “Ma tu hai fatto qualche cosa alla mia mamma? Quando chiami tu mi dice sempre digli che non ci sono”, ma non siamo tragici, dai, pensiamo positivo. Mica è detto che il colloquio di domani (ripetiamo, sempre che ci sia davvero) debba necessariamente prendere una brutta piega, dai. Ipotizziamo allora le possibili ipotesi se al centro dell’incontro dovessero esserci elezioni regionali e ri-candidature. Prima ipotesi: “Caro Presidente, abbiamo deciso di ricandidarti e volevo essere io a darti la notizia per prima, visto che negli ultimi tempi non ci siamo molto piaciuti, però a patto che ti comporti meglio nei prossimi cinque anni”. Percentuale di probabilità bassissima, ma da non escludere. Seconda ipotesi: “Abbiamo deciso di ridare la candidatura a Forza Italia, ma purtroppo dobbiamo puntare su un candidato che eserciti più carisma sugli elettori e curi di più i buoni rapporti nella coalizione”. Percentuale di probabilità bassissima, ma da non escludere. Terza ipotesi: “Nonostante il caloroso appoggio “a lungo termine” del mai domo Antonio Tajani, ci vediamo giocoforza costretti a cedere la Basilicata alla Lega perché abbiamo preteso la Presidenza della Sardegna. Per questo discutiamo su possibili compensazioni”. Percentuale di probabilità alta. “Nonostante il caloroso appoggio del mai domo Antonio Tajani, ci vediamo giocoforza costretti a pretendere per noi anche la Basilicata dopo la Sardegna, in virtù dei mutati rapporti di forza all’interno della coalizione”. Percentuale di probabilità alta. Se le voci dovessero trovare conferma, a questi interrogativi se ne aggiungerebbe qualche altro. Per esempio: non è che ci sarà anche Salvini? Dopotutto è parte in causa. E quali sarebbero le possibili compensazioni? Una candidatura alle europee? Oh, “accà nisciuno è fesso!” Una postazione ministeriale, da sottosegretario? E quale? Con tutta la fila che ci sta ad aspettare un rimpasto? E poi ci sta da accontentare pure Solinas, che fanno gli altri? Lasciano che si salti la fila in due in maniera indolore? Altro interrogativo: ma come, Tajani predica da mesi che bisogna riconfermare i Presidenti uscenti e poi da una parte dimentica che in Sicilia è stata proprio Forza Italia a non riconfermare Musumeci preferendogli Schifani, e dall’altra non fa una ramanzina al suo Segretario regionale sardo che ha votato per l’estromissione di Solinas e la candidatura di Truzzu? Ma allora era tutto concordato? Sicuramente no, ma il dubbio sorge, sarebbe bene dirimerlo, perché altrimenti saremmo legittimati a pensare che anche la difesa a oltranza della ricandidatura di Vito Bardi in Basilicata altro non sia se non un semplice un atto dovuto. A tutti questi interrogativi avremo risposta domani. Sempre che l’indiscrezione si riveli fondata e veritiera.

 

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