Google amplia i suoi orizzonti e lancia l’anti Chatgpt: arrivata da qualche giorno la sua intelligenza artificiale

di Angelomauro Calza

 

Ho dato uno sguardo al telefonino per vedere che ora era: “Azz, s’ha fatt’ tard’”. Era tardissimo, più delle celebri due di notte di Troisi: il tempo era scappato via veloce da quando avevo ripreso in mano un libro che narra di Shakespeare come di colui che impersona un antico poeta cantore dei popoli celti: il bardo. Avvincente, ma più del libro era la poltrona a darmi piacere: le palpebre calavano a intermittenza sempre più frequente. Il bardo mi si parò davanti dal nulla, etereo, pian piano si incarnava in colui che esalta le aspirazioni o le tradizioni del suo popolo. Ma sogno, son desto o è fantasia? E se un bardo, singolare maschile, riesce a incarnare il popolo che rappresenta e difende, figuriamoci se si moltiplica e il nome si declina al plurale: bardi! E come d’incanto la figura si moltiplicò. Molto bene, così aumentano pure le azioni di difesa e anche il peso delle rappresentanze. “Ma non basta questo” “Ohibò! E chi è mò che parla?” Apparve un marinariello, con tanto di camisaccio blu con due bande bianche e due stelle. Appena lo videro i bardi come in un film di fantascienza vennero avvolti da una luce intensa, accecante. Fu solo per un attimo, il tempo necessario per unirsi tutti di un unico corpo. “E chi sei tu che ti presenti e sentenzi con sole due stelle? Io ne ho tre, portami rispetto!”. “Volevo dire che non basta per avere il sostegno popolo. E non bastano manco i sondaggi che abbiamo sollecitato ai giornali. E nemmeno le soffiate alle agenzie. Ci vuole altro”. “E dimmi allora, lo sai che ti sto sempre a sentire nonostante qualche guaio ogni tanto me lo combini” “Bisogna entrare in tutte le case e dialogare” “In tutte le case? E come facciamo?” “Il computer in ogni casa ci sta che lo ha dato una volta un Presidente che si chiamava Bubbico, quindi nelle case utilizzano Internet. Io consiglierei di comprarci Google”.

Il logo della Intelligenza artificiale lanciata da Google

“Ma tu si pacc’!!! E quanto devo spendere?” “Ma poco, si fa una pratica PNRR e paga l’Europa” “PNRR? E che è?” “E’ un acronimo: Per Non Restare Retrogadi. Bisogna essere al passo con i tempi. Comprate Google, statemi a sentì, che vi risparmiate di girare per tutte le case”. “Evvabbè, ma è generico. Che ne sanno che Google è mio?” “E ci vuole tanto a risolvere il problema? Gli lasciamo il nome Google perché è già conosciuto, e poi gli aggiungiamo il nome vostro, bardi. Però, per fare effetto, togliamo la i, così sembra americano: Bard. Google Bard lo chiamiamo” “Marinariè, ma tu o’ssaje che sta cosa m’ attizza?” “E per meglio ragionare con la gente, visto che non potete da solo parlare con tutti contemporaneamente, lo trasformiamo e ci aggiungiamo l’intelligenza artificiale, che tante volte è meglio di quella naturale. Già tengo lo slogan: Google Bard: risponde a tutti e a tutto. Ragiona con lui e premialo tra un anno”. Cosa fatta, accendo il computer e mi collego, digito Google Bard per fare quattro chiacchiere (ecchè, so’ più fesso degli altri?) e mi sveglio di colpo per andare a fare la pipì: era quasi mattino e intorno a me solo l’arredo di casa. I bardi erano spariti, come pure il marinariello. Poi mi viene la curiosità: ma il sogno è stato veritiero o no? Mi siedo, calpesto la tastiera con i polpastrelli e scrivo: google bard. Oh… esiste davvero da due giorni! Mò mi registro, chissà, se glielo chiedo, magari esce fuori chi sarà il nuovo Presidente della Regione Basilicata.

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