Perché mai un’alta personalità in predicato di succedere a Mattarella dovrebbe schierarsi per succedere a Bardi? Perché il centrosinistra lucano non trova sintesi progettuale?

di Angelomauro Calza

E’ il caso di ritornare sull’indiscrezione che abbiamo dato sabato riguardo l’ipotesi che qualcuno del centrosinistra avanzava riguardo la candidatura a Presidente della Regione dell’ex Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. Avevamo espresso dubbi e li riconfermiamo (AVEVAMO SCRITTO: Sì, potrebbe essere la soluzione dirimente, salvo verificare la fondatezza delle voci e sapere se l’ex Ministro degli Interni sia stata davvero contattata e, nel caso, quale sia stata la sua risposta: accetterebbe, nel caso, il rischio di porsi alla testa di una formazione oggi tutt’altro che coesa? Di tentare un’operazione di unificazione molto complicata? A rischio della propria autorevolezza e di un prestigio acquisito sul campo in anni di sacrifici al servizio dello Stato?), insieme però ad una certezza, ed è proprio dalla certezza che partiamo: la certezza che sul suo nome si ritroverebbero tutti. Potrebbero mai opporsi Salvatore Margiotta e Vito De Filippo?

il leader di Articolo Uno, on. Roberto Speranza

Roberto Speranza

O Maura Locantore? O Scarnato, Marrese e Cifarelli? Certo che no. E il gruppo di Roberto Speranza sarebbe davvero tanto incauto da non accettare una siffatta candidatura? E potrebbero i Cinquestelle dire di no a un ex Ministro del Governo Conte?

Giuseppe Conte

E i vescovi a quel punto non potrebbero decidere di sostenerla anche loro? C’è poco da fare: sarebbe una candidatura dirompente, e probabilmente anche vincente perché di sicuro attrarrebbe consensi anche da qualche frangia dell’attuale centrodestra e – perché no? – anche Azione e Marcello Pittella: sarebbe sinonimo di quella garanzia e autorevolezza di cui sono in cerca in tanti, forse tutti, e rappresenterebbe una bella grana per il centrodestra. E allora ipotizziamo che il nome sia davvero quello e passiamo avanti facendo entrare in scena i dubbi: su quale programma si baserebbe la candidatura? Su quale progetto? A prima vista sembrerebbe una ipotesi simile a quella che ha portato Bardi ad essere scelto dal centrodestra quattro anni fa: una donna delle Istituzioni, a livelli elevatissimi, stimatissima e autorevolissima, che dovrebbe tornare in Basilicata perché stimata. Certo, un bell’attestato da parte della sua regione di origine, ma politicamente?

Il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi

Chi ha – innanzitutto – certezza che abbia voglia di schierarsi? E perché, poi? Lei, come Ministro, l’ha voluta Mattarella, il Capo dello stato, non è stata indicata da alcun partito, quindi sarebbe mai disposta a venire a togliere le castagne dal fuoco a un centrosinistra incapace sino ad oggi di elaborazione e scelte politiche valide? Incapace al punto da non riuscire trovare sintesi o mediazione interna su uno o due suoi rappresentanti espressione di novità positive spendibili per progetti che guardino al futuro, di cui però sino ad oggi non c’è traccia? E allora la domanda vera è: cui prodest? A qualcuno interno al centrosinistra che potrebbe un domani spendere come su siffatta operazione? E perché mai – a fronte di questo quadro – Luciana Lamorgese dovrebbe accettare di mettersi in gioco per la Presidenza della Regione? Oh, qua mica stiamo parlando di una persona in cerca di realizzazione, diamine! Stiamo parlando di un’alta personalità, che ha ricoperto e ricopre ruoli di vertice nella piramide dello Stato e che un anno fa è stata anche in predicato di essere la prima donna Presidente della Repubblica: avrebbe potuto succedere a Mattarella e qualcuno vorrebbe farla succedere a Bardi? Dalla rappresentanza del popolo italiano a quella di una parte delle genti lucane (manco tutti)? Massì, dai, che gli spiritosi ci stanno ovunque, anche in quel centrosinistra che ad oggi non ha proprio niente da ridere. Luciana Lamorgese è una eccellenza che, proprio perché lucana, dobbiamo come lucani tenerci ben stretta, custodirla e non coinvolgerla in questioni locali di partito che richiedono una soluzione, sì, ma di sicuro non con quella che verrebbe poi strumentalmente utilizzata come panacea dei mali politici locali. Insomma, fossi io la Lamorgese, mi rifarei ad Amatore Sciesa: “Tiremm’ innanz’!”, anzi, meglio: “tiret’ innanz’!”

 

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