Intervista al leader di Basilicata Casa Comune: “Con un gesto di grande responsabilità ci ritroviamo accanto a Piero per vincere questa battaglia e dare una nuova speranza”.
In questi giorni di campagna elettorale avremmo voluto in maniera bipartisan pubblicare tre sole interviste: una al candidato Presidente di Centrodestra, Vito Bardi, l’altra a quello di centrosinistra, Piero Marrese, l’ultima a Eustachio Follia di Volt. Sta di fatto che non abbiamo voluto mettere in difficoltà il Presidente Bardi: per cinque anni non ci ha mai concesso interviste, pur richieste da noi più volte. Se lo avessimo ospitato in queste settimane che precedono il voto, vista la sua avversione a concedere attenzione ad Angelomà, qualcuno avrebbe quindi potuto pensare che lo avesse fatto solo per propaganda, quindi meglio evitargli l’imbarazzo. Ecco allora che abbiamo ritenuto di ospitare due capilista, uno della coalizione di centrodestra, l’altro di quella di centrosinistra, e di un esponente di Volt. Iniziamo oggi con Angelo Chiorazzo, capolista di Basilicata Casa Comune, a sostegno di Piero Marrese Presidente. Nei prossimi giorni, a seguire, le altre due. Buona lettura.
di Angelomauro Calza
Era il 5 luglio del 2023 quando per primi, dopo aver lanciato l’indiscrezione di una candidatura a Presidente della Regione di Angelo Chiorazzo, riuscimmo ad avere una intervista proprio dall’imprenditore di Senise. Cosa è accaduto poi in questi mesi e fino al 21 di marzo scorso è a conoscenza di tutti. All’epoca ( leggi qua https://www.angeloma.it/politica/esclusiva-chiorazzo-la-mia-candidatura-chiacchiera-estiva-non-ho-incontrato-nessuno-e-non-ce-nulla-di-concreto/ ci disse che non c’era niente di concreto, poi nei mesi successivi è stato il candidato Presidente di Basilicata Casa Comune e di parte del centrosinistra, alla fine è capolista della BCC all’interno della coalizione di centrosinistra, che dopo un lungo periodo caratterizzato da mille problemi e altrettante incertezze ha scelto di candidare a Presidente della Basilicata l’attuale sindaco di Montalbano Jonico e Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese.
Dottor Chiorazzo, iniziamo con una domanda che può sembrare maliziosa: il suo programma coincide con quello di Marrese?
C’è stata una lunga riunione tra tutti i partiti e movimenti che aderiscono al centrosinistra e si riconoscono in Marrese, il programma è stato stilato, è forte, robusto e chiaro. Devo dire con orgoglio che il nostro è stato il primo, siamo stati gli unici che mentre gli altri parlavano, da un lato e dall’altro, di posizionamenti, di posti da occupare, posizioni al sole da prenotare, noi giravamo i territori. E in ogni territorio abbiamo affrontato un tema, dalle crisi industriali a Melfi, all’acqua nel Senisese, alla sanità nel materano, altri temi a Potenza e così come agricoltura e turismo a Policoro, coinvolgendo anche tanti talenti lucani che vivono qui o lavorano all’estero.
Quindi il programma che lei sostiene è il frutto di un lavoro collettivo che poi ha fatto sì che quello che era il progetto di Basilicata
Sì, frutto di una lunga e accurata campagna di ascolto che è stata fatta.
La gente è curiosa, sui giornali ne ha lette tante, per radio ne ha sentite tante e sui social non ne parliamo. Da questo tira e molla che poi è scaturito in quella famosa vignetta, parafrasando una scena del celebre film Karate Kid, “Metti Chiorazzo, Leva Chiorazzo”, alla fine riusciamo a tirar fuori e svelare almeno qualche piccolo mistero? Parliamo dei nomi: è stato fatto veramente al tavolo, oltre al suo, il nome di Valluzzi? E il nome di Lamorgese?
Sono stati fatti tanti nomi, Lamorgese non l’ho mai sentito. I nomi reali che sono stati presi in considerazione non sono mai usciti sulla stampa, e per correttezza mi consenta di non dirli, tranne uno: Nicola Valluzzi era stato individuato come uno dei nomi più credibili e autorevoli, poi superato per alcune vicende che magari racconteremo a fine campagna elettorale.
Sia pure per altri versi, anche il centrodestra non ha partorito serenamente il nome del suo candidato Presidente
Il centrodestra sulla candidatura di Bardi ha offerto ai lucani uno spettacolo indecente, perchè si è stati legati ai risultati di Sardegna e Abruzzo, poi agli ordini che arrivavano da Roma. Certo, anche il centrosinistra non ha dato un bello spettacolo di sé, abbiamo cominciato a discutere con veti e controveti sul mio nome, certamente non provenienti dalla politica ma da altre vicende, e questo ha portato a un logoramento che è durato 10 o forse 15 giorni che ci ha visti passare da 4 sondaggi che ci davano in netto vantaggio sul centrodestra, oggi ad inseguire. Poi è stata fatta una sintesi su Piero Marrese. Per noi sarebbe stato più facile mandare tutti a quel paese e andare da soli, i sondaggi in quel caso ci premiavano, ci davano in una corsa in solitaria tra il 17% e il 23%, ma dopo una lunga riflessione con tutto il gruppo che ha contribuito alla nascita e allo sviluppo di Basilicata Casa Comune, ci siamo detti che eravamo nati per essere alternativi al peggior governo che questa regione abbia mai avuto, questa destra che ha impoverito e distrutto la Basilicata, ma anche per rinnovare il centrosinistra. Bisognava farlo da dentro, quindi con un gesto di grande responsabilità abbiamo aderito, ci ritroviamo accanto a Piero per vincere questa battaglia e dare ai lucani una nuova speranza.
C’è una vecchia barzelletta che dice che quando è morto Carlo Marx “Lassù” fu deciso di metterlo alla portineria del Paradiso, proprio perchè lui potesse essere in grado di rispondere a chiunque andasse a disturbare nostro Signore e chiedesse di lui “Dio non c’è”. Partendo da questa metafora, come mai per 4 mesi, tutti “i non centrodestra”, si sono concentrati a dire “Chiorazzo no!” e non hanno invece agito per contrastare questa candidatura lavorando a un progetto loro, una proposta che fosse alternativa e credibile per addivenire così magari a un’intesa dalle basi più solide rispetto a come si è realizzata?
Il PD inizialmente all’unanimità dei presenti e con una minoranza esigua che era contraria ha aderito subito alla nostra proposta, così come i Verdi, il Centro Democratico e Più Europa. Gli scettici sono stati gli altri partiti residuali e i Cinquestelle, che hanno perseverato nel tenere questa posizione e lo dovranno spiegare loro ai loro elettori, non certo noi. Quando io dico che questo centrosinistra va rinnovato lo dico con tanta convinzione anche per queste sigle, spesso vuote, che hanno contribuito a creare confusione.
Il partito più forte, preso non come coalizione, senza dubbio è quello dell’astensionismo. Lei personalmente come ha già iniziato ad agire e comportarsi nel tentativo di recuperare al voto almeno una parte di questo elettorato?
Dopo un grande lavoro il laicato cattolico ha presentato un libricino che si chiama “Segni di speranza”: in quel libretto c’è un appello ai lucani a prendere in mano il proprio destino, a scendere in campo e occuparsi della vita pubblica che per troppi anni è stata bistrattata. Noi veniamo da troppi anni di malgoverno, che non è certamente iniziato con i 5 anni del governo Bardi che è stato pessimo, assente, distruttivo, è mancata la politica, ma anche prima. Oggi quel mondo, cioè l’ultimo presidente del centrosinistra, Pittella, si trova alleato con Bardi, e già questo dice molto di quanto sia caduta in basso la politica anche in Basilicata. Noi nasciamo esattamente per questo, per dire ai lucani che la politica non è quella che hanno visto negli ultimi 10 anni se non di più, ma che la politica è altro, è bellezza, servizio, come diceva Paolo VI è la più alta forma di carità, la politica deve ritornare ad essere intrisa di cultura, di passione, di voglia di occuparsi del destino degli altri. Però ovviamente siamo stati abituati a una “politica politicante” che ha portato la Basilicata in una situazione quasi irreversibile, e ce lo dicono tutti gli indici, compresi quelli sulla sanità per cui ormai siamo gli ultimi in Italia per molti indicatori sulla qualità.
-Bardi ha posto in essere delle azioni per combattere lo spopolamento della Basilicata, e parrebbe che ci sia riuscito solo in parte, il saldo è negativo, nonostante i tanti dirigenti regionali che sono stati chiamati a venire qui da Napoli. E’ ovviamente solo una battuta, ma Lei come intende arginare questo fenomeno che interessa non più solo i cervelli, ma tantissimi cittadini di una regione che offre ben poco sotto tutti i punti di vista?
Dopo mesi in cui ci siamo concentrati ad ascoltare le persone e a rilevare i problemi maggiori che vedevamo in Basilicata, già il 16 dicembre nel nostro primo evento a Potenza ho detto che ci sono tre questioni: la sanità, il lavoro e le infrastrutture che meritano un vero e proprio Piano Marshall, un piano straordinario d’azione da mettere in campo già il primo giorno, quando ci insedieremo. Sulla sanità abbiamo già detto, è una ferita aperta sulla pelle dei lucani e bisogna riorganizzarla, perchè ci sono tanti bravi professionisti ma è mancata l’organizzazione, proprio perchè abbiamo portato da fuori persone che non amavano la Basilicata, non la rispettavano, non la conoscevano, e hanno prodotto il disastro che vediamo oggi. Il secondo è il dramma del lavoro: bisogna individuare politiche del lavoro, perchè l’unica modalità per fermare lo spopolamento è dare il lavoro ai lucani. Io sogno di fare un appello ai lucani che sono in giro per il mondo, sia ai nostri giovani super laureati che agli altri lavoratori, di ritornare perchè il lavoro qui c’è. Qui c’è tanta ricchezza, io dico che siamo la regione più ricca d’Italia e forse d’Europa, dobbiamo utilizzare quella ricchezza per generare lavoro che serva a ripopolare le nostre terre e serva a far vivere bene in Basilicata dove la qualità della vita è altissima se c’è il lavoro, e far si che si possa ritornare a vivere bene e vivere vicino ai genitori e ai nonni. Anche perchè da un po’ di tempo assistiamo a un fenomeno nuovo, insieme ai giovani vanno via i genitori che vanno a curarsi vicino alle grandi città. Abbiamo speso un miliardo di Royalties in marce elettorali senza creare un solo posto di lavoro.
La questione delle famiglie che si spostano, non più solo per motivi legati alla salute. Ce ne sono molte che nel fare un bilancio familiare, tenuto conto dei costi che devono sopportare per mantenere uno o più figli a studiare fuori, decidono di trasferirsi. Ma questo pone forse un problema non tanto di costi e lavoro, quanto indirizzo dei giovani verso l’Università di Basilicata che probabilmente non è attrattiva.
L’Università di Basilicata va aiutata, forse anche a ripensarsi, e a ripartire dai fondamentali. La Basilicata è ricca di acqua e petrolio, lo accennavamo poco fa, ma non si può non partire dalla realtà. La Basilicata deve diventare un polo attrattivo per esempio su queste materie per attirare studenti, magari con master e scuole di specializzazione, che possano venire qui da tutta Europa a formarsi, avendo accanto all’Università pozzi di petrolio.
Autonomia differenziata. Che vogliamo fare? Non è che Bardi quando ha detto di sì aveva in mente di mettere il pagamento di pedaggio fra Lauria e Lagonegro sull’A2 oppure anzichè dare i soldi a Trenitalia farsi pagare da lei per consentire ai treni di attraversare la Basilicata?
Io non so cosa avesse in mente Bardi, so solo che è vergognoso che sia stato l’unico presidente delle regioni del sud a dichiararsi favorevole, e a farlo senza neanche riunire il Consiglio Regionale, mancando così di rispetto ai lucani e al Parlamento lucano. Io credo che il primo atto che faremo è una proposta di legge per dire no all’autonomia differenziata che rischia di essere la tomba definitiva della Basilicata, per la sanità, per i servizi e tutto quello che ci vede oggi distanti dal nord. Insieme all’autonomia differenziata c’è un altro problema che rischia di essere una bomba per i lucani, ed è il deposito di scorie nucleari. Non è un caso che di nuovo con un governo nazionale di destra si sia individuata la Basilicata come luogo idoneo allo stoccaggio con 9 siti individuati. Faremo una grande manifestazione per sensibilizzare i lucani su questo tema.
Si sa che Bardi è stato ricandidato dopo aver vissuto una serie di circostanze e che ha accettato alcune condizioni, che ha dovuto cedere ad alcune richieste di Fratelli d’Italia e della Lega, ma anche che ha firmato un accordo di programma con Azione e con Pittella. Al di là dei programmi che sostanzialmente sono sempre gli stessi, la cosa più importante è che lui ha sottoscritto un accordo di rinuncia alla “Pieni poteri”. Ciò significa che se i numeri della politica valgono ancora qualcosa, qualche difficoltà nell’approvazione o meno di provvedimenti importanti potrebbe trovarla ogni tanto in Consiglio. Ma dall’altro lato c’è concordia tra Lei, Marrese, i Cinquestelle e gli altri? O anche da voi in caso di vittoria potrebbero verificarsi quei piccoli incidenti di percorso che potrebbero minare la maggioranza?
Dall’altro lato c’è mancanza di rispetto per l’intelligenza dei lucani, perchè io credo che non ci sia un solo lucano che creda alla storiella dell’accordo fra Bardi e Pittella su un accordo programmatico, è un accordo di potere vero e proprio ed è un accordo di potere imbarazzante. Per quanto riguarda il lato nostro abbiamo discusso fortemente con il Movimento Cinquestelle e con gli altri, oggi c’è una piena sintonia su ciò che vogliamo per il futuro e per il bene della Basilicata. Ovviamente io spero che i lucani premino l’unica novità che c’è oggi nel panorama regionale che è Basilicata Casa Comune, più forza ci danno e più ci sarà possibilità di un vero cambiamento.