Ha creduto nell’unità del centrosinistra più del centrosinistra stesso e gli accordi con Azione e Italia Viva ora gli consentono di poter meglio contrastare gli avversari. Chiorazzo riunisce la coalizione schierandosi con Marrese
di Angelomauro Calza
Lo avevamo sostanzialmente accusato di voler stravincere penalizzando così i suoi amici di sempre. Ci siamo sbagliati. Avevamo scritto ( leggi qua l’articolo in questione ) che il Presidente Bardi nello stringere accordi con Azione e Italia Viva mirava al grande risultato elettorale che però – in caso di vittoria – avrebbe avuto come conseguenza ilpossibile ingresso in Consiglio tra i banchi della maggioranza di almeno tre Consiglieri ex centrosinistra, con altrettanti mancati eletti di provata fede di centrodestra.
E abbiamo anche parlato di malumori interni alla sua coalizione proprio per questo motivo, tant’è che si vociferava di mal di pancia, borbottii, mugugni e brontolii interni legati al fatto che gli accordi li aveva stretti Bardi da solo e non con Fratelli d’Italia e Lega, non coinvolti direttamente nelle trattative. Alla luce dei fatti degli ultimi giorni e delle ultime ore, Bardi da Presidente è ritornato generale: ha pensato bene, metaforicamente, di coprirsi la ritirata in quel che da campo largo, poi camposanto, poi campo visivo, è diventato un campo di battaglia. Evidentemente il Presidente ha creduto nella ricomposizione del centrosinistra e dell’unione delle forze politiche a lui avverse più di quanto non ci abbia creduto il centrosinistra stesso, ed ha posto in atto per tempo le contromisure. Mesi fa, quando si parlava delle elezioni che sono ormai vicine, era pensare comune che quasi certamente l’ago della bilancia sarebbero stati Italia Viva e ancor di più Azione e Marcello Pittella. Tralasciando vicissitudini che ormai conosciamo tutti, Bardi con Pittella ha chiuso l’accordo assicurandosi un non trascurabile pacchetto elettorale. Dall’altro lato intanto dopo giorni di tira e molla il centrosinistra dato per spaccato ( e spacciato) si è invece ritrovato, con protagonista Angelo Chiorazzo (all’orgoglio personale e ai giustificati desideri di rivalsa ha anteposto l’obiettivo di sconfiggere Bardi e il centrodestra) che alla fine ha ceduto e in conferenza stampa congiunta ha annunciato il ritiro della sua candidatura a Presidente per convergere su Piero Marrese candidato dell’altra parte del centrosinistra ora unito.
Tralasciamo la considerazione che il segretario di un partito dopo che per mesi ha difeso un progetto e un candidato creando non pochi attriti trasversali (che ci hanno resi lucani protagonisti di sceneggiate nazionali che hanno impedito la formazione rapida di una coalizione competitiva) e all’improvviso converge su un progetto che lo porta dall’altro lato un attimo dopo la stipula dell’accordo avrebbe dovuto mettere sul tavolo del suo partito le dimissioni da segretario. Di solito. Una volta, quando la politica era una cosa seria, ci si dimetteva anche per responsabilità risibili, ma oggi la politica è altra cosa, quindi viva il segretario! Pensiamo allora al risultato positivo che i protagonisti, segretario compreso, hanno raggiunto: tutti insieme ora possono davvero pensare in maniera concreta di lavorare per vincere le elezioni. Sì, a sinistra ora sono uniti, ma lo è anche il centrodestra, che, in più, si ritrova ad avere dalla sua quei due partiti, Italia Viva e Azione, che tornano a rappresentare davvero l’ago di quella bilancia che al momento sembrerebbe pendere un po’ di più dalla parte di Bardi che, al di là di critiche, battute, vignette, citazioni fiorelliane e attacchi personali, ha dimostrato in questo caso tutta la maestria e la lungimiranza nel saper prevedere le mosse del nemico proprie dei grandi condottieri formatisi prima alla Nunziatella e poi sul campo. Nel frattempo il centrosinistra pedeva tempo a giocare a moscacieca.