La situazione nazionale degli Azzurri e dei moderati di centro condiziona le dinamiche politiche regionali. Prevedibile il dialogo con Noi Moderati e Azione per una intesa solida

di Angelomauro Calza

 

Parlavamo ieri delle dinamiche interne a Forza Italia, con la competizione in atto tra Antonio Tajani e la famiglia Berlusconi e le ripercussioni che questa contesa esercita con inesorabili e naturali risonanze ed effetti anche nei rapporti tra i partiti di centrodestra e dell’area moderata di centro nelle realtà territoriali del partito.

Antonio Tajani intervistato da Angelomà

A ben vedere, in uno con le discussioni interne agli azzurri, anche l’adesione di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini a Noi Moderati dopo la finta della costituzione di Centro Popolare con la terza fuoriuscita, Giusy Versace, cambia di molto gli scenari. In realtà la Gelmini dopo aver lasciato Forza Italia dissentendo sulle indicazioni di voto che andavano contro la fiducia a Mario Draghi, era approdata ad Azione, ma la fiducia verso Calenda e il suo progetto sono pian piano venute meno quando ha iniziato a prendere corpo e anche anima l’ipotesi di un’alleanza organica con il centrosinistra. Questa azione improvvisa, da fantasiste, momentaneamente allontana il possibile, progettato accordo tra Lupi e Tajani anche perché lo stesso Tajani, in crescita, sostanzialmente rifiuta qualunque tipo di ingresso in Forza Italia. E arriviamo così alla Basilicata, dove una delle opzioni sul campo era l’ingresso di Francesco Cannizzaro in Forza Italia, che sarebbe servito a scongiurare possibili soluzioni di leadership locale a Marcello Pittella, in possesso di tutte le qualità per poter svolgere il ruolo, secondo le fantasie disneyane di qualcuno: figuriamoci! Cannizzaro, invece, lui sì, sarebbe stata la mossa giusta per rilanciare una leadership azzurra che contrastasse in qualche modo il quartetto attualmente alla guida del partito: Bardi, Casellati, Viceconte e Taddei, fedeli ad Antonio Tajani, e portare un po’ della famiglia Berlusconi in Basilicata. Tutto ruota intorno al fatto che tutti e quattro sono politici attenti, preparati, ciascuno svolge un ruolo determinante, ma nessuno racchiude in sé le caratteristiche proprie di un leader, ciò di cui ha bisogno Forza Italia in Basilicata: si completano a vicenda, quattro per uno, un po’ come il quartetto Cetra, sanno cantare tutti, ma il meglio lo danno in coro, sono bravi, ma in Basilicata c’è bisogno di un Claudio Villa. Dicevamo di Francesco Cannizzaro: le ultime vicende alla fin fine gli fanno comodo perché l’ingresso di Carfagna e Gelmini significherà il rilancio di Noi Moderati, che aprirà degli scenari diversi, e però lo allontana da Forza Italia, fortificandolo nel contempo nel ruolo di imprescindibile alleato. Secondo alcuni i segnali di questo periodo con Renzi e Calenda che tentano il rientro nel centrosinistra e la fuoriuscita di alcuni di Azine e di Italia Viva verso il centrodestra lasciano presupporre un futuribile bipolarismo del tipo Berlusconi-Prodi dei tempi che furono e quindi il progetto di centro tanto sostenuto e inseguito negli ultimi mesi sarebbe definitivamente abbandonato, non avrebbe più il giusto humus per continuarne la coltivazione. Esiste poi anche una voce sempre più insistente di un possibile incontro al centro che vada da Forza Italia fino al PD, tenendo fuori gli estremismi.

Cannizzaro e Lupi

Forza Italia tenderebbe quindi a ricompattarsi con il centrosinistra e se questo dovesse essere in tempi ragionevoli, spiegherebbe anche il fermento che c’è nel PD lucano dove ci si sta già attrezzando per le Politiche forse anticipate. Tutti attendono un rimpasto di governo subito dopo la legge di bilancio, poi tutto il resto sarà posizionamento per le Politiche. Se avviene sin da ora a tre anni dalla scadenza potrebbe essere foriero di elezioni anticipate. Allontanandosi per il momento l’ipotesi di federazione dell’area moderata, Forza Italia in Basilicata ha un problema perché rispetto ad altre regioni Noi Moderati è ben presente e potrebbe colmare alcune lacune proprie degli azzurri, come ad esempio la mancanza di un leader, e così il rilancio dell’area moderata non potrebbe non passare da una sua fusione con Azione e con Lupi. Mentre a livello nazionale Forza Italia rispetto a Noi moderati e Azione (che ormai è in disarmo, con Calenda anticipato da Renzi nella mossa a sinistra), almeno nei sondaggi riesce a captare quest’area moderata di centrodestra salvo quel che succederà nel partito di Lupi con l’ingresso di Gelmini e Carfagna, invece in Basilicata Azione ha un pezzo da novanta come Pittella e Noi Moderati reciterà la propria parte rendendo così un po’ più complicata la vita di Forza Italia se Forza Italia non inizia a dialogare con loro.

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