Sembrano delinearsi facce e nomi dei nuovi assessori regionali. Oltre alla quota rosa unica donna eletta in Consiglio, certe le presenze di Cupparo, Pepe e Pittella. Cicala? Uno dei due avrà una delega, l’altro la Presidenza del Consiglio
di Angelomauro Calza
No, l’ora non è ancora…Giunta, ma il nuovo esecutivo regionale sembra già apparire all’orizzonte, assumere contorni se non definiti, indicativi. Le sagome che si profilano fanno intendere sembianze e caratteristiche che portano a individuare chi sono i soggetti che, come nei migliori film western, camminano sole alle spalle per non farsi bene identificare mettendo in difficoltà chi si sforza di capire chi gli sta venendo incontro. Ogni sole che tramonta è un passo in più verso la chiarezza.
E il Presidente Bardi però le idee deve averle già abbastanza chiare, se ha comunicato il giorno dell’annuncio ufficiale. Tra i cinque che camminano in ombra, illuminati da dietro da un rosso fuoco macchiato di giallo e arancio, il posto centrale spetta non solo per galanteria alla donna.
Quella Maddalena Fazzari esponente di Fratelli d’Italia, uno dei punti fermi dell’Esecutivo che verrà, unica donna eletta in Consiglio con quasi 5.000 preferenze, dietro solo a Carmine Cicala, ma per poche decine di voti, che sarà protagonista di una sorta di promozione sul campo: da assessore comunale di Potenza a ricettrice di una delega nella Giunta regionale, cribbio! Quale? Ancora presto per dirlo, ma un posto appare certo. Chi dovrebbe e potrebbe, altrimenti, indicare una donna? A chi si potrebbe chiedere di sacrificare un eletto in Consiglio per dare il nome di una esterna? A Forza Italia? Mannò. Che donna espressione di Forza Italia… Anche gli azzurri hanno già un punto fermo in Giunta:
Franco Cupparo, primo degli eletti e – da come sembra – artefice principe dell’operazione che ha portato Marcello Pittella e Azione ad aderire alla coalizione di centrodestra, fattore determinante per la vittoria di Bardi. Quel Cupparo che a Francavilla, alle ultime Europee, ha portato il partito al 55 per cento: come si fa ad escluderlo? Chi ne avrebbe il coraggio? Solo in un caso Cupparo potrebbe essere sostituito verosimilmente da Aliandro: se lui stesso dovesse decidere di rinunciare. Però, poiché in politica tutto è talmente certo da far sembrare tutto incerto, se per un motivo qualunque dovesse risultare escluso non per sua volontà allora resterebbe Consigliere semplice, sì, ma dopo aver lasciato Forza Italia. Ovvio che in caso di assegnazione di una delega a lui spetterebbe quasi di diritto quella di Assessore alle Attività Produttive, non fosse altro che per continuare il lavoro che aveva iniziato e lasciato a metà.
Terzo assessore, terzo punto fermo: Pasquale Pepe della Lega. Nelle interlocuzioni con gli altri della maggioranza – così come trapelato – pare aver detto fin troppo chiaramente che non intende delegare ad altri, quindi l’assessore leghista sarà lui, a prescindere dal risultato elettorale di Potenza, da Fanelli e dalla quota rosa.
Quarto punto fermo: Marcello Pittella. Anche lui non intende affatto delegare ad altri quell’assessorato alla Sanità cui non ha mai nascosto di aspirare. E’ una sfida, rappresenta una rivincita, una rivalsa e anche una dimostrazione che non teme niente e nessuno: la Sanità lucana va affrontata, gestita, riorganizzata e salvata secondo il suo pensiero e con lui protagonista in prima persona, senza possibilità di alternative di nomi. Anche lui ha da portare a termine un lavoro iniziato anni fa. La quota rosa? L’avvocato Laino, prima dei non eletti, sarebbe potuta entrare in gioco solo con una elezione a Bruxelles, cosa che non è avvenuta, e lo stesso dicasi per le ipotesi avanzate su Nicola Morea. E allora, prima della conclusione, ricapitoliamo le ipotesi sin qui avanzate: Pittella alla Sanità, Cupparo alle Attività Produttive, Fazzari e Pepe in attesa.
Di cosa? Beh, di capire cosa accadrà in Fratelli d’Italia per l’altra delega. Le aspirazioni legittime di Carmine Cicala, dopo cinque anni da Presidente dell’Assemblea reigonale, sono sempre le stesse: Agricoltura e Vice Presidenza. Ma se così fosse, cosa ne sarebbe di Cosimo Latronico, amico di Fitto, e della rappresentanza territoriale di Matera? Sì, l’ex parlamentare ed ex assessore in questo caso verrebbe dirottato alla Presidenza del Consiglio, che equivale ad un assessorato negli equilibri degli incarichi istituzionali, ma in Giunta, di fatto, Matera sarebbe fuori. Ecco allora che l’ipotesi che va prendendo piede sempre più è quella che vedrebbe Latronico riconfermato in Giunta con in più la carica di Vice Presidente, e Carmine Cicala riconfermato alla Presidenza del Consiglio.
Un riconoscimento per il lavoro svolto in un ruolo di grance prestigio. In questo modo gli equilibri interni a Fratelli d’Italia, con in Giunta una fittianmeloniana e un fittiano e con la Meloni che sarebbe rappresentata anche in Consiglio con la massima carica, sarebbero salvi. E Forza Italia? Basterebbe a Forza Italia un assessorato? Dopotutto a ben guardare i numeri, Fratelli d’Italia replicherebbe le postazioni che furono cinque anni fa assegnate alla Lega: due assessorati e il Presidente del Consiglio. Ma all’epoca la Lega ottenne ben sei Consiglieri, Fratelli d’Italia ne ha eletti quattro. E Forza Italia ora ne ha eletti tre, quindi se gli azzurri pretenderanno qualcosa in più ci sta, in cambio di questo assetto alla Regione. E quel qualcosa consiste in postazioni di rilievo nella assegnazione degli Enti sub-regionali. Come a dire: non si tocca Basilicata Sviluppo, non si tocca Acquedotto Lucano, e in più almeno un altro paio di Enti devono aggiungersi a questi due. Ma, a questo punto, qualcuno potrà dire: e Mario Polese e Italia Viva? Beh, Mario Polese in questo caso potrebbe non avere nulla a pretendere. Lui avrebbe dovuto candidarsi nel centrodestra, sì, ma con la lista di Italia Viva. Sarebbe però stato problematico ottenere una rielezione, dove li prendevano i voti necessari?
Allora Bardi gli è venuto incontro candidandolo e facendolo eleggere con la sua lista, per questo inimicandosi – in nome di una agevolazione concessa a Matteo Renzi e Polese – anche uno dei suoi uomini più fedeli, quel Vincenzo Baldassarre che pure è stato pronto a seguirlo ogni qualvolta gli è stata chiesta una mano, arrivando persino ad accettare di essere assessore per una settimana attirandosi critiche ed epiteti di ogni sorta, pur di sostenere “il suo” Presidente. Nonostante questo alla chiusura della campagna elettorale, la stessa sera della chiusura di Polese, Bardi ha preferito presenziare al comizio di di Italia Viva e non a quello di Vincenzo Baldassarre.
Senza la candidatura di Mario Polese in Orgoglio Lucano Baldassarre, primo dei non eletti, quasi certamente sarebbe di nuovo in quel Consiglio regionale dove invece Mario Polese siede di nuovo grazie proprio a Vito Bardi: cosa chiedere di più? Forse grande fedeltà al Presidente, ma riuscirà ad essergli più fedele di quanto non abbia fatto Baldassarre che – pare – con Bardi non vuole manco più parlare?