Le analogie del Presidente del Potenza Calcio con Silvio Berlusconi: indiscutibili capacità imprenditoriali
di Angelomauro Calza
Non è un panegirico né una critica ancor meno una celebrazione o un biasimo: queste cose le lasciamo a chi ha un qualsivoglia interesse ad elogiare o a stroncare. Guardiamo i fatti, senza occuparci di quel che c’è dietro i fatti. E a riflettere sugli avvenimenti della vita di personaggi pubblici locali e della genesi dei loro successi, fatte le debite proporzioni, non possiamo non giungere alla conclusione che sono molte le similitudini che accomunano quel che è stato Silvio Berlusconi a quello che è Donato Macchia. Imprenditori entrambi. Berlusconi ha iniziato con Milano 3, Macchia un qualche immobile importante pure lo possiede (oh, Milano è MIlano, una Potenza 2 dove la costruisci?). L’uno ha finanziato e fondato “Il Giornale”, l’altro “La Nuova”. Televisioni? Entrambi ci hanno investito. Giornalisti fidati? Beh, Emilio Fede a parte, entrambi ne hanno avuti e ne hanno più di uno. Berlusconi ha preso prima il Milan poi il Monza? Macchia prima il Rionero ora il Potenza Calcio. Una bella donna da lanciare in politica? Lo hanno fatto entrambi. La costituzione di un partito? Detto fatto: l’uno Forza Italia, l’altro sta già provvedendo, è in dirittura d’arrivo. E come Berlusconi, Donato Macchia tiene pure un affezionato cagnolino! Sì, non è un barboncino bianco come Dudù, ma un ricercato bassotto arlecchino di nome Hugo: cosa cambia? I gusti sono gusti. Il quadro pare completo. Insomma, al di là di tutto, se consideriamo anche una piccola galassia di redditizie attività imprenditoriali meno manifeste, ma operative e operose, così come Berlusconi anche Macchia sta dimostrando la sua versatilità imprenditoriale, il suo sapersi guardare intorno, prevedere in anticipo il mercato e investire a 360 gradi, con oculatezza e lungimiranza. Ma allora, familiarmente e tra amici, potremmo utilizzare parlando di lui simpaticamente e mai per scherno lo pseudonimo “Macchiusconi”? E perchè no? O “Berlacchia”? E perché no? Importante è che siano neologismi aplologi, espressioni sincratiche mai intese in senso dispregiativo od offensivo, ma indicative e sintomatiche delle indubbie capacità di Donato Macchia. Al di là di ogni credo politico, di simpatie e antipatie, così come sono indiscutibili le intelligenze imprenditoriali di Berlusconi, altrettanto si può dire (ribadiamo: fatte le debite proporzioni) di quelle che sta dimostrando Donato Macchia: cosa gli manca? Niente! Ah… no… manca ancora solo una cosa: il cavalierato, ma prima o poi arriverà anche quello.