Un artista scende da Milano nella capitale europea della cultura: “Ecco, mi sono detto, questa è l’immagine dell’Italia che vorrei vedere: la contemporaneità convive con la memoria del proprio passato e dona nuove funzioni a spazi che, altrimenti, sarebbero in abbandono”. Uno straordinario scenario che aveva sedotto da tempo grandi registi LO SGABELLO DEL CITTADINO (IL NOSTRO SPEAKER’S CORNER) testo di Vanni Cuoghi* per Giannella Channel
testo di Vanni Cuoghi* per www.giannellachannel.info
A Matera ero stato per la prima volta con alcuni amici nell’estate del 2011. La città mi aveva colpito tantissimo, non avevo mai visto niente del genere. Avevamo alloggiato in un B&B nei Sassi e le stanze erano ricavate dalle vecchie abitazioni scavate nella pietra. Da un grande buco nel pavimento, coperto da una lastra di vetro, potevamo vedere lo spazio che era stato, a suo tempo, un frantoio e successivamente una stalla. Tutto era illuminato magistralmente, sembrava un presepe in agosto: un luogo magico, silenzioso e molto misterioso. Alla sera i vicoli si accendevano e la temperatura permetteva di passeggiare e perdersi per il labirinto di case e stradine. Veniva voglia di parlare sottovoce e la domanda che mi ronzava in testa era perché ci fosse così poca gente in un posto così bello.
Ci sono tornato quest’anno e, se allora mi era sembrata bellissima, adesso l’ho trovata… invincibile. Invincibile, perché non c’è partita: questa doveva essere per forza la Capitale Europea della Cultura 2019.
Rispetto al 2011, l’ho trovata ingentilita, pronta ad accogliere i turisti da tutto il mondo in modo suadente e attento.
Chiese rupestri aperte, ben segnalate e illuminate, che ospitano mostre di arte contemporanea, piccoli bar, che sconfinano nelle piazze e nelle strade e nei vicoli puliti, che riservano sorprese a ogni angolo.
Noi abbiamo visitato la Cripta del Peccato Originale, prenotando in anticipo sul sito dedicato (i milanesi amano le prenotazioni on line).
Quando siamo arrivati c’era chi non si era accreditato, ma la faccenda è stata gestita permettendo a tutti di accedere al luogo.
Un giovane storico dell’arte ci ha accompagnato e ci ha fatto sedere al buio nella Cripta che si trova in una grotta a qualche chilometro da Matera.
Le luci hanno illuminato, piano piano, piccole porzioni degli affreschi, una voce narrante ci ha raccontato che cosa stavamo vedendo e la storia.
Ai turisti stranieri è stata data una cuffia affinché ascoltassero la spiegazione nella loro lingua. Quando è terminata e la Cripta si è illuminata per intero, ci siamo alzati e abbiamo ammirato i dipinti da vicino e nella loro interezza.
Nessuno parlava e ci si muoveva con cautela per non disturbare i propri compagni.
In città invece abbiamo visitato Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci.
Qui è stata allestita, con grande garbo, una suggestiva mostra d’arte dello scultore Girolamo Ciulla.
Bellissimo il dialogo tra le mitologiche sculture e gli spazi sacri delle due chiese.
Ecco, mi sono detto, questa è l’immagine dell’Italia che vorrei vedere: la contemporaneità convive con la memoria del proprio passato e dona nuove funzioni a spazi che, altrimenti, sarebbero in abbandono.
Questa eredità ha anche un giovane volto, nato da poco, ed è quello di Matera Alberga. Francesco Cascino e Christian Calandro curano per la Fondazione Matera Basilicata 2019 un progetto dove gli artisti intervengono negli spazi degli hotel cittadini e, insieme agli albergatori, riflettono sui concetti di accoglienza e ospitalità.
Insieme a questo la galleria d’arte contemporanea Momart promuove artisti italiani emergenti e ha sede nel cuore dei Sassi.
La storia di Matera è dura ed è incisa in ogni piega della pietra. Le difficili e malsane condizioni in cui sono vissuti gli abitanti negli anni ’50 non sono molto diverse a quelle in cui vivevano nel medioevo. La mortalità infantile era altissima, il governo fu costretto a intervenire per cercare di sanare le condizioni di vita degli abitanti.
Il cinema ha fatto molto per divulgare l’immagine di Matera e della Basilicata. Ho rivisto recentemente il film “Cristo si è fermato a Eboli”, tratto dal romanzo di Carlo Levi, girato quasi per intero a Craco, un borgo ormai abbandonato che sta franando a valle per colpa del terreno su cui è stato costruito e per l’incuria degli uomini.
Nel 1979, anno in cui è stato girato il film diretto da Francesco Rosi. Craco era un paese disabitato da anni e si presentava allo sguardo del visitatore come uno spettrale e affascinante groviglio di macerie e di case abbandonate, disperatamente aggrappate alla roccia. Ancora intatte la struttura della Chiesa Madre e l’imponente torrione del castello risalente al secolo XVI.
Eppure la gente di questi posti non si dà per vinta, è invincibile, dicevo.
A Craco si sono organizzati e un gruppo di giovani fa da guida e accompagna i turisti per le strade, raccontando la triste storia del declino del paese.
È un turismo modellato con quello che si ha, i muri sono ricostruiti dalle parole di questi ragazzi che ti aiutano a vedere ciò che non c’è più.
A Tricarico invece, un addetto comunale, il signor Vincenzo Mazzone (telefono mobile: 380.7341703) se contattato per tempo, apre per una visita esclusiva il castello normanno appena restaurato e il monastero di Santa Chiara.
Noi siamo stati fortunati, eravamo gli unici visitatori e il signor Vincenzo ci ha raccontato delle storie bellissime!
Una piccola curiosità: a breve il castello ospiterà una mostra permanente di fotografie di Henri Cartier-Bresson che lo stesso fotografo ha donato al paese, in ricordo dell’amicizia che lo legò al poeta Rocco Scotellaro.
Matera e la Basilicata si sono preparati bene per questo importante ruolo che dovranno ricoprire in questo 2019.
L’Europa che guarderà in questa direzione, tra un Cupolone e un Canal Grande, si stupirà nel vedere una città bianca scavata nella pietra e si chiederà se quel luogo, che assomiglia un po’ a Gerusalemme e a qualche paese della Cappadocia, sia ancora Italia.
A PROPOSITO
Per incontrare Matera e provincia
al cinema e nella letteratura
I consigli di Giuseppe Colangelo*
Dallo straordinario scenario dei Sassi al muto lamento di Craco, fino ai piccoli centri abitati, il Materano si trasforma nel tempo in uno splendido set cinematografico. Fra i tanti registi che hanno girato film a Matera e provincia spiccano i nomi di Alberto Lattuada, Pier Paolo Pasolini (autore del capolavoro Il Vangelo secondo Matteo), Francesco Rosi con Cristo si è fermato a Eboli, le megaproduzioni hollywoodiane di Bruce Beresford e di Mel Gibson, i fratelli Taviani e Giuseppe Tornatore. Altrettanto significativo il ruolo svolto dalla letteratura: dal celeberrimo Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, agli importanti saggi etnografici di Ernesto De Martino, da Il canzoniere della poetessa Isabella Morra alle famose liriche dialettali di Albino Pierro, fino a L’uva puttanella e Contadini del Sud di Rocco Scotellaro e ai premi Campiello I fuochi sul Basento di Raffaele Nigro e Mille anni che sto qui di Mariolina Venezia.
Le città nel cinema
Matera e la sua provincia fanno da set naturale in oltre 100 film, per il cinema e la tv. Questi i principali:
- Matera: La lupa (regia di Alberto Lattuada, 1953); Il conte di Matera (Luigi Capuano, 1957); Il Vangelo secondo Matteo (Pier Paolo Pasolini, 1964); Allonsanfàn (Paolo e Vittorio Taviani, 1974); L’albero di Guernica (Fernando Arrabàl, 1975); King David (Bruce Beresford, 1985); Il sole anche di notte (Paolo e Vittorio Taviani, 1990); L’uomo delle stelle (Giuseppe Tornatore, 1995); Terra bruciata (Fabio Segatore, 1999); La passione di Cristo (Mel Gibson, 2004); The Nativity Story (Catherine Hardwicke, 2006); Mary (Jennifer Leacey, 2015); Ben-Hur (Timur Bekmambetov, 2016); The Young Messiah (Cyrus Nowrasteh, 2016); Mary Magdalene (Garth Davis, 2016); Jesus VR – The Story of Christ (David Hansen, 2016); The Miracles of Jesus vr (Rodrigo Cerqueira e Marco Spagnoli, 2018); Revelations (Lili Zanuc e Lesli Linka, 2005); The Omen – Il presagio di John Moor (remake di Omen del 1976 di Richard Donner con Gregory Peck); Quantum of Solace (Marc Forster, 2008); Let’s get married (Liu Jiang, 2015).
- Irsina: Del perduto amore (Michele Placido, 1998). Nello stesso film frammenti di Ferrandina. Prova a volare (Lorenzo Cicconi Massi, 2007); Una diecimila lire (Luciano Luminelli, 2015).
- Craco: Cristo si è fermato a Eboli (Francesco Rosi, 1978); King David (Bruce Beresford, 1985); Il sole anche di notte (Paolo e Vittorio Taviani, 1990); Terra bruciata (Fabio Segatore, 1999).
- Aliano: Cristo si è fermato a Eboli (Francesco Rosi, 1978); Terra bruciata (Fabio Segatore, 1999); Basilicata coast to coast (Rocco Papaleo, 2010); Le terre rosse (Giovanni Brancale, 2016); Potere lucano (Gigi Roccati, 2018).
- Stigliano: il centro più alto della provincia vanta una dignitosa presenza anche nel cinema. I briganti italiani (Mario Camerini, 1961); Sbraineff! (Domenico Ciruzzi, 1999); Terra bruciata (Fabio Segatore, 1999).
- Grottole: I moschettieri del re (Giovanni Veronesi, 2018). Anche Marsico Nuovo.
- Miglionico: L’eredità della priora (Anton Giulio Maiano, 1980).
- Melfi: Il brigante di Tacca del lupo (Pietro Germi, 1952); Io non ho paura (Gabriele Salvatores, 2003); Sexum Superando – Isabella Morra (Marta Bifano, 2005); Un giorno della vita (Giuseppe Papasso, 2011); Il generale dei briganti (Paolo Poeti, 2012).
- Lagonegro: Cruel Tango (Salvatore Metastasio, 2012).
Per saperne di più: A zonzo nel Materano, di Giuseppe Colangelo e Francesca Porro (la prima, piccola grande guida Bama Ed., 2002); 101 film a Matera e in Basilicata, di Beniamino Lecce (Controvento Ed., Matera, 2018).