L’Amministratore Unico dell’Ente, Domenico Esposito, annuncia l’Assemblea annuale di Federcasa per la prima volta in Basilicata, a Matera e, raccogliendo una proposta di Angelomà, promette che anche le case popolari lucane saranno presto “colorate” da street artist famosi
di Angelomauro Calza
Le cronache altro non fanno che registrare denunce di quasi bancarotta da parte di Enti locali. Ed è da lungo tempo che il mercato immobiliare fa registrare una analoga situazione di crisi che nel migliore dei casi, alcune volte, si evolve in una situazione di stallo. Ma l’edilizia popolare come vive questo momento dal punto di vista del suoi bilancio? E gli Enti preposti a gestirla? Per avere una risposta lo abbiamo chiesto a Domenico Esposito, Amministratore Unico dell’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, di Potenza.
Com’è lo stato di salute delle casse dell’Ater? E’ al pari di tanti altri Enti, in sofferenza di bilancio?
L’Ater anche grazie a una sana gestione merito dei tanti che l’hanno amministrata, io solo negli ultimi quattro anni, ha da poco chiuso il conto consuntivo al 30 aprile. E’ un conto interessante, perchè si notano alcuni segni di cambio di rotta rispetto all’idea di un ente pubblico. L’Ater quest’anno chiude con un avanzo di circa un milione e 500mila euro. Questo avanzo viene fuori tra costi e ricavi, che principalmente sono quelli dei canoni di affitto, con tariffe da 18,70 euro fino a un massimo di 180 euro mensili, a seconda del reddito dell’assegnatario. Una fetta deriva anche da proventi che vengono da progettazioni e direzione lavori. Quest’anno circa 500mila euro sono stati introitati nel bilancio ordinario proprio grazie ad alcune progettazioni di lavori in fase di realizzazione che per legge devono essere remunerati
Quanti sono gli immobili gestiti dall’Ater?
Circa 6.000 alloggi distribuiti in tutti i Comuni. A farla da padrona ovviamente è Potenza città con 1.200 alloggi. Gli altri sono in provincia, in tutti i Comuni. Poi abbiamo circa 600 locali commerciali, artigianali e adibiti a uso diverso dall’abitazione che pure gestiamo, che però non sono fittati a canone sociale, ma a canone di mercato, il che significa circa un milione di euro l’anno di introiti.
Nei piccoli paesi ci sono malumori a volte riferiti a persone che a detta di alcuni non avrebbero diritto di abitare in case popolari in quanto in possesso di un reddito superiore a quello che dà diritto alla assegnazione di un alloggio Ater. Vox populi mezza verità, si dice. E’ vero? Siete a conoscenza di questo fenomeno?
Certamente. E’ una nota dolente purtroppo. Il principio è che una persona che occupa una casa popolare senza averne i requisiti, tipo quello reddituale, sta togliendo un diritto a una persona c
he ne avrebbe davvero bisogno. Quindi la nostra azione deve essere sicuramente indirizzata a scovare questi casi. Non è facile, perché sono tanti i soggetti che devono scendere in campo per poter contrastare efficacemente questo fenomeno. L’Ater fa tanto, ma l’azione principale dovrebbero farla gli enti territoriali come i Comuni, con i vigili urbani, per esempio, che hanno contezza di quel che accade sul proprio territorio. Io difficilmente potrò venire a conoscenza, per esempio, che una vecchietta che aveva diritto ad una casa in un piccolo comune è deceduta ed ora in quella casa ci sta il figlio che non ha i requisiti. Quando ce ne accorgiamo? Quando chiedono di cambiare contratti delle utenze… Solo chi vive in quella realtà può essere tempestivamente a conoscenza di questa situazioni.
E a quel punto cosa fate?
A quel punto inneschiamo subito delle verifiche, degli accertamenti e chiediamo ai Comuni titolari di emettere decreti di decadenza. Solo i comuni possono farlo. Noi chiediamo di emettere il decreto di decadenza per una persona che occupa abusivamente un alloggio, poi non possiamo andare oltre, la competenza è del Comune.
Quanti ne avete scoperti fino ad ora?
Diciamo che nella provincia di Potenza abbiamo stimato in circa 400 le case occupate abusivamente. E occupatore abusivo non è solo chi sfonda la porta e si impossessa della casa (che pure lo fa sempre per necessità), ma anche chi continua a vivere in una casa pur non avendo più i requisiti che gli hanno concesso all’epoca l’assegnazione
Quindi all’incirca il 7 per cento degli occupanti è abusivo…E quanti decreti sono stati emessi?
Il Comune di Potenza è stato un Comune attivo e attento ed ha emesso circa 100 decreti di decadenza e sgombro degli alloggi. Purtroppo le leggi non consentono sempre una facile azione di rilascio degli alloggi.
Ho capito, quindi a parte Potenza, visto che non fa altri nomi, diciamo che da nessun’altra parte sono stati emessi i decreti o poco ci manca, ma allora quanto conta la politica in questa azione?
La politica in queste cose non ci mette molto le mani
Cioè, secondo lei il “compariello” dell’assessore, nel piccolo paese, non gli chiede di aiutarlo a non lasciare la casa e lui provvede?
No, no. La politica sa che se non si fa il proprio dovere toglie i diritti ad altri, a chi ne ha bisogno. Devo dire che per quel che mi riguarda non si è mai interessata. Sì, vuole conoscere metodi e procedure in uso e se li attuiamo come prevede la legge, ma non ha mai influenzato in altro senso.
Noi immaginiamo e vediamo i quartieri popolari con colori grigi, tristi, pallidi, dismessi. In molte città Enti omologhi dell’Ater hanno posto in essere una iniziativa particolare: hanno dato questi muri, queste facciate a degli street artist di professione, gente dotata di particolari doti artistiche, non imbrattamuri qualsiasi che sono stati ingaggiati dopo alcuni necessari passaggi autorizzativi e concessori comprensivi anche di un bando. Voi a Potenza avete mai pensato a qualcosa del genere?
Intanto per fortuna la qualità edilizia è cambiata, ci sono modelli straordinari, come ad esempio le case di Montemilone e di Filiano. Certo, quando si parla di periferia e degrado si associa sempre alle case popolari. Io voglio ringraziare Angelomà per questa bella idea che mi dà. E’ una cosa che potremmo fare. Nel passato se ricordate le Case popolari apponevano sugli edifici dei significativi loghi artisitici, anche una mattonella in ceramica che ritraesse il particolare di un luogo. Ringrazio per questa bella idea che mi date, spero che poi seguiate se la porrò in essere o no. E’ una cosa bella. Si potrebbe portare qualche bravo artista a fare un’opera su case che ormai di popolare hanno poco, nel senso che vanno solo a cercare di dare una risposta al bisogno che una persona avverte in un particolare momento della sua vita. Cercherò di seguire questo suggerimento: è una bella iniziativa che potremmo fare a Potenza e nella provincia, rendendo le palazzine più piacevoli rispetto al grigio o al color ruggine che usava prima.
Chiudiamo con un annuncio importante che la vede protagonista di un evento molto importante
A fine giugno a Matera per la prima volta dopo 100 anni si riunirà l’assemblea nazionale di Federcasa, che associa tutte gli istituti di case popolari d’Italia che rappresenta 110 aziende e oltre 800.000 alloggi. Il 27 e 28 giugno per due giorni si parlerà di case, di alloggi, di emergenza abitativa, di nuovo modo di costruire, di integrazione, di periferia, di colore che possiamo dare alle nostre case. Si fa in Basilicata, a Matera, e per me è motivo di orgoglio essere riuscito insieme al collega di Matera, Vito Lupo, ad ottenere di ospitare l’Assemblea nazionale, grazie anche a Bologna che ha rinunciato in favore della Città dei Sassi.