di Angelomauro Calza

Riparliamo di Antonio Nicastro. Di Astronik. Lo sfogo amaro di ieri era rivolto a diversi soggetti, ma l’unico che merita un chiarimento è La Nuova del Sud.

La prima pagina della Nuova del Sud di ieri, 2 giugno 2020

Chiariamo subito che non era un “VERGOGNA” gridato verso il quotidiano lucano per aver pubblicato in esclusiva la fino a ieri “riservata” lettera di trasmissione delle relazioni dei Direttori Generali di Asp e San Carlo alla Magistratura: ci mancherebbe! Da giornalista: magari fosse capitata a me una notizia simile! L’arrabbiatura era rivolta alla Nuova del Sud solo per “il momento” che ha scelto per la pubblicazione. Sulla opportunità di farlo ieri. Il documento era esclusivo e riservato, chi glielo ha passato di sicuro non lo aveva dato ad altri (come si evince dalla lettura dei giornali di oggi che riprendono tutti sostanzialmente la Nuova, v. foto in pagina), per cui la notizia poteva essere sparata con 24 ore di ritardo, essendo i giornali a conoscenza del fatto che ieri era in programma una cerimonia pubblica dedicata ad Antonio Nicastro.

Il Quotidiano di oggi, 3 giugno 2020

Cronache Lucane di oggi, 3 giugno 2020

Non ci è parso giusto che la famiglia abbia dovuto apprendere di questa cosa per caso, passando in auto davanti a una edicola mentre si recava a fare visita ad Antonio al cimitero, ed ha visto esposte le locandine che davano evidenza allo scoop (non avevano ancora manco letto Angeloma.it). Di solito creanza e umanità vogliono che il giornalista in casi come questi si liberi del cinismo e della smania di esclusiva e faccia almeno una telefonata per avvisare la famiglia o il suo avvocato, anche la sera prima, a tarda ora, a giornali chiusi per sicurezza. Ecco: metodo, non sostanza. La Nuova ha usato – forse anche involontariamente, ma lo ha fatto –  un metodo poco rispettoso verso la famiglia, i conoscenti, gli amici di Antonio. Tutto qua. Poi, nel merito, concordiamo totalmente con i ragionamenti sviluppati, con i dubbi e le perplessità: sono tante le ipotesi e le interpretazioni e una voce in più, una voce importante, non può che giovare per cercare quantomeno di capire. E bene ha fatto a riprendere oggi questi ragionamenti sviluppandoli ulteriormente: oggi si concorda su tutto, ieri su una cosa no. E “oggi” doveva iniziare la storia, non ieri. Non ieri perché può sorgere il dubbio che sia stato uno scoop ad orologeria, e questi dubbi vanno fugati immediatamente per ridare credibilità di indipendenza a notizie, giornali e giornalisti. Bene fa La Nuova a proseguire, ad andare avanti, anche lei alla ricerca di una verità che in tanti stanno da tempo chiedendo e ricercando, ma che pare essersi svanita nel nulla. O, meglio, fors’anche volutamente aiutata a perdersi nei meandri di ospedali, ambulanze, uffici regionali, o anche nelle memorie dei protagonisti sicuramente involontari, ma sospettabili, di una vicenda degna del più avvincente romanzo giallo. SI riteneva doveroso chiarire il perché di quello che potrebbe sembrare un attacco a un quotidiano, ma che invece non lo è, rispettosi dell’autonomia e libertà di linea editoriale del giornale e dei colleghi giornalisti a cui a quello degli altri si aggiunge il nostro apprezzamento per il grande contributo alla ricerca delle verità sul caso di Antonio. Riflettiamo tutti, giornali, giornalisti e lettori, solo su una cosa: la notizia a tutti i costi deve sempre prevalere? Ecco. Questo è.