di Mariano Paturzo

 

“Paese mio bello, l’Italia che cantava e canta” è il titolo del concerto che sabato scorso è andato in scena a Napoli al Maschio Angioino. Con Paolo Propoli, Anna Spagnuolo, Gianni Lamagna, Patrizia
Spinosi, Lello Giulivo e Michele Bonè. Ci sono spettacoli, che fanno bene all’anima e non solo.

"Paese mio bello, l'Italia che cantava e canta: una scena

“Paese mio bello, l’Italia che cantava e canta: una scena

"Paese mio bello, l'Italia che cantava e canta: una scena

“Paese mio bello, l’Italia che cantava e canta: una scena

"Paese mio bello, l'Italia che cantava e canta: una scena


“Paese mio bello, l’Italia che cantava e canta: una scena

Emozione è vedere scorrere il tempo e accorgersi che lì – su quella scena nel cortile del Maschio Angioino – sei artisti sei, ti scoprono l’anima.
Ti rubano i ricordi. Ti offrono comunità.
Loro navigano a vista abbracciando le ragioni di mille e mille esistenze: solitudine, sguardi arrubbat’, Piedigratta, Raffaele Viviani, scugnizzi e suoni andalusi, chitarre e mandole, poesia e villanelle.
Ma quale arrangiamento. Questi ritrovano le mitologie del suono e della voce e le offrono disinvolti.
Si infrangono le vocalità contro le note di due chitarre che combattono gli archetipi per appuntarti la poesia dei vicoli.
Di una città con lo sguardo rivolto al futuro. Senza limiti e muri. Senza misericordia e dolore. Con una passione e un piglio di condottieri che vogliono riprendersi la storia. Storia di civiltà. Di poesia. Di umanità.
Proprio come un Teatro d’arte.