A Teana due mostre fotografiche di grande qualità dedicate allo scomparso Rocco Brancati curate dall’architetto studiosa del teorico della triunità. Scoperta una targa commemorativa sulla casa natìa dell’artista. E il 10 arriva il paesologo Franco Arminio.
di Angelomauro Calza
Marino di Teana nacque l’8 agosto del 1920 in quella casa dove ieri è stata scoperta una targa commemorativa, in via Costantinopoli a Teana. Quella casa che lo aveva visto fanciullo e pastore. Parte in cerca di fortuna per l’Argentina, ma la sua essenza artistica si manifestava già sin da bambino: “I muri di casa, i magazzini erano pieni dei miei disegni: li facevo con la punta di un chiodo o con una matita. Da bambino ero sempre con le mani nell’argilla, il paese ne era pieno. Facevo delle fontane, delle bestioline, dei piccoli alberi, ma non li portavo a casa, la mia mamma diceva di lasciarle fuori perchè sporcavano, anche se in casa vivevamo con i maiali” raccontava.
La cerimonia è stata officiata dal sindaco di Teana, Vincenzo Fiorenza, alla presenza di consiglieri comunali, parenti e cittadini. La casa è vicinissima a quella scuola elementare che frequentò con Giovannina Viola, di Chiaromonte, come maestra. Parte, Marino, giovanissimo, per un viaggio che lo porterà a girare il mondo per poi fermarsi a Parigi, e ritorna a Teana solo dopo 21 anni dalla partenza, nel 1957, insieme ad Hughette, la sua moglie parigina. Scatta molte foto in quel breve periodo di permanenza al suo paese natio, e una selezione scelta accuratamente dall’architetto Maria Silvestri, che da anni studia Marino, sono esposte in una mostra, “U vicinanz’ in 24 scatti. 1957”, presentate già all’interno di una importante esposizione con il gruppo Equipe 1957 a Parigi: “Fu durante l’inverno del 1957 che Francesco ritorna per la prima volta, dalla sua partenza in Argentina, a Teana. Lo accompagna la moglie Hughette Sejournet, in attesa del primo figlio: Nicolas. Erano passati 21 anni. Tutti lo aspettano, la mamma, la sorella, i fratelli, i maestri, chi lo aveva conosciuto da bambino ma anche chi, di lui, aveva solo sentito parlare. Fu accolto da visi sorridenti, nell’abbraccio caloroso “du vicinanz”: spiega così il titolo della mostra Maria Silvestri, che ne è curatrice.
Lo scorso 3 agosto all’inaugurazione della mostra, promossa dal Comune di Teana, insieme alla Regione Basilicata e all’Apt Basilicata, sono intervenuti Luciana Fatone Brancati, la compagna inseparabile del collega e amico giornalista Rocco Brancati, scomparso di recente, figura di spicco del mondo del giornalismo e della cultura lucana: a lui, che da tempo sosteneva con forza l’idea della realizzazione di un Parco letterario a Teana: “Oggi l’ho incontrato o forse ieri? Non so, a
volte il passato è un presente continuo”. E la storia di Marino e le iniziative che gli ruotano intorno vedono a questo punto entrare in scena un altro personaggio. Prima della partenza per l’Argentina, Marino incontra, nel Palazzo Lauria di Teana, Dionigi Scardaccione, “l’anonimo decoratore napoletano”, di Sant’Arcangelo, nipote di Michelangelo Scardaccione, il pittore lucano, allievo di Tommaso de Vivo. Varie sue opere sono esposte a San Pietroburgo e a Catania, dove per le sue doti meritevoli diventa socio onorario dell’Accademia Stesicorea. Altre opere fanno parte di collezioni private.
Il “decoratore di Chiaromonte” per sei mesi si sarebbe fermato a Teana per completare alcuni lavori come imbianchino e decoratore presso qualche famiglia del luogo.
Dionigi Scardaccione nacque a Sant’Arcangelo il 17 Febbraio del 1901, all’età di sei anni, per una grave malattia divenne sordo e i genitori lo mandarono a Napoli in un Istituto per sordo-muti. Qui rimane per un lungo periodo, e a 21 anni, durante il servizio militare, fu imbarcato per Tripoli. Durante la sua permanenza a Napoli, si appassiona alla fotografia e al suo ritorno a Sant’Arcangelo apre uno studio come fotografo e pittore. Costretto dal suo lavoro a continui spostamenti, nel 1930 arriva a Chiaromonte, dove conosce la moglie Maria Giovanna Amendolara e lì si trasferisce nel 1933. Impegnato come imbianchino e decoratore per diversi mesi all’anno nei paesi vicini, porta sempre con sé la sua attrezzatura fotografica. Ebbe tre figli Emilia, Annibale e Francesco (Flash) e a loro trasmette la sua passione per la fotografia. Muore a Chiaromonte nel 1987.
E “Dionigi Scardaccione, un fotografo per passione in Basilicata. 1919-1957” è il titolo della seconda mostra inaugurata in contemporanea: attraverso il percorso espositivo composto da 36 foto, è possibile recuperare una breve parentesi storica, di circa cinquant’anni, di quella parte del territorio lucano compreso tra il Sinni e il Serrapotamo.
Le due mostre, alla cui inaugurazione erano presenti rappresentanti della famiglia Scardaccione, sono state realizzate nell’ambito del progetto “Marino di Teana un ponte d’arte tra Italia e Francia” continuando il lavoro di ricerca storico-artistico avviato due anni fa. Il 10 agosto l’appuntamento serale è con il paesologo Franco Arminio che attraverso la sua lettura, cercherà di sottolineare il valore simbolico della location che ospita Omaggio al Mediterraneo, una location border-line: la Cappella di Santa Maria delle Grazie e il cimitero, simboli imprescindibili, il sacro e la morte. E’ uno dei tre itinerari immaginati dalla curatrice di questo progetto, Maria Silvestri: I luoghi e il paesaggio. Gli altri due sono Il luogo e l’arte e Il luogo e la storia
Molto interessante la mostra e la storia!!!! I miei piú cari complimenti a Maria Silvestri, é stata veramente molta brava!!!!!!!! Mi sono emozionata tantissimo!!!!!!!!