Parla il regista: “Ignorata la proposta di proiezione gratuita in Consiglio regionale con conseguente dibattito”. Bacchettate anche all’attendismo strumentale della politica che di fatto blocca l’attività della Lucana Film Commission

 

di Angelomauro Calza

“Lucania” è il film di Joe Capalbo, originario di Senise, che sta riscuotendo successi in tutto il mondo. Primo miglior film straniero su 87 paesi lo scorso anno. Poi in Europa, in Francia, in Germania, in Russia. Il film ha girato una ventina di festival, tra cui alcuni anche di fascia A, come quello del Cairo che è uno dei dieci Festival di fascia A nel mondo.

Angela Fontana, premiata come miglior attrice protagonista

Angela Fontana, premiata come miglior attrice protagonista

Con quali risultati?

Abbiamo vinto molti premi, fra cui quelli di miglior attrice protagonista ad Angela Fontana, a me come miglior attore protagonista, e poi miglior montaggio, miglior film straniero… tanti.

Quindi sono state, sia pur una per volta, premiate le varie componenti che messe insieme fanno poi sintesi in un film di qualità?

Certo. E’ un film corale, dopotutto.

Il film è stato presentato in lingua, doppiato o cosa?

Con i sottotitoli, non abbiamo doppiato, quindi il dialetto lucano ha viaggiato in tutto il mondo.

Beh, un bel risultato, sarai contento, no? O qualcosa ancora non ti rende pienamente soddisfatto?

No. Sono amareggiato. Sono amareggiato perché le istituzioni lucane hanno ignorato completamente il mio film. Quelli che c’erano prima alla Regione mi hanno supportato, e ringrazio il Dipartimento di Patrizia Minardi, ma soprattutto sono molto grato alla persona che ci ha creduto per primo, già in fase di scrittura, e questa persona è il Direttore della Lucana Film Commission, Paride Leporace, che sta vivendo un momento un po’ particolare, un po’ all’angolo, visto il cambio della compagine politica. Però al di là di questo uno deve parlare delle cose che ha vissuto personalmente, e per questo io non posso che parlare bene del lavoro fatto da Paride e dalla LFC sul mio film. Ci hanno dato tanto supporto, assistiti continuamente. Ne è valsa evidentemente la pena, e i risultati lo comprovano.

Joe Capalbo

Joe Capalbo

E quindi amareggiato perché, se il film si è rivelato poi un successo?

Sono molto amareggiato dall’atteggiamento, la noncuranza della Regione nei confronti del film. Si chiama Lucania, finanziato dal Mibac, da Rai Cinema, ha girato il mondo, ha vinto premi dappertutto, ha portato il dialetto lucano nel mondo. Che vuoi di più? Allora ho mandato una mail alla Regione Basilicata e nessuno mi ha manco mai risposto: era indirizzata alla Presidenza del Consiglio regionale, cui ho chiesto se potevo fare una proiezione, perché a fronte dei risultati ottenuti in tutto il mondo mi sembrava carino che la politica guardasse il film, senza chiedere nulla, e infatti non ho chiesto alcunchè. Mi hanno risposto in maniera vaga. Noncuranza totale.

Va bene, però avrai avuto altre soddisfazioni, che vanno oltre, o no?

Ora il film va su Sky, lo ha comprato Sky, da agosto e fino a maggio dell’anno prossimo, poi uscirà su RaiUno. Quindi una visibilità eccezionale a fronte di una noncuranza politica micidiale che non posso non pensare che faccia parte del retaggio di destra. Del resto non è che cambia la maggioranza in Basilicata e io mi butto e vado a leccare i piedi alla destra: non me ne fotte niente! Lo faccio semplicemente perché questo è un paese malato, totalmente malato, dove non guardano né alla professionalità né a nient’altro che non sia l’appartenenza politica. Poi parlano di risorse artistiche, parlano della gente che va via, che si spopola la nostra regione e poi non si curano di noi. Di chi è riuscito ad emergere con tanta fatica, pur venendo dal basso, come me che vengo da una famiglia contadina di 9 figli, come tante famiglie lucane povere: sono orgoglioso di essere tra quelli che partiti in queste condizioni sono riusciti poi a brillare nel loro lavoro. Non vogliamo riconoscimenti, perché quelli li prendiamo da altre parti, ma quantomeno una attenzione, una curiosità, invece zero e questo mi ha veramente amareggiato.

Quanto ti ha amareggiato questa cosa?

Beh, io in Lucania se devo portare una produzione non la porterò mai più. C’è un progetto di due milioni di euro che sto portando in Calabria e un altro tra Italia e Cina che porteremo da tutt’altra parte

Vabbè, ma non è un peccato?

Essì. Certamente. Perché le condizioni per portare questi progetti in Lucania c’erano tutte, soprattutto perché le location si adattavano benissimo. Sono molto, molto amareggiato, ma è così…

Mi sembra di capire che oltre che preoccuparci – perché è giusto farlo – di Paride Leporace, di una persona, dovremmo preoccuparci del futuro della LFC? Dell’ Istituzione che pure è in pericolo, o no?

Io credo che siano in pericolo le imprese lucane che vivono di cinema. Abbiamo creato un nucleo di piccole imprese e associazioni culturali che tra l’altro in delegazione sono state ricevute dal Presidente Bardi, che è sembrato aperto a questo dibattito. Io non so cosa possa succedere, non ho idea, non vivo sul territorio.

Ma sarebbe un danno procurato a tutto il movimento culturale legato al cinema, o no?

Ormai la cultura le regioni più interessate che hanno usato il volano della cultura per farne impresa sono diverse, in primis la Puglia che su questo ha saputo creare una grande economia, ma anche altre regioni si sono mosse inquesta direzione. Evidentemente per un anno la nuova maggioranza ha forse voluto capire come stanno le cose, ma la logica è quella di sempre e ovunque: cambia l’assetto politico e cambiano anche le professionalità, vengono mozzate le teste anche di chi ha fatto bene, per cui saranno nominate sicuramente persone vicine alla nuova maggioranza.

Quindi non dovremmo per questo preoccuparci della sopravvivenza della LFC, ma solo del cambio dettato da ragioni politiche di chi ha operato fino ad ora, peraltro più che positivamente?

Secondo me il lavoro della FLC in Lucania, sia pur con dei limiti, è stato molto positivo e intenso. Ha portato comunque 60 titoli tra italiani e internazionali, si è investito su titoli lucani, sono state fatte della start up… poi magari come nella vita su 100 cose ne vanno male 50, ma 50 vanno bene. Non si puànegare che dalle scelte effettuate si sono registrati risultati positivi, quindi perché non dare fiducia a chi ha operato bene? Poi, si sa, quando uno fa è sempre attaccabile, però stare immobili di fronte a una situazione del genere e mettere in ostaggio la Film Commission perché si deve aspettare la decadenza di un Direttore, perché di questo si tratta, è una cosa che non va bene. Non mi pare una bella scelta, anche perché potevano “traghettare”,  no? Come dire… un componente del Consiglio di amministrazione si è dimesso, è morto un Presidente che è stato un fiore all’occhiello, che in molti ci invidiavano, si poteva nominare un nuovo presidente e andare avanti, fare quantomeno l’ordinaria amministrazione. Invece no. Non si è fatto niente, è tutto bloccato, ci sono persone che devono riscuotere risorse per progetti che sono stati realizzati. Tutto questo contribuisce a distruggere l’economia di una filiera che è già debole perché comunque non è che le produzioni lucane producano Ben Hur, ma si stanno facendo spazio, ci sono realtà che fanno film, con gente che inizia e quando si inizia si è sempre in difficoltà c’è gente che ha bisogno di essere incoraggiata. però questa è la realtà della nostra terra. Sono veramente stupito da questi comportamenti.

una scena di Lucania

una scena di Lucania

 

E tu hai pensato di poter dare il tuo contributo con un film tutto lucano, dal nome, ai protagonisti al dialetto usato nei dialoghi…

 

Ci saranno ragioni che non conosco, ma posso dire che per quanto riguarda il nostro film l’ho voluto chiamare Lucania per una questione di identità, perché parla della storia di un padre e di una figlia che vivono all’interno di un mondo magico, quindi è dedicato a mio padre, a mia madre, alla nostra terra, al mondo contadino per cui pensavo di fare un servizio anche alla mia terra, è stato molto apprezzato dalla critica nazionale e internazionale e da qui sono nati nuovi rapporti di lavoro, importanti, con Francia, Olanda, Stati Uniti per cui ti duole il cuore quando è proprio la tua terra a non gradirti.

L’impressione è che la senti e la vivi molto come una delusione questa cosa. E’ così?

Io non chiedo soldi, non chiedo niente. Volevo soltanto fare una proiezioni pubblica in un Consiglio regionale, ma solo una proiezione in Consiglio di un film pluripremiato, che è stato comprato da SKY, esce in Rai e poi sarà dato da Amazon Prime, per cui è un film di un figlio della terra lucana che è andato via quarant’anni fa, ma èrimasto molto attaccato alla sua terra, tanto da farci un film. Solo che sono stato un po’ snobbato. Se fossi stato organico alla maggioranza di centrodestra sicuramente avrei trovato spazio, ma io sono comunista da sempre, quindi non sono una persona organica a questa maggioranza, né lecco i piedi a nessuno per cui questo è. A me non cambia niente. Io ho fatto più di cinquanta film, due dei miei film sono andati agli Oscar, ho fatto film importanti, ho aperto la mia società di produzione e andiamo avanti con grandi sacrifici, ho fatto questo film producendo risultati importanti, lo metto gratuitamente a disposizione del Consiglio regionale per una proiezione e poi magari anche un dibattito, ma questi signori non mi hanno neanche risposto.

Come concludiamo, allora, questa intervista?

Non cambia nulla nella mia vita, non cambia nulla nella loro, ma se questa è una amministrazione che vuole far brillare le creatività culturali di un territorio credo stia andando nella direzione opposta.

© copyright www.angeloma.it – è consentita la riproduzione anche parziale a scopo di critica, confronto e ricerca purché con citazione degli autori e linkando la fonte