Formaggio ottimo, gustoso e celebre anche per il suo “odore” particolare che ha contribuito a dilatarne la notorietà e la diffusione anche tra chi non l’ha mai mangiato. Il Gorgonzola è una prelibatezza che non poteva certo lasciare indifferente la fervida immaginazione di scrittori, disegnatori e cineasti.
Di: Giuseppe Colangelo
Chi l’avrebbe mai detto che una scorpacciata di Gorgonzola potrebbe aguzzare l’ingegno? Provate a chiederlo a quel geniaccio di Geronimo Stilton e vedrete cosa vi risponde. Per la verità il celebre topo quando era stato messo di fronte alla sfida organizzata a sua insaputa dal cugino Trappola era rimasto alquanto sorpreso.
«… Cosacosacosa? Io dovrei mangiare oltre cento piatti di spaghetti al gorgonzola? Ma non ce la farò mai!».
«… Dovresti ringraziarmi. Per merito mio ti vedranno in mondovisione MIGLIAIA, anzi MILIONI, anzi MILIARDI di telespettatori».
«… Ma non ce la farò mai! Per di più io sono delicato di stomaco, lo sai che non digerisco bene, il dottore mi ha messo a dieta e…».
«… Che cosa fai? Scappi?», sibilò sua sorella Tea.
«…Zietto! Ho sentito che tenterai di battere il RECORD MONDIALE DI ABBOFFATA! Sono orgoglioso di te!», aggiunse il piccolo Benjamin.
«… Hai un’ora di tempo per battere il record…», disse entusiasta il cugino Trappola facendo partire il cronometro. «Vai col primo piattoooooooooooooo!»
Stabilito il record che avrebbe fatto anche la fortuna del ristorante del Trappola, Geronimo Stilton raggiunse a fatica il letto di casa. Bevve una mega camomilla per dormire ma a mezzanotte in punto, mentre ronfava alla grande quel peso sullo stomaco cominciò ad alleggerirsi e la sua mente annebbiata dal cibo cominciò a fantasticare la sua nuova meravigliosa avventura Alla ricerca della felicità.
Non mancano, però, esempi di illustri personaggi i quali fin dal Settecento tessono lodi del gorgonzola nelle loro opere. Dall’astronomo francese Joseph Jerome de La lande che lo cita nel racconto di un suo viaggio in Italia a Stendhal, da Alessandro Manzoni a Gioachino Rossini, il compositore marchigiano noto anche come raffinato gastronomo. Non resistono dal nominarlo neppure Giosuè Carducci, Hermann Hesse, James Joyce, Carlo Emilio Gadda e Alberto Moravia.
Ma a fianco di questi grandi artisti e prima ancora che il roditore italiano più famoso del mondo faccia incetta del prelibato formaggio dal gusto unico, in America un genio delle strisce satiriche crea intorno agli anni Venti del secolo scorso il professor Lucifer Gorgonzola Butts. Si tratta di Rube Goldberg, un ingegnere di San Francisco che ben presto abbandona la professione per dedicarsi a tempo pieno all’attività di cartoonist. Fra i molti personaggi da lui creati, a distaccarsi su tutti per fama e longevità, è proprio il bizzarro inventore dal cognome al formaggio. Lucifer Gorgonzola Butts è un signore di mezza età, sempre spettinato e distratto, con baffi e occhiali, inventore di indescrivibili marchingegni il quale, per non dimenticarsi di assolvere i semplici impegni quotidiani, costruisce una macchina che gli ricordi le cose da fare. Per avere un’idea dell’importanza di questo personaggio basti pensare che nel 1995 lo U.S. Postal Service include una sua striscia fra le 20 della “Comic Strip Classics”, per una serie commemorativa di francobolli. A Goldberg, infine, fra i molti prestigiosi riconoscimenti, nel 1948 viene assegnato il Premio Pulitzer per le vignette di satira politica pubblicate sul The New York Sun.
Rube Lucius Goldberg nasce a San Francisco, California, il 14 luglio 1883. Laureato in ingegneria alla University of California, Berkeley, si dedica con successo all’attività di disegnatore, scultore e scrittore. Trasferitosi a New York, inizia la vera e propria scalata al successo, pubblicando le sue strisce su testate come il New York Evening Journal e il New York Evening Mail. Muore il 7 dicembre del 1970 all’età di 87 anni.
Tuttavia, a fianco dell’inarrivabile Goldberg, non mancano altri esempi di fumettisti e umoristi che citano il gorgonzola, mentre di pari passo il suo nome comincia a farsi strada anche nel cinema d’animazione. A portarlo sullo schermo non poteva certo non essere una produzione targata Disney. Infatti nel film In viaggio con Pippo (1996) assistiamo a una scena in cui addirittura uno dei protagonisti, Bobby Zimmeruski, esclama con entusiasmo: “Mmm… Gorgonzola! Gorgonzola spray! Troppo Sballoso…”. Si tratta di una fantasmatica bevanda al gusto acre del ghiotto formaggio molto apprezzata da Bobby ma probabilmente poco dissetante… Segue la serie animata per la tv Gorgonzola The Cheese Witch – Gorgonzola la strega Formaggio, ispirata al fumetto del supereroe “The Mask”, andata in onda in America dal 12 agosto 1995 all’8 marzo 1997. Protagonista una fattucchiera dotata di un laser nell’occhio e di una freccia molto particolare capaci di trasformare qualsiasi cosa in formaggio. Personaggi stravaganti dei cartoon ai quali si aggiunge anche il mitico Wallace, bizzarro inventore con un debole per i crackers al gorgonzola, protagonista di Wallace & Gromit. La maledizione del coniglio mannaro (2005) diretto dai geniali Nick Park e Steve Box. Film divertenti che immergono lo spettatore in un mondo astruso e fuori dagli schemi, particolarmente indicato per chi ama abbandonarsi alla fantasia.
A questo punto, al gorgonzola non resta che spiccare il salto conclusivo per transitare dall’animazione al cinema con attori in carne e ossa. Un passaggio più che naturale per un “protagonista” dalle sue qualità sopraffine. Fra i primi a pronunciare il suo nome sul grande schermo è nientepopodimeno che l’inarrivabile Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, più noto come Antonio De Curtis, in arte Totò. E questo avviene durante lo strepitoso botta e risposta tra il grande attore napoletano e Ugo D’Alessio, nei panni dell’italo americano Decio Cavallo deciso a comprare la fontana di Trevi, protagonisti di Totò truffa ’62 (1961) di Camillo Mastrocinque. Durante l’animata trattativa, più volte l’inimitabile principe della risata si rivolge all’avido credulone chiamandolo con nomi di formaggi: “Signor caciocavallo… signor mozzarella… arrivederci signor gorgonzola”.
Poi è la volta di Il mistero del cadavere scomparso (1982) di Carl Reiner, il cui plot ruota attorno all’improvvisa scomparsa di uno scienziato americano impegnato a studiare le muffe dei formaggi. Di lui si perdono le tracce al punto da considerarlo deceduto. A cercare di capire cosa sia successo è la figlia (Rachel Ward), la quale si rivolge a una sorta di bizzarro Marlow (Steve Martin) disposto per soldi ad andare fino in fondo. La verità alla fine verrà a galla: a rapire il luminare dei latticini è stato un manipolo di nazisti clandestini con lo scopo di costringerlo a elaborare una formula a base di muffa di gorgonzola capace di sciogliere, come neve al sole, le città americane. Commedia brillante, vivacizzata da un insolito montaggio in cui attori in scene di film del passato dialogano con Steve Martin e la sophisticated Lady Rachel Ward.
Di tutt’altro registro, invece, il lungometraggio italo-brasiliano Estômago – Una storia gastronomica (2007) diretto da Marcos Jorge . Un mix di cucina, passione, humor e violenza stemperati da appetitosi spaghetti alla puttanesca, vini doc e il tocco magico dell’immancabile gorgonzola.
Da applausi, infine, l’omaggio tributato al famoso formaggio lombardo dal film Benvenuti al Sud (2010) di Luca Miniero. Una vera e propria consacrazione che raggiunge l’apoteosi quando Alberto Colombo (Claudio Bisio), direttore delle Poste di Usmate, in provincia di Milano, partecipa in qualità di membro dell’Accademia del gorgonzola a una riunione dal sapore quasi massonico, in cui si sperimentano ricette e si celebrano le ghiotte qualità di questo morbido formaggio. Ma non è tutto. Colombo, fervente nordista, è trasferito suo malgrado addirittura in un piccolo Comune campano dove, superate le prime incomprensioni, un giorno è invitato a casa dalla famiglia di un giovane collega. Cosa poteva portare loro in dono l’impettito dirigente calato dalla Padania? Ovviamente una confezione di ottimo gorgonzola, che l’anziana padrona di casa, appena percepito il suo forte odore, non esita a poggiare sul davanzale della finestra quasi fosse un paio di scarpe puzzolenti.
Diventato ormai un divo, il successo del gorgonzola anche lontano dalle tavole imbandite non sembra conoscere ostacoli. Alle immagini intrise d’inchiostro di libri, strisce umoristiche e fumetti, o stampate su pellicola, si aggiungono anche quelle filateliche. A dedicargli addirittura una francobollo commemorativo, come già avvenuto in America nel caso della striscia di Lucifer Gorgonzola Butts, sono le Poste Italiane. Il 25 marzo del 2011 viene emesso, incluso nelle serie tematica “Made in Italy”, un francobollo dal valore di 60 centesimi stampato in due milioni e cinquecentomila esemplari dal Polo Produttivo Salario, Direzione Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Spa.
Così, soprattutto ora che il cinema, dopo l’exploit del 3D, si sta apprestando a varcare una nuova frontiera, chissà che per questo prelibato formaggio non si aprano prospettive planetarie. Appena le sale saranno in grado di ammantare il pubblico di profumi e umidità, calore e gelo, allora l’acre inconfondibile profumo del gorgonzola potrebbe raggiungere l’olfatto dei cinefili di tutti i continenti. E per un formaggio nato fra le campagne lombarde e il disagio di tempi grami, potrebbe rappresentare il meritato sacrosanto Premio Oscar alla carriera.