Tre giorni fa è morto Tony, l’ultimo “sciù sciain”, che per anni ha lustrato scarpe a gente di ogni rango seduta sulla sua poltroncina attrezzata all’uscita della Galleria Umberto I° che dà su via Toledo a Napoli. Io l’ho conosciuto e intervistato e ogni volta che capitavo a Napoli, in centro, andavo a salutarlo. Ora lo faccio per l’ultima volta da qui, riproponendo il pezzo che scrissi per lui tempo fa, insieme con la foto che ci ritrae insieme, contenti, lui di avere avuto l’onore di una intera pagina, e io di averlo fatto felice per un po’.
di Angelomauro Calza
Napoli, via Toledo, ingresso Galleria Umberto I. Lui sta lì praticamente da sempre, e più che un personaggio è un “arredo urbano vivente di lusso” del posto, uno di quei “pezzi” che tante città vorrebbero avere, perché ne diventa elemento caratterizzante e inconfondibile unico come e più del San Carlo, di San Martino, del San Ferdinando. E Napoli, che un tempo di queste persone era numericamente ricca, ora questo se lo tiene caro: è l’ultimo “sciuscià”, l’ultimo lustrascarpe, l’ultimo di una stirpe senza più eredi.
Mi avvicino con la videocamera accesa e gli chiedo se posso intervistarlo per il TiGiUro. Lui mi guarda, si china a prendere qualcosa in una borsa poggiata lì, per terra e ne tira fuori un libro giallo. Me lo mostra e la domanda la fa lui a me:”Ch’ c’ stà ca’ ‘ncopp’?” (che ci sta qui sopra?)… resto sorpreso e gli rispondo che non vedo niente. Lui si siede, apre il volumetto e mi mostra una foto: c’è lui che lustra le scarpe ad una bella donna. “O’ ‘bb’ rit’? song’ ì!” (lo vedete? Sono io). E questa donna chi è? Gli chiedo “è una grande donna, una fotomodella francese”. Il ghiaccio è rotto. Come si chiama? “Monica. Monica da Parrì” mi risponde biascicando una qualche frase in una parvenza di francese. Ma quanto tempo fa? “Ehhhh…paricch’…” (molto). Ma da quanto tempo fate sto’ lavoro? “Una quarantina di anni” E ci si campa ancora? “No, non ci si campa più. Uno viene, si fa pulire le scarpe e non mi paga”. Ma quanta gente viene da lei al giorno? “Come capita” E quanto costa? “A piacere. C’è chi mi dà 5 euro, chi 10 e chi niente proprio”. E quanti siete a Napoli a fare questo lavoro? “Sono rimasto solo io a Napoli, in questa bella città”. E come vi chiamate? “Tony” Tony e poi? “Toni Sciù sciain” (e ci tiene alle due parole, a staccarle tra loro, a ripristinare l’orginario nome che gli americani davano ai lustrascarpe nell’immediato dopoguerra, Shoe shine, poi napoletanizzato “sciuscià”). Quindi Antonio? “no, no… Tony. Tony è americano, è bello”. Ma qualche persona importante è venuta a servirsi da lei? “Sì. Liliana. Lo sai chi è Liliana?… Liliana De Curtis. E anche Marcello Mastroianni, ma parecchio tempo fa. E anche Sophia Loren” Ma queste persone poi mentre gli lucidate le scarpe, che fanno? Vi raccontano qualcosa? O stanno in silenzio? “Emmò v’ ric’…” (e ora vi dico). E Tony inizia a recitare una sua poesia: “Agg’ accumminciat’ comm’ gruoss’ e piccirill’, na’ vit’ a guardà ‘nterr’, e teng’ ancor’ a’ forz’ rint’e’rin’, cu’ na luc’ rint’a l’uocchie’ spiritat’ p’scat’ rint’ o’ ppoc’ e’ crumatin’. I’ so’ p’zzent’ signur’ bell’, però nunn’aggia c’ercat’ mai a’ gent’ important’ pe’ ccampà…. Amico – continua – è venuto pure Berlusconi qua da me. Io lo chiamai Papino, e l’ ricett’ vuje jate tropp’ appriess’ e’ ffemmene. Lui mi disse “non sono io, è ‘a femm’na ca’ ven’ add’u mè ca’ teng’ e’ sold’.. e io gli ho detto Cavaliè beat’ a vvuje… Lui si fa pure lo zabaglione la mattina, me lo ha confidato” . Prima veniva spesso qua a Napoli, vero? “eggià… e mo’ nun ven’ cchiù. Lo sapete quanto mi diede Berlusconi? 100 euro!” Davvero? “Sì, però poi se li è presi di nuovo con le tasse”. Ma il materiale che usate per pulire le scarpe è cambiato rispetto a quello di 40 anni fa? E’ migliore o peggiore? “Quarant’anni fa la vita era cchiù meglia, la roba era migliore, la scarpa veniva bella, lucida…mò m’ ven’n’ tutt’ na’ chiavica!”
Si offre di lucidarmi le scarpe; non posso esimermi. Utilizza per l’occasione stracci nuovi, o quantomeno puliti. Lo pago per il servizio. Lui accetta la banconota e prima di salutarci con una stretta di mano, mi chiede il nome della televisione: gli spiego che il TiGiUro non è una tivvù, mi dice “nun fa’nient’, un saluto agli amici del TiGiUro da Tony, l’ultimo Sciù Sciain dalla Galleria di Napoli”. Lo lascio, subito si avvicina un giovanotto che aveva assistito all’intervista e che vendeva calzini:”Avete fatto una bella cosa, si vede che siete una persona di cuore”. Lo ringrazio. E Lui:”Mo’ v’ l’accattat’ pur’ addu’ me duje cavzett’?” Ma no, non ne ho bisogno… “Dottò, ma io vi conosco, vuje t’nit’ na’ machina blu, v’aggia vist’ a Putenz’ annanz’ o’ supermercat’ e pure annanz’ a’ caserm’ e’ via Pretoria, nunn’avit’ maje accattat’… accattatavell’ cà…”. Sono sorpreso… Compro le calze che non mi servono:” grazie dottò. Se mi volete, o’ martedì e o’ venerdì io sto a Potenza!”… e mi sono convinto una volta di più che solo Napoli è Napoli: è unica, e manco i cinesi riusciranno mai a clonarla!