Il dirigente nazionale di Fratelli d’Italia smorza le polemiche con la Lega e rilancia la necessità e la convinzione di una coalizione forte, unita e coesa intorno ad un unico progetto mirato a dare ai lucani una “Basilicata diversa”.

 

 

di Angelomauro Calza

All’indomani della pubblicazione dell’articolo che analizzava la nuova legge elettorale in funzione soprattutto degli effetti che la stessa avrebbe potuto esercitare sull’attuale quadro politico regionale, abbiamo sentito sull’argomento e su altre questioni legate al particolare e vivace momento politico che vive il centrodestra  il dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, Donato Ramunno.

Qual è il suo giudizio sintetico sulla legge elettorale?

Io sono stato tra i pochi a pensare e dire sin da subito che questa legge fosse stata costruita per fare un grande inciucio il giorno dopo le elezioni. Se qualche partito arriverà primo, ma con percentuali sotto al 30 per cento, si troverà ad avere una maggioranza di 10 consiglieri più un presidente. Quindi una maggioranza risicatissima. Questo mi porta a pensare che ci saranno i soliti cambi di casacca e i soliti salti della barricata di parte della minoranza verso la maggioranza. Io che sono un uomo abbastanza coerente rispetto ai dettami della mia appartenenza politica, sono uno cui non piacciono quesiti salti, quindi non sono molto entusiasta di questa nuova legge elettorale, al di là dell’abolizione del listino che trovo sacrosanta, così come sacrosanto trovo il voto di genere, anche se credo che una donna debba  essere eletta per i propri meriti e per la propria dedizione alla propria terra e per la passione che ha per la politica, non perché abbia diritto ad una quota.

Però qui si parla di candidatura e di preferenze, non di elezione

donato ramunno

donato ramunno

Certo, solo di candidatura

Probabilmente con il listino sarebbe stato più facile portare direttamente in consiglio delle donne

Assolutamente sì, questo è vero, per questo dico che alla fine va ben così.

Negli ultimi giorni Fratelli d’Italia ha avuto qualche diatriba con la Lega. Come la vede?

Io credo che nell’immediato appuntamento elettorale i lucani siano appassionati più a quello che sono i programmi e i progetti per il futuro e non la nomenclatura della classe politica che in passato è stata abbastanza fallimentare, quindi noi dobbiamo dare ai lucani la nostra idea di Basilicata. E’ pur vero però che le idee camminano sulle gambe degli uomini, e quindi per far uscire la Basilicata dal guado in cui è stata portata da una classe dirigente inadeguata, servono uomini che abbiano idee, che abbiano competenze.

E qual è la sua, di idea?

Un vecchio detto della politica che non era nemmeno di destra, ma era di sinistra, diceva che essere uomini significa conoscere per fare. Io a queste due parole ne aggiunta altri: essere uomini oggi significa conoscere, fare e sognare per fare. Quindi noi dobbiamo essere in grado di dare ai lucani una prospettiva diversa da quella che oggi è la Basilicata. Dobbiamo dire ai lucani cosa e come  vogliamo fare per la Basilicata innanzitutto e dobbiamo dire se deve essere ancora la terra di qualcuno che pensa di coltivare interessi distretti o se dobbiamo dire ai lucani che la terra deve essere una terra di benessere per tutti, una terra libera e giusta per i nostri figli e per i figli di tutti i lucani. Una terra che possa offrire opportunità per tutti senza zavorre che sono state rese note dalle intercettazioni delle ultime inchieste giudiziarie che a noi non interessano dal punto di vista prettamente giudiziario, ma interessano dal punto di vista morale, politico e dei risvolti sociali che hanno e che interessano la nostra regione. Questo è quello che credo che il centrodestra debba dire ai locali.

Regione Basilicata

Resta ancora da dirci “chi” a suo parere debba o possa guidare la coalizione

Chi debba guidare la coalizione di centrodestra ,che io spero resti unita, è giusto che lo decidano i dirigenti dei partiti di riferimento  di centrodestra , spetta a loro, credo però che si debba scegliere una persona nuova che abbia però competenze, e capacità perché per guidare una macchina c’è bisogno di una patente, per guidare una regione c’è bisogno di competenze. Non si può affidare al primo che capita

Laddove questo non dovesse essere per difficoltà di sintesi coesiva interna al centrodestra?

Se non dovesse essere c’è uno strumento meraviglioso che è quello delle primarie. Ciascuno propone una rosa di nomi, ci si vede una domenica di settembre ad un seggio elettorale istituito nei vari comuni, e si chiamano i lucani a scegliere democraticamente. Non vedo la difficoltà

Ma questo è comunque un passaggio successivo all’intesa sul programma

E se l’intesa non si trova?

Non credo sia difficile da trovare. Essendo uomini di centrodestra apparteniamo e partiamo tutti da una base ideologica valoriale comune alla Lega, a Forza Italia, a noi di Fratelli d’Italia e che trova radici comuni anche in tanti movimenti civici che sono vicini al centrodestra. Quindi partendo da una base comune che è di convinzione ideologica, io credo che non sia cosa impossibile arrivare a quella programmatica

Quindi è stato sbagliato l’approccio?

Secondo me sì.

E risolto questo aspetto? Dovrebbe arrivare il momento delle composizione delle liste, no?

Donato Ramunno

Donato Ramunno

Dopodiché si devono comporre delle liste che abbiano al loro interno persone credibili e rispettabili. Perché questo è stato sino ad ora il problema del centrodestra: noi abbiamo offerto ai lucani delle persone che non erano né credibili né rispettabili e i lucani non sono sciocchi, come qualcuno vuol far credere. Quando noi proponiamo una offerta programmatica scadente e degli uomini che non sono credibili per la loro storia e per le loro qualità, i lucani non affidano certo a noi e a loro il proprio futuro, e né ci accordano la propria fiducia. Quindi noi dobbiamo comporre liste con persone rispettabili e credibili, riappropriarci della parola che è quella dell’onore e dare onore alla politica

Si sarà reso conto che questa è una occasione più unica che rara per il centrodestra di andare al governo della regione?

Questa è una occasione più unica che rara per rilanciare le sorti della regione Basilicata. Perché è una regione ricca per le risorse che ha, per gli uomini che ha: i lucani sono un popolo meraviglioso e la Basilicata non può continuare ad essere la terza regione più povera d’Italia. Quindi è giusto che questa regione trovi riscatto, che questa regione trovi una classe dirigente nuova che sappia rilanciare la nostra terra e ridare dignità al suo popolo, perché questo popolo è stato sino ad ora umiliato da una classe dirigente scellerata da destra a sinistra

Antonio Cappiello

Ritiene possibile che alla fine le intemperanze manifestate possano portare la Lega, unitamente  a una revisione interna al partito di Di Maio della strategia elettorale, da un abbandono della coalizione di centrodestra  per dar vita a un accordo tra Lega e Cinquestelle in Basilicata?

Le intemperanze sono dovute a motivi caratteriali, più che politici. Io credo che a questo punto tutti debbano fare un bagno di umiltà, fare un passo indietro e smussare alcuni angoli. Del resto ciascuno ha alcuni aspetti propri caratteriali che deve levigare quando deve rapportarsi e intrecciare dei rapporti con gli altri. Io dico però che i leader non si autoproclamano, ma vengono fuori naturalmente con l’autorevolezza conclamata e riconosciuta. Non è che si conquista dall’oggi al domani una leadership, sono gli altri che devono riconoscerti una leadership. Carisma e leadership devono deciderlo gli altri se ce l’hai o se non ce l’hai. Sono cose che si determinano in base a qualità umane, caratteriali e anche in base allo spessore culturale, intellettuale e professionale, in base a un percorso che uno ha saputo costruire durante tutta una vita. Non sono cose che si improvvisano. Quindi una autorevolezza riconosciuta a non autoritarismo.