In un futuro prossimo, in alternativa alla Rai, tante le ipotesi di aggiudicazione della concessione. In corsa Mediaset, Sky, LA7 e la Warner Bros con la Nove
di Angelomauro Calza
Embè, Sanremo è Sanremo! E da quando è nato il Festival Sanremo è sinonimo di evento della Rai. Ma negli anni anche la kermesse canora più famosa del mondo si è man mano dovuta adattare all’evoluzione del marketing che la circonda e delle regole che negli anni hanno caratterizzato il mercato modificandolo e in certo qual modo anche complicandolo.
E così ci si ritrova che è in scadenza il contratto di appalto tra il Comune di Sanremo e la Rai, ma la complicazione più grande è che l’aggiudicazione della manifestazione con tutto il contorno di contratti pubblicitari milionari e diritti televisivi ancor più ricchi vede altri soggetti, oltre la Rai, che potrebbero soffiarla da sotto il naso alla mamma di quel che era il tubo catodico nazionale e internazionale. Il primo cattivo pensiero su chi potrebbe non solo contendere, ma anche strappare alla Rai per i prossimi anni le ugole d’oro che gorgheggiano dal palco dell’Ariston va a Mediaset. Alle voci insistenti di questa ipotesi ha risposto nei giorni corsi Piersilvio Berlusconi: “Mi sembra che la situazione sia ancora troppo fumosa per poter esprimere un giudizio e io non arrivo neanche a pensare se mai potesse interessarci, vedremo. In ogni caso, penso che Sanremo sia un pezzo di Rai e che allo stesso tempo la Rai sia il vero motore e la vera forza di Sanremo. Dunque, da italiano mi auguro che il Festival rimanga in Rai”, ha affermato. Riguardo certi ambiti ritengo si debba essere rispettosi. E semmai un domani Sanremo dovesse essere sul mercato, lo valuteremo con l’atteggiamento giusto da azienda commerciale che valuta costi e ricavi. Per me è un pezzo di Rai e tale dovrebbe rimanere”. Così le agenzie.
Certo, dichiarazioni impegnative, ma che fanno pensare, tanto da dar corpo all’ipotesi che alla fin fine la questione Sanremo altro non sia stato che un modo per poter poi parlare di riduzione del canone Rai e sulla revisione del limite dei tetti pubblicitari, su cui si è chiaramente espresso anche Tajani. Una questione quindi che diventa politica, e Berlusconi nel prosieguo della sua dichiarazione lo dice chiaramente: “Io penso che la proposta di diminuire il canone sia una mossa abbastanza di propaganda: se togli 20 euro dal canone e poi devi recuperare 430 milioni dalla fiscalità generale, togli da una tasca e riprendi dall’altra, la sostanza non cambia. Anzi mi sembra una mossa meno chiara e trasparente nei confronti degli italiani”.E allora è lecito pensare che Mediaset sia tutt’altro che disinteressata? Attende, scruta, pensa. Certo, i mezzi tecnici sono importanti, e Mediaset li possiede, le politiche di adeguamento al mondo e alla tecnologia che cambia sono aggiornatissime, i capitali ci sono. E per la parte più prettamente legata allo spettacolo Maria De Filippi sarebbe un ottimo direttore artistico, lo sta dimostrando da anni, con la scoperta di artisti che ha poi lanciato nel firmamento delle voci italiane nel mondo, e molti di loro sono arrivati anche a cantare su quel palco oggi all’apparenza (ma non solo!!!) conteso. E chi lo presenterebbe?
Beh, oltre la De Filippi, non sarebbe di certo secondo a nessuno Gerry Scotti, cui davvero manca il solo festival di Sanremo per essere consacrato icona della conduzione. Magari affiancato da quella Michelle Hunziker che sembra ormai matura per ruoli ben più importanti di Striscia la notizia, che pure non è cosa da poco. Tutto qua? Una sorta di competizione tra Rai e Mediaset?
Ma assolutamente no! C’è chi in Rai è certo che l’azienda non perderà Sanremo, ma c’è per esempio anche LA7, che però pur avendo i capitali non ha i mezzi tecnici per poter gestire la manifestazione agli stessi livelli della Rai e di Mediaset, ma potrebbe riuscire a vincere l’appalto, ottenere la concessione e magari affidare poi tutto a una società esterna (quale?). Ma soprattutto ci sta Warner Bros, che è agguerrita e che ha tutte le carte in regola e tutte le potenzialità, tecniche ed economiche, per poter ottenere la concessione. Già da tempo su LA7 sia Mentana che Parenzo e la Gruber dicono spesso provocatoriamente di “essere loro il servizio pubblico”. Facciamo una considerazione maligna: se andiamo alla Camera dei Deputati, troviamo diversi nomi legati fortemente per ruolo – in essere o passato – alla concorrenza: tirate voi le somme. In Rai evidentemente danno tutto per scontato, ma le cose non sono poi così tranquille. Qualcuno da tempo si sta muovendo per riuscire a relegare a un ruolo secondario la Rai, magari lasciandole solo il contratto di servizio per sopravvivere, ma se dovessero toglierle anche quello la Rai è bella e sistemata: non sarebbe più neanche servizio pubblico e verrebbe praticamente smantellata. Di sicuro non accadrebbe come anni fa, quando Mediaset prese il Giro d’Italia togliendolo alla Rai, ma poi non avendo i mezzi tecnici per gestire la manifestazione glielo riconsegnò. Questo accadeva anni fa, ma nel frattempo Mediaset è diventata una potenza anche dal punto di vista tecnologico. Sta diventando oggi piattaforma europea, sta aprendo in Germania, in Polonia, è presente in Spagna. Berlusconi padre aveva pensato di schierarsi concorrenzialmente al fianco di Sky e Netflix creando una piattaforma tutta italiana, forte anche della proprietà di Medusa, per cui anche l’offerta del cinema sarebbe stata coperta. Il progetto sta andando avanti con i figli che in un primo momento volevano bloccarlo, salvo poi ricredersi, tanto che ora la denominazione è Mediaset Europe. Tra le altre cose c’è anche Radio Mediaset, che racchiude tutte le maggiori radio italiane. Quindi Mediaset per queste ragioni, nonostante le precisazioni di Berlusconi, è in campo.
Certamente la Rai, laddove dovesse perdere anche Sanremo dopo il calcio e dopo Miss Italia, avrebbe ben poco da offrire: davvero pensiamo che possa reggersi su Ballando con le Stelle? Ricapitolando: in campo ci sono la Rai, LA7, Mediaset, Sky e Warner Bros.
Sky con il suo TV8 sembrerebbe la più debole (e forse però anche la più disinteressata) sotto il punto di vista dell’aspetto del direttore artistico e del conduttore, cosa che invece non manca alla Warner Bros (in realtà la più forte tra i contendenti) con il suo canale NOVE, che potrebbe in caso di aggiudicazione dell’appalto rilanciare Amadeus (che deluso dall’andamento del suo programma starebbe preparando il suo ritorno in Rai) come deus ex machine della manifestazione, recuperando poi probabilmente anche quel Fiorello che alla Rai ha sbancato con Viva RaiDue. Queste le ipotesi in campo, con chi va all’attacco (le televisioni concorrenti), chi si dice sicuro di sé senza pensare minimamente di fare opera di prevenzione (la Rai), e il Comune di Sanremo che gongola in attesa di conoscere quale budget ultramilionario potrà andare a riempire le casse del Municipio più canterino del mondo. E se, pur di mettere in fuori gioco la Warner Bros si arriverà ad una intesa Mediaset-Rai?