Deliberati corsi di formazione civica affinché si propizi lo sviluppo di una cittadinanza consapevole e attiva nel rispetto e in aderenza a quanto imposto dalla Costituzione. I corsi tra ottobre e novembre
di Angelomauro Calza
E’ di soli tre giorni fa, il 31 luglio, una delibera della Giunta di Ogliastro Cilento, in provincia di Salerno (leggila qua delibera_giunta_n_104-1), che può e deve far discutere positivamente ed essere di esempio agli altri 7.903 Municipi italiani, grandi e piccoli, da Morterone, con i suoi 33 abitanti, in provincia di Lecco, a Roma che ne conta 2.754.719. Ma cosa avrà di importante questa delibera? Tenta di contribuire alla riaffermazione della democrazia tra la gente, prendendo come esempio quella greca degli anni che furono. Partendo dalla presa d’atto che il disinteresse dei cittadini per le vicende che attengono alla cosa pubblica è in preoccupante aumento, appurato da studi sociologici e testimoniato dalla decrescita della partecipazione al voto, la Giunta di Ogliastro Cilento nell’atto deliberativo tiene conto del fatto che la diffusione del sapere riguardante i fenomeni istituzionali è funzionale allo sviluppo culturale e sociale e all’attuazione dei principi di partecipazione democratica. Per questo la Giunta ha varato all’unanimità la proposta di deliberare “l’istituzione senza oneri economici per l’Ente, di “Incontri di formazione civica” con la finalità di offrire a quanti lo vogliano occasioni di approfondimento di tematiche riguardanti il diritto pubblico, mediante approccio interdisciplinare e divulgativo, affinché si propizi lo sviluppo di una cittadinanza consapevole e attiva. Momento ineludibile di tali incontri sarà la disamina degli istituti e dei fondamenti concettuali dell’antica democrazia greca”. A sostegno della deliberazione viene citato l’art.3, comma secondo della Costituzione, che impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli sociali che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ma non solo: anche l’art. 9 che impone alla Repubblica di promuovere lo sviluppo della cultura; l’art. 114 secondo il quale i Comuni sono enti costitutivi della Repubblica; l’art. 118 secondo il quale le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. Quindi il Comune, “I” Comuni possono e devono diventare soggetti attivi di diffusione e attuazione dei principi della democrazia e non meri recettori passivi di disinteresse diffuso. Questa delibera rappresenta una novità, un unicum in materia. E’ vero, ci sono già Comuni che hanno istituito incontri di formazione civica, ma questa iniziativa è diversa: tra ottobre e novembre dovrebbe prendere il via una sorta di vero e proprio corso universitario e il diritto pubblico che sarà insegnato con i riferimenti all’antica Grecia è di una originalità assoluta. Gli esperti riconosciuti di diritto greco in Italia sono solo due o tre, ma non hanno mai esercitato un tipo di impatto come quello che si avrà a Ogliastro, dove tutto sarà raccontato in maniera approfondita, ma leggera. E sarà raccontato iniziando con un seminario di due giorni solo sulla democrazia greca, su quella democrazia diretta che era la forma di governo democratica in cui il popolo (il “demos”) aveva un vero potere politico.
Ovvio che gli istituti della democrazia greca non sono ripercorribili, non ci si mette tutti in piazza a deliberare, ma i principi che animavano la democrazia greca, lo spirito di partecipazione, va necessariamente recuperato per rianimare le nostre democrazie esangui. Altro fatto importante è che non sarà richiamata alcuna base normativa, saranno citati, discussi e sviscerati esclusivamente articoli della Costituzione che parlano della cultura e dell’innalzamento sociale dell’individuo attraverso la cultura attiva. La caratteristica del corso è la interdisciplinarietà. Si parla anche di psicologia, perché le istituzioni non si possono comprendere se si fa un discorso meramente giuridico. Si parla quindi di psicologia, di etologia. Insomma, è da un piccolo paese del Cilento, da una Giunta di tre soli componenti, che parte la sfida e l’esempio per altri Municipi e Comunità di discutere, ripensare e riappropriarsi di forme di partecipazione democratica che si sono smarrite negli anni. Si, esageriamo: si tratta di un’ottima iniziativa in un mondo di rancorosi presuntuosi e ignoranti. E questo è anche un modo giusto di amministrare una comunità: fornendole strumenti e modi di discussione per dare vita a una forma virtuosa e non virtuale di partecipazione democratica, offrendo una alternativa alle iniziative culturali fatte di sagre, cantanti e premi letterari fini a sé stessi. In Basilicata si dovrebbe mutuare questa delibera e dare vita ad iniziative gemelle, perché non siamo esenti dai fenomeni di abbandono e allontanamento da forme virtuose di partecipazione democratica. In tutti i Comuni.