Sempre più difficili i rapporti tra il Presidente e gli alleati: vacilla il “bis”? Intanto Fitto rassicura Latronico sulla firma del patto di coesione: subito dopo non ci saranno più scuse per convocare le elezioni.

di Angelomauro Calza

 

“Incontro proficuo e positivo con l’amico e assessore all’ambiente ed energia della regione Basilicata, Cosimo Latronico, per mettere a punto gli ultimi passaggi sull’Accordo di Coesione, che sarà firmato a breve, e il Pnrr”. Oh, Il Ministro in questione è Raffele Fitto, e la notizia l’ha data al suo uomo di riferimento in Basilicata, ex parlamentare, ora assessore regionale, non al Presidente della Regione che ne ha fatto una questione d’onore! E’ annuncio importante di per sé, ovvio, ma ancora di più perché proprio alla firma del patto di coesione ha ancorato la data delle elezioni Vito Bardi, e poiché la firma dovrebbe essere a breve, le elezioni, se convocate, a questo punto non si possono svolgere prima del 21 aprile. Sembra comunque che ci sia abbastanza tempo per completare questo atto con il governo, e allora la domanda al Presidente Bardi appare ovvia: convocherà per tempo le elezioni consentendo il voto il 21 aprile? O, nel caso dovesse decidere di far votare il 28 aprile, vuole far presentare le liste a Pasqua o addirittura in coincidenza con l’avvio della campagna elettorale europee?

Bardi e Gasparri

La questione a questo punto assume la connotazione di un atto di serietà verso l’intera comunità lucana, una risposta concreta almeno alla fine del mandato a chi lo accusa di scarso rispetto avuto per i lucani in questi cinque anni. Se così non fosse, sarebbe allora chiaro che il rinvio è stato “nobilitato” con la motivazione di chiudere la partita del patto di coesione, ma in realtà tutto è riconducibile al più volgare tempo necessario per ottenere la ricandidatura a Presidente. I segnali (più che segnali) che arrivano dagli alleati, soprattutto da Fratelli d’Italia, sono sempre più indirizzati verso un categorico “niet”. In soldoni, Bardi sembrerebbe in realtà voler prendere tempo per non subire il diktat di Fdi  e di Gianni Rosa, più in particolare, che ha con lui il dente avvelenato sin dai giorni della sua esclusione dalla Giunta.

L'assessore Gianni Rosa

il senatore Gianni Rosa

La scelta di procrastinare l’atto di scioglimento del Consiglio regionale e di convocare le elezioni il più lontano possibile sperando di riuscire a ricucire i rapporti potrebbe però anche finire con un autogol, con FDI che potrebbe alla fine puntare ad ottenere la presidenza e non concedere il bis a Bardi; e se le voci che arrivano, riferite a Fratelli d’Italia che punterebbe a via Anzio con un candidato politico e non civico, unito alla la dichiarazione di Fitto che incontra Latronico, va proprio in questa direzione, in quanto, escludendo i parlamentari, è innegabile che, se un politico deve essere e non un civico, l’assessore sia al momento il candidato più forte di FDI. Resterebbe la questione dei rapporti interni: Latronico è uomo di Fitto, non di Meloni come Rosa, per cui il senatore dovrebbe decidere quale rospo ingoiare tra dare il via libera a Bardi o al fittiano Latronico: innegabile che quello di Bardi sia il più grosso e indigeribile se non accetta le condizioni poste. Ai più non pare che Bardi possa mollare il suo gruppo con a capo Busciolano che si espone spesso al posto suo come ha fatto con la protesta dei trattori l’altro giorno e con Perri che in questi due anni l’ha tirato fuori dalle secche e si sta dando da fare per mettere in piedi anche la sua lista (prodromo di divorzio invece che di rafforzamento?): come dire che tra Rosa e Bardi potrebbe anche concludersi come a Sanremo: I’ p’me, tu p’ te. E in tutto questo la Lega sta sempre là, alla finestra, in attesa di qualcuno cui aprire la porta.

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