Dalla presentazione di Chiorazzo alle assemblee di Azione e di Noi Moderati, dalla timida apertura di civici e PD alle primarie a Cannizzaro fedele al centrodestra. Azione vuole discutere e approfondire

di Angelomauro Calza

Un sabato di fermenti, riunioni, convention, congressi, presentazioni e chi più ne ha… più ne candidi!

Angelo Chiorazzo

Della kermesse (numericamente – dicono alcuni – sembrava essere tornati ai tempi delle manifestazioni con Emilio Colombo) di Angelo Chiorazzo che si è ufficialmente presentato a Potenza sicuramente avrete già letto o potrete leggere ovunque, ma il candidato di Basilicata Casa comune che ha sottolineato come punto del suo programma prioritario, necessario, indispensabile e imprescindibile sia che la ricchezza derivante dal petrolio debba andare in mano alle singole persone, soprattutto alle più bisognose, è stato oggetto di attenzioni e discussione sia alla reunion congressuale regionale di Azione che a quella di Noi Moderati, alla presenza di Maurizio Lupi.

La convention di Noi moderati

“Sono due mesi che si parla di questa candidatura come candidatura civica – hanno detto i “lupacchiotti” – se però è così vuol dire che ci si apre a tutte le forze, oggi con le dichiarazioni registrate si scopre l’acqua calda: che Chiorazzo non è civico aperto a tutti, ma è un candidato di centrosinistra.

Cannizzaro e Lupi

“Storia nuova dice lui? Ma con scrittori vecchi” dice Cannizzaro “con un PD sempre più schiacciato a sinistra e sul M5S, fermo restando che Noi Moderati è un partito di coalizione di centrodestra, dove l’area moderata sarà determinante per vincere e che quindi deve essere coinvolta nei processi decisionali (la scelta del candidato Presidente ndr) e che visto lo schiacciamento sempre più a sinistra e verso il M5S è necessario che il centrodestra, classe di governo nazionale e regionale, apra all’area centrista, non c’è altra soluzione, non lo consente la legge elettorale regionale, esiste area moderata ben rappresentata che può stare solo nel perimetro del centrodestra”.

Il Congresso di Azione

Per la cronaca e per chi vuole rimuginare: in sala erano presenti Pittella e Pessolano per Azione, l’on. Caiata per Fratelli d’Italia, e poi Stefania Polese, Giammarco Blasi, Carmen Celi, Sergio Potenza, Nicola Benedetto, Giulio Velluzzi e il consigliere comunale del PD, Telesca. Praticamente assenti Italia Viva e Forza Italia (significherà qualcosa?). Mario Polese era però alla riunione di Azione, al Grande Albergo, dove nel suo intervento ha teso una mano a Marcello Pittella, ma da una mano tesa “chissà perché” fino al sotterramento dell’ascia di guerra ce ne corre.

Da Azione c’erano – anche lì – Salvatore Caiata, Francesco Cannizzaro (oh, cortesia tra persone civili o altro?) il Partito Democratico con il suo gotha locale: il segretario Lettieri, Caivano e Carlo Rutigliano.

Marcello Pittella

Nota da non sottovalutare: pare che nei giorni scorsi il Presidente Bardi sia stato ufficialmente invitato dopo che Pittella ha più volte dichiarato nelle scorse settimane il suo deciso “NO” a una eventuale ipotesi di collaborazione: se c’è lui, praticamente, nessuna possibilità di accordo, invece ora arriva l’invito. Bardi in un primo momento pare avesse deciso di non rifiutare, di andare al Grande Albergo, poi ha però inviato Giuseppe Galizia in sua rappresentanza. Capito bene? In “sua” rappresentanza, non di Forza Italia, che lì c’era con il segretario provinciale di Potenza, Vincenzo Taddei (ohibò! e perché mai? Non poteva bastare il Segretario del suo partito? Solo Taddei per tutti e due? Mah…candidatura ci cova!). Lettieri nei suoi saluti all’assemblea ha preannunciato che la prossima settimana dovrebbe esserci un nuovo tavolo di discussione e trattativa, ma dovrebbe essere prioritario che chi partecipa faccia chiarezza: non è che ci si può sedere al tavolo di centrosinistra la mattina e magari a quello del centrodestra la sera, chè i cittadini devono capire uno con chi sta veramente: “fai quel che vuoi, ma sii chiaro” è il messaggio che i lucani chiedono a tutti. Marcello Pittella invece ha sottolineato la sua amarezza, ha ricordato come Di Battista andò in nome dei Cinquestelle a parlare di “Pittellaexit” praticamente sotto il balcone di casa sua, a Lauria (come può accordarsi con loro, nonostante i distinguo del e dal Dibba?).

La presentazione di Angelo Chiorazzo a Potenza

E ha sottolineato, non disdegnando l’ipotesi-primarie, come ci possano essere discussioni e approfondimenti per decidere il da farsi e le eventuali alleanze, ma di sicuro non accetterebbe come non accetta imposizioni da chicchessia, men che meno dai vari Bubbico, Folino e Speranza, che non ha espressamente nominato, ma che a suo dire con l’operazione Chiorazzo vorrebbero rientrare sulla scena politica dalla finestra. Vuole discutere di programmi, per verificare la possibilità di trovare un assetto sui punti e a quel punto si assumerà una decisione. Intanto, ritornando al cosiddetto centrosinistra, cosa sta accadendo? Proviamo a riassumere sinteticamente. Le primarie continuano a chiederle Margiotta (PD) e il socialista Valvano (alcuni sollevano l’interrogativo: come si può dire che si può andare sia a destra che a sinistra e poi chiedere le primarie?) che le intendono aperte a tutto il centrosinistra; dall’altro lato Chiorazzo & C. non le volevano, ma ora, dall’intervento del candidato Presidente si evince che nemmeno più le avversano decisamente, mostrando apertura; poi ci sono i M5S che non si sa se alla fine andranno da soli, andranno in coalizione e con chi e, nel caso, se vorranno o meno passare dalle primarie. È del tutto evidente che solo con una posizione chiara si può legittimare una richiesta di primarie che deve essere necessariamente preceduta da una verifica di condivisione programmatica (se così non fosse provocherebbero una divaricazione non sanabile) e seguita dalla definizione di criteri modalità e regole condivise tra partiti e movimenti civici. Ecco, per ora questo è, come a dire: facciamoci Natale, che prima dell’Epifania nulla si muoverà.

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