Il Vice Premier, da buon segretario di partito difende a oltranza il Presidente uscente, ma i numeri sembrano andare contro il “bis”. Donzelli: “ricandidati solo Cirio e Marsilio”.

di Angelomauro Calza

 

Ogni parola ha un significato, e in italiano anche più di uno. E’ quando vengono messe insieme che i significati si moltiplicano e bisogna leggerli e interpretarli. Certo, così come in un vecchio proverbio africano, “quando si va a raccogliere i rami secchi della memoria, ciascuno ritorna con il fascio di legna che preferisce”, anche in politica quando si leggono o si ascoltano parole che narrano di possibili candidati alla Presidenza della Regione ognuno pensa a quel che più gli piace.

Vladimir Putin con Silvio Berlusconi

E così, lasciamo in sospeso la domanda legittima “perché ogni due giorni Antonio Tajani gioca a confermare gli uscenti, a ricandidarli?”, con la giusta eco all’estero tanto che persino Putin, così come Bardi, ha dichiarato ieri la stessa cosa, “mi ricandido!”: poteri della comunicazione globale, e Basilicata esempio anche oltre cortina (complice anche la grande amicizia tra il Presidente russo e il fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi?)! Ma cosa ha detto poi Tajani al Messaggero di tanto sconveniente per qualcuno? Beh, dice per esempio che si dovrà “seguire la prassi, com’è giusto. E la prassi è ricandidare gli uscenti a meno che un partito non decida di sostituirlo, come accaduto in Molise, con Roberti al posto di Toma.

Marco Marsilio

Per quanto ci riguarda – ha poi dichiarato – non è così e confermiamo Cirio in Piemonte e Bardi in Basilicata”. Ma come? La Prassi? E come mai lo scorso anno in Sicilia per Musumeci la prassi non è stata osservata, sostituendo il Presidente di Fratelli d’Italia con Schifani di Forza Italia?

Renato Schifani

O è una prassi di recentissima istituzione? La interpretazione delle parole lascia ampio spazio al cattivo pensiero che – come da buon padre di famiglia e da buon segretario di partito – Tajani stia dimostrando a Bardi il suo sostegno fino alla fine. Sì, ma quale fine? Beh, se si deve malignare facciamolo fino in fondo: la fine e basta. Ha dichiarato il sostegno a Cirio in Piemonte? Bene: vuol dire che la “cambiale” a FI è già stata pagata con il Piemonte, di più non sembra si possa ottenere. Come? Non ci credete? Vabbè, tutto può essere, ci mancherebbe, ma allora facciamo due conti: può Fratelli d’Italia accettare l’attuale ripartizione? Due postazioni alla Lega, due a Forza Italia e una per sé? Ma non ci siamo proprio, dai, non esiste un simile rapporto alla luce della forza della Meloni oggi! Ecco allora che iniziano i giri di valtzer, alla luce anche di quanto dichiarato ieri da Donzelli al Corriere della sera: lui sostiene che sono stati già confermati gli uscenti in Piemonte (quindi Cirio, Forza Italia) e Abruzzo (Fratelli d’Italia).

Il passaggio dell’intervista di Donzelli al Corriere della Sera di ieri

Alberto Cirio

Se teniamo conto che l’Umbria non dovrebbe più rientrare nelle trattative di questa tornata elettorale, in quanto il rinnovo dell’Assise umbra è previsto ben dopo le Europee (e quindi tutto si giocherà anche in funzione dei risultati di giugno, ma anche delle elezioni regionali del 2025), ecco che alla Meloni spetterà un altro posto, verosimilmente la Sardegna al posto di Solinas, mentre il candidato presidente della Lega dovrebbe a questo punto essere quello della Basilicata. Insomma, ritornando a Tajani, questo spiegherebbe perché, nel passaggio immediatamente successivo della stessa intervista di ieri al Messaggero, abbia dichiarato che “…se poi un partito decide di rinunciare per qualunque motivo ad una Regione è un ltro discorso”: sarà un modo per indorare la pillola a Bardi? Magari proponendogli (questo sì) un ristoro “irrinunciabile”?

 

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