Donzelli abbassa i toni degli attacchi al Presidente che viene rilanciato dal Vice Presidente del Senato a Gaeta (video). La Lega ha già il candidato. Il PD non può fare a meno di Chiorazzo, Chiorazzo del PD sì?

 

di Angelomauro Calza

 

 

Subbugli, guazzabugli, scompigli e parapiglia stanno caratterizzando i partiti e la coalizione di centrodestra. E pure i partiti non ancora coalizzati del centrosinistra.

La Sede della Regione Sardegna a Cagliari

Una voce ironizza e sussurra scherzosa che la Meloni stia insistendo per avere il candidato Presidente della Sardegna anche perché il Palazzo della Regione, a Cagliari, fa angolo con via Porcile, e siccome la sede di Fratelli d’Italia a Roma è a via della Scrofa… ma si scherza, è solo una battuta: Porcile di nome faceva Vittorio ed è stato un eroico Ammiraglio sardo di Carloforte che il 22 febbraio 1793 nelle acque della Maddalena respinse la flotta francese capeggiata da Napoleone, un eroe, altro che la Scrofa, che poi altro non era se non una locanda: nessuno dei due nomi, quindi ha mai avuto a che fare con il mondo degli animali da cortile se non come semplice vocabolo che al maiale riporta d’istinto. Oh, però sta di fatto che veramente la Meloni qualcuno a via Porcile, a Cagliari, lo vuole piazzare! E in quel caso smetterebbe di vedersi assegnato un posto a Palazzo Madama Annamaria Guerricchio, veterinaria, prima dei non eletti al Senato nel plurinominale al Senato in Basilicata. Come? Perché? Oh, fatevi la domanda e datevi la risposta. Però la Sardegna è senza petrolio: vale più o meno dello scettro lucano? Di sicuro l’intervento del responsabile dell’Organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ieri agli Stati generali dei meloniani a Potenza, se da un lato va letto come acqua buttata sul fuoco, dall’altro deve far riflettere, perché il fuoco subito dopo lo ha pure ravvivato. C’è tempo per stringere il cerchio, e se Fratelli d’Italia deve scegliere tra Sardegna e Basilicata (entrambe sarebbe velleitario) deve farlo a buona ragione, con la persuasione più che con lo scontro, per cui a che serve creare tensioni sin da ora? Un ragionamento oculato, strategico, opportuno. Finalizzato peròa tenere unito il centrodestra, non tanto a salvare Bardi, elogiato prima di essere criticato, ma a rendere più amicale e serena la trattativa con la Lega. Nulla è certo in politica, panta rei, e nella fattispecie l’attendismo diventa imperativo. Ovvio che laddove dovesse toccare a Salvini, la Basilicata il candidato lo tiene bello e pronto, ed è Pasquale Pepe. Come? Non piace a tutti? Evvabbè, ecco allora Francesco Fanelli. Se dovrà essere sarà uno dei due, non si sfugge. Di fatto Bardi in questo momento non gioca più da favorito, ma resta in pista, come outsider, che poggia molte delle sue speranze sulle strategie pensate da Giampiero Perri che lui si è scelto come consigliere personale. Ed è iperattivo da qualche tempo: come mai? Anche qui, fatevi la domanda e datevi la risposta.

Intanto, nel video a corredo dell’articolo, Maurizio Gasparri, sul palco della kermesse dei giovani di Forza Italia, a Gaeta, tiene fraternamente per un braccio il Presidente e annuncia: “Bardi continuerà a guidare la coalizione e la Basilicata”. Insomma, tra annunci incrociati, battesimi e scomuniche, elogi e critiche la partita ha valenza nello scacchiere nazionale e si gioca tutta a Roma. Staremo a vedere. Altro fronte. Il Partito Democratico che al termine dei “suoi” stati generali lucani riuniti l’altro giorno ha mostrato tutte le fragilità che lo tormentano: sono in troppi a pensare ancora al “partito regione”, con i massimi esponenti che si usano vicendevolmente, ciascuno sperando di poter “tenere in mano”: oh, cambiate rotta, che così il centrodestra non si sconfigge, come dite di voler fare e sperare. Gli scettici invocano un “soggetto nuovo”, “più pulito” e fatalmente ogni volta dall’identikit spunta il volto di Angelo Chiorazzo.

Angelo Chiorazzo (ph.angeloma.it)

Oh, come lo disegni disegni sempre quel volto esce. No, non è un fenomeno mistico e mistificatore come le lacrime sul volto della Madonna di Trevignano, è cosa reale, e alla fine la riflessione che viene spontanea è che il PD non può fare a meno di Chiorazzo, mentre Chiorazzo può benissimo fare a meno del PD; anzi, c’è chi sostiene che tra i chiorazziani ci sia addirittura qualcuno che spera che non ci sia accordo con il PD: “sarebbe forse meglio” dicono, magari pensando di indurre in tentazioni Marcello Pittella, di convincere i Consiglieri regionali dissidenti di partiti moderati e addirittura i segretari di partiti ancora considerati poco rappresentativi numericamente. Piccoli, sì, ma utili allo scopo: “ogni picc’ aiuta!”. Però a destra e a sinistra l’impressione è che la testa sia ancora girata indietro, con lo sguardo verso il passato, fatto di pratiche politiche ormai obsolete e poco adattabili alla realtà, che chiede altro, con i gruppi dirigenti che operano con distacco rispetto alla comunità lucana. Di fronte a questa situazione, se non dovessero intervenire inversioni di rotta, cosa farà l’elettorato astensionista della Basilicata? Si espanderà il disinteresse al voto? O deciderà di tentare la carta della nuova proposta?

 

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