Tajani e Alberti Casellati hanno confermato Bardi in risposta a precise domande, non potevano fare diversamente. Locantore voleva una donna: ora potrebbe esserci

di Angelomauro Calza

 

Si, vabbè, voglio vedere chi davvero crede che Forza Italia abbia blindato il nome di Vito Bardi come candidato del centrodestra alle prossime regionali. Basta riflettere sul fatto che non è mai stata rilasciata in tal senso sia da Tajani che da Alberti Casellati alcuna dichiarazione in maniera spontanea, non è mai stata convocata una conferenza stampa per annunciarlo, no: sono state date risposte in tal senso ai giornalisti che hanno chiesto chi sarà il candidato.

Antonio Tajani intervistato da Angelomà

E allora, se così è, volete che il segretario nazionale e quello ragionale non solo di Forza Italia, ma di qualunque partito a meno di un anno dalle elezioni possa smentire l’operato di un proprio Presidente della Ragione dichiarandolo non candidabile?

Riviello, Bardi, Gasparri ph. Luidsa Calza

Il Presidente BArdi durante la campagna elettorale 2018 con Riviello e Gasparri

Ma dai, non facciamo ridere i polli (che poi i polli saremmo noi elettori)! Nel centrodestra tutto è ancora in gioco, e se in Fratelli d’Italia i nomi che circolano come alternativa a Bardi sono quelli di Quarto (ormai però sembrerebbe bruciato) e Latronico (fermo restando il gradimento di altri rappresentanti del partito non solo su Potenza, ma proprio della fascia Jonica, Leone in testa), ecco che per la Lega non pare più certo che l’unico nome spendibile sia quello di Pasquale Pepe: si sussurra (tra i detrattori dell’ex vice presidente dell’Antimafia) che alla fine in quota Lega potrebbe essere in lizza anche il Presidente di Confindustria, Francesco Somma, ma sono solo voci che non hanno trovato ad oggi alcuna conferma. E Forza Italia? Forza Italia è troppo animosa in questo momento, in cerca di una pace interiore che non c’è e che è minata da ansie difficili da dominare, e non serve certo andare in pellegrinaggio a Trevignano: qualche lacrima e qualche finto miracolo si trovano pure in Basilicata, tra gli annunci ufficiali. Staremo a vedere. Il mondo cattolico invece si muove, si sta muovendo molto, sembra irrequieto e per la prima volta esce dall’ombra e dal sacro silenzio delle sacrestie per manifestarsi pubblicamente tra la gente, quella in cerca di risposte che nessuno ad oggi gli ha dato: inusualmente in maniera esplicita esprime idee e programmi, e lascia pensare ad alcuni suoi uomini per poterle attuare in alternativa alla crisi decadentistica che la politica sta vivendo negli ultimi anni anche in Basilicata, da destra a sinistra. Ci si pone come alternativa costruttiva al nulla dei partiti, elemento salvifico per un popolo abbandonato a sé stesso. Sì, alcuni nomi da poter spendere per attuare quanto auspicato dai vescovi in Segni di Speranza circolano da tempo, in primis quello lanciato da noi dopo aver raccolto indiscrezioni, e che risponde ad Angelo Chiorazzo ( Leggi qua l’articolo in questione ), ma anche Lorenzo Bochicchio. E’ vero, lo stesso Chiorazzo ha dichiarato in una intervista esclusiva (sino ad oggi l’unica rilasciata) ad Angelomà (  leggi qua l’intervista a Chiorazzo) che non ha alcuna intenzione di candidarsi. Non si ha motivo di non credergli, ma una cosa è dichiarare di non candidarsi in prima persona, un’altra lavorare fattivamente in favore di un progetto in cui si crede, a prescindere da chi poi si troverà a tentare di renderlo realtà: questo impegno Chiorazzo non lo ha mai messo in discussione. Quindi cosa accadrà? L’impressione è che una parte numericamente importante del centrodestra, verosimilmente rappresentata da chi incarna i malumori creati dalla delusione per la mancata realizzazione di quanto promesso alla vigilia del voto del 2018 potrebbe ritrovarsi intorno al progetto del mondo cattolico, così come anche una buona parte del centrosinistra, soprattutto quello fuoriuscito dal PD, Marcello Pittella per primo. Insomma, non è da escludere che intorno al documento illustrato dal Crai possano radunarsi soggetti che contano e che potrebbero insidiare il predominio del centrodestra. Lo stesso non accade a sinistra. Il Partito Democratico è l’esempio lampante di un soggetto politico espressione di divisioni interne deleterie ai fini del raggiungimento di una proposta unitaria che al momento sembrerebbe più legata all’individuazione di un nome che ad una nuova (ma anche vecchia, purchè ci sia!) idea di governo per la Basilicata.

Maura Locantore

Maura Locantore

Sì, i nomi che sono circolati sono diversi, da Salvatore Margiotta allo stesso Vito De Filippo, da Carmine Vaccaro a Maura Locantore che rivendica una candidata donna da lungo tempo. E la novità, il nome nuovo che giunge come un’eco da Giudizio Universale di De Sica è proprio quello di una donna. Autorevole, importante, unificante e aggregante: Luciana Lamorgese. Embè, voglio vedere se di fronte a questo nome nel partito Democratico e nella sinistra qualcuno trova da ridire!

L’ex Ministro Luciana Lamorgese

Sì, potrebbe essere la soluzione dirimente, salvo verificare la fondatezza delle voci e sapere se davvero l’ex Ministro degli Interni sia stata contattata e, se sì, quale sia stata la sua risposta: accetterebbe, nel caso, il rischio di porsi alla testa di una formazione oggi tutt’altro che coesa? Di tentare un’operazione di unificazione molto complicata? A rischio della propria autorevolezza e di un prestigio acquisito sul campo in anni di sacrifici al servizio dello Stato? Di certo al momento c’è solo la voce, un pettegolezzo che potrebbe anche essere stato messo in giro ad arte da qualcuno che vuole sondare gli umori (dell’ex ministro e dell’elettorato di riferimento), ma resta una voce positiva per il futuro di un centrosinistra che si sta perdendo e non riesce a ritrovarsi, una possibile occasione, forse l’ultima, da cogliere. Resta comunque il fatto che l’attuale legge elettorale non prevede ballottaggio e vince chi prende un voto più degli altri: se il centrodestra, quale che siano i possibili disimpegni, si presenta unito e il centrosinistra (o quel che rimane del centrosinistra) viene spezzato in due dai vescovi e da Pittella, anche se una delle due parti dovesse prevalere nettamente sull’altra, avrà abbastanza consensi da superare anche di un solo voto il centrodestra?

 

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