Si torna all’antico come preannunciato ad Angelomà a febbraio. I monouso imposti dall’emergenza Covid. Qualche ritardo nei tempi è stato causato da imprevisti di natura tecnica. Parlano Giuseppe Spera, DG del San Carlo, e Laura Mongiello, responsabile della Serenissima

 

di Angelomauro Calza

Sì, è vero, un qualche ritardo rispetto ai primi giorni del mese di aprile c’è stato (rileggi qui l’annuncio), ma finalmente dall’Ospedale San Carlo e dalla ditta Serenissima fanno sapere che da lunedì 22 maggio all’Ospedale San Carlo i pasti torneranno ad essere serviti ai degenti nelle stoviglie in ceramica.

Un degente mangia il pasto servito nelle stoviglie monouso. I vantaggi: Gli imballaggi in plastica monouso sono ampiamente utilizzati nei servizi ospedalieri e per il cibo che viene consegnato agli anziani poiché garantiscono elevati livelli igienici e di sicurezza ma anche nelle scuole sia per igienicità che indisponibilità di spazi e strutture per il lavaggio di materiali riutilizzabili. I contenitori monouso in plastica sono utilizzati perchè garantiscono elevati standard di sicurezza e igiene, contribuendo a prevenire contaminazioni. Questo aspetto diventa cruciale in alcuni settori particolarmente sensibili come la ristorazione ospedaliera i cui pasti sono destinati ad una popolazione con difese immunitarie basse per la particolare condizione di salute. In alcuni reparti di degenza, come i reparti infettivi e la psichiatria, non è consentito, in base alle indicazioni delle direzioni sanitarie e alle norme di corretta prassi, usare materiale diverso da quello monouso. In aggiunta occorre sottolineare che, quotidianamente, vengono richiesti dai singoli reparti di degenza, ancora oggi, a tre anni dall’inizio della pandemia, pasti e vassoi monouso per i casi di Sars-Covid-2 che si verificano. E’ in questo contesto che si preferisce utilizzare piatti e posate monouso, richiesti anche con una nota dalla Direzione Sanitaria all’inizio della pandemia per controllare il rischio di diffusione del Coronavirus per degenti, operatori sanitari e operatori del comparto della ristorazione ospedaliera. All’inizio dell’emergenza, non pochi piatti di ceramica e vassoi in plastica sono stati trattati come rifiuti speciali con aggravio economico e elevato impatto ambientale. Il materiale monouso utilizzato inoltre consente di mantenere a caldo i pasti conformemente a quanto prescritto dalla normativa vigente, senza rischi per la salute del consumatore. Importante il fatto che quello della Ristorazione Collettiva è un settore inserito in una filiera controllata sia a monte (materie prime alimentari e non) che a valle, dove i rifiuti, soprattutto quelli da imballaggio, vengono canalizzati nei processi di smaltimento, recupero o riciclo previsti dalla legge. Bottiglie, piatti, posate e bicchieri di plastica, allo stesso modo, vengono raccolti separatamente ed immessi nel circuito della raccolta differenziata: i materiali di plastica, dopo il loro utilizzo, non sono a disposizione del singolo utente, con il rischio di dispersione incontrollata in ambiente. Questo aspetto è di notevole importanza ed aiuta a far pendere l’ago della bilancia, al momento, verso l’utilizzo del materiale a perdere; considerazione rafforzata dal fatto che si utilizzano bioplastiche (es. posate monouso) che riducono l’impatto ambientale con il solo svantaggio di avere prezzi elevati.

Il Direttore Generale, Giuseppe Spera, al telefono è esplicito: “non ci sono finalmente più ostacoli a ritornare al servizio così come avevo preannunciato nel mese di febbraio”. Direttore, gli diciamo, certo che i tempi non sono stati poi brevissimi, anche se alla fine l’importante è riuscire a mantenere le promesse come lei ha fatto. “Sì – dice il Direttore – è vero, ma l’operazione non era certo cosa semplice. Il 22 riprende la somministrazione in piatti di ceramica, ma c’è stato da fare i conti con alcuni imprevisti e problemi tecnici legati alle attrezzature necessarie per poter impiattare i pasti.

Così si presentava la frittata servita ai degenti prima della fine di febbraio (genuina e buona comunque, solo questione visiva)

Questo l’aspetto della frittata che viene servita da marzo.

Problema risolto, ma ha richiesto un po’ di tempo, così come qualche tempo in più abbiamo dovuto impiegarlo per le necessarie riunioni organizzative. Però mi pare che tutto sommato l’impegno sia stato mantenuto, a riprova soprattutto della volontà a risolvere la questione, a tutto favore dei degenti”. Sì, è vero: impegno mantenuto. E comunque dal giorno della nostra segnalazione sulla cattiva presentazione delle pietanze nei piatti è cambiato subito qualcosa, come potete constatare dalle foto in pagina: una frittata prima e dopo la segnalazione: non è cambiato granchè, sia chiaro, era tutto buono anche prima, ma anche l’occhio vuole la sua parte e così, eliminata la verdura dall’impasto, la frittata si presenta molto più gradevole.

Giuseppe Spera, Commissario AOR San Carlo

Giuseppe Spera, DG San Carlo

Anche in questo bisogna sottolineare l’impegno a venire incontro ai gusti visivi dei degenti. Ma quali sono stati gli altri problemi tecnici che hanno ritardato la ripresa del sevizio mensa in ceramica?

A darci qualche elemento in più è Laura Mongiello, responsabile della Serenissima per quel che riguarda la commessa all’Ospedale San Carlo: “Beh, per esempio il montaggio dei nuovi infissi della zona di confezionamento dei pasti. Per quel che riguarda le attrezzature, Mongiello chiarisce che hanno riscontrato problemi per quanto riguarda il nastro trasportatore: “non entrava nei locali, c’è stato bisogno di far intervenire una ditta specializzata. Il nastro era un blocco unico e ci è reso necessario tagliarlo per farlo entrare. Poi è stato riassemblato. Tutte cose che hanno richiesto tempo e che erano imprevedibili rispetto alle date che avevamo previsto per poter ripristinare il servizio”.

La responsabile della Serenissima per la commessa del San Carlo, Laura Mongiello

Da lunedì quindi, 22 maggio, giorno che a Chiaromonte è dedicato a Sant’Uopo, che faceva guarire gli ammalati di reumatismi, il servizio in Ospedale riprenderà. Sembra un segno venuto dal cielo. Ma non tutto è ancora definitivamente risolto: “le posate. Ora le posate utilizzate saranno ancora monouso, in bioplastica, in attesa di quelle in acciaio, ed abbiamo ancora richieste di stoviglie monouso da alcuni reparti, in alcuni casi perché si è ancora legati all’emergenza Covid, cosa che ha causato per decreto l’utilizzo della plastica invece che della ceramica. Ora in alcuni casi sono ancora richieste e necessarie le stoviglie monouso, come nel reparto di psichiatria, dove il servizio continuerà così come richiesto”. La Serenissima ha comunque provveduto anche a dotarsi di due lavastoviglie industriali, che sono state installate nei locali che dall’Ospedale ha messo a loro disposizione per poter espletare al meglio il servizio. Da lunedì, quindi, tutto ritornerà come prima dell’emergenza Covid. Il Direttore Generale, Giuseppe Spera, nel commentare positivamente l’esito della vicenda, ha tenuto a sottolineare come tra l’Ospedale e la Serenissima continueranno ad esserci incontri al fine di assicurare un servizio sempre efficiente e che tenda a soddisfare al meglio le esigenze e le richieste dei degenti.

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