Dal Palazzo del Governo la risposta definitiva sul perchè non si trovasse da nessuna parte il provvedimento che dichiarava il colore della Basilicata. Altro esempio di come il burocratese e la farraginosità di decreti, ordinanza et similia disorientino i cittadini e spesso anche gli addetti ai lavori
di Angelomauro Calza
Ritengo utile e forse anche giusto riparlare della vicenda delle modalità di attribuzione dei colori alle diverse regioni. Ieri ho scritto chiedendo lumi a chi in materia ne sa senz’altro più di me, su che fine avesse fatto l’ordinanza ministeriale che dichiarava la Basilicata Zona Arancione in quanto erano tre giorni che la cercavo in rete inutilmente. Tra i diversi contatti (tutta gente preparata, professionisti e specialisti della materia) con cui per tutta la giornata (iniziati però già la sera prima fino a tarda notte) ho interloquito anche con l’ex Presidente del Consiglio regionale, Franco Mollica, in qualità di funzionario della Prefettura di Potenza:mi sono rivolto a lui nel tentativo di ricevere una risposta che dirimesse una volta per tutte il dubbio. (leggi qui il primo articolo e qui la risposta chiarificatrice)
Ho scoperto così che la Prefettura già dal giorno prima si stava occupando della cosa a seguito di un’altra segnalazione. Il mio articolo è quindi stato un ulteriore stimolo ad approfondire, cosa che è puntualmente avvenuta: l’intermediazione di Franco Mollica tra angeloma.it e la dottoressa Palumbo della Prefettura è stata preziosa, e quindi ringraziamo entrambi per il ruolo svolto in una questione che va ben al di là della semplice curiosità soddisfatta. E’ servita a dimostrare una volta di più quanto lontano sia il “burocratese” dalla gente, dal cittadino comune che spesso si trova costretto a rivolgersi a chi possiede titoli di studio e riveste ruoli di eccellenza nella gerarchia della Pubblica Amministrazione, distogliendoli magari dalle loro attività, per trovare risposte che una scrittura dei provvedimenti meno complicata e complessa potrebbe sicuramente evitare.
Allora, dico io, cosa Le costa Presidente Draghi se in uno con gli atti e i provvedimenti che riguardano intere popolazioni di 20 regioni, rende pubblico anche uno specchietto in cui le cose si possano leggere agevolmente perché scritte in maniera semplice? O i suoi scritti sono destinati solo agli addetti ai lavori che spesso pure riscontrano difficoltà nel comprendere tutti i rimandi a precedenti leggi, decreti, comma, decine di “Visto” e “Considerato” e “Ritenuto”? Magari (solo un esempio, non l’unica situazione, estendibile a tanti altri casi) un piccolo elenco, come si faceva con i “Buoni e Cattivi” alle elementari di una volta: Regioni Zona Rossa perchè, Regioni Zona Arancio perchè, Regioni Zona Gialla perchè e Regioni Zona Bianca perchè e sotto a ciascuna intestazioni il nome delle Regioni di riferimento? Ovviamente con indicato solo “il perchè”, senza rimandi, commi, visto e ritenuto? O forse dobbiamo pensare che al pari di Einstein che non è mai riuscito a prendere la patente, a Palazzo Chigi abbiamo funzionari talmente preparati e specializzati che non riescono a preparare uno specchietto di mezza pagina perché troppo semplice?