di Raimondo Faraone Mennella
Oggi raccontiamo un’altra realtà del materano cantine Taverna della famiglia Lunati di Nova Siri.
Dopo tre generazioni il timone passa a Pasquale Lunati, azienda con 250 Ha e tre ordinamenti produttivi, zootecnico, ortofrutticolo e vitivinicolo che occupa circa il 10 % della superficie.
Pasquale è un imprenditore di nuova generazione, 3.0 potremmo dire, addirittura mette in discussione l’appartenenza alla Doc Matera. Sono infatti solo due i vini che si fregiano della denominazione di origine. Nel 1987 parte una sperimentazione con l’istituto di Enologia di Conegliano Veneto, sperimentando l’adattamento al territorio dei vitigni internazionali, Syrah, Merlot e Cabernet Sauvignon, che poco dopo entrano a far parte delle uve destinate all’IGP lucane, ai vitigni internazionali si affiancano Primitivo e Greco che invece rientrano delle DOP Lucane.
In cantina si avvale della preziosissima collaborazione dell’enologo Patrizio Clori, sotto la consulenza di Emiliano Falsini, quest’ultimo è un nome non da poco, magari non conosciuto dai più ma sicuramente noto agli addetti ai lavori.
Il team cosi composto ha fatto crescere qualitativamente i vini di Taverna , una realtà ormai consolidata nel Materano con vini di elevata fattura.
Abbiamo bevuto Il Lagarino 2014, un blend tra cabernet Sauvignon e Syrah, insolito visto che si tratta di un taglio più proprio della valle del Rodano, ma in Basilicata ha un suo perché.
La fascia di prezzo allo scaffale oscilla tra i 12 e i 20 euro
Le uve di Syrah sono portate in cantina con leggero appassimento, in modo da domare la bella acidità del Cabernet Sauvignon,24 mesi di barriques di secondo passaggio e sei mesi di affinamento in bottiglia completano il quadro di questo vino che insolitamente mi ha stupito.
All’esame visivo, si presenta con un bel colore violaceo tendente al rubino, sembra quasi
che la sosta in legno di 24 mesi abbia contributo più alla complessità totale del vino che alla lenta nota ossidative del colore , le aspettative che ci si crea dal colore sono molto alte.
All’esame olfattivo si scatena la isobutil-metossipirazina , per intenderci, le classiche note di peperone verde, queste si alternano a quella di foglia di pomodoro, passando per note balsamiche di menta, tracce di tostatura sul finale, appena lasciato il Cabernet , avanza ovviamente la parte dello Syrah con i suoi aromi di frutta a bacca nera, come mora, prugna, ribes, amarena oltre al suo tipico sentore di pepe nero.
All’esame gustativo vengono riconfermate tutte le note riscontrate al naso, con una alternanza Cabernet- Syrah man mano che il vino sosta nel bicchiere, caldo, corpo e struttura ne fanno un vino austero, acidità e morbidezza sono saggiamente equilibrate, un vino che non si stanca di essere bevuto, appaiono note di fumè e catrame o come dicono i francesi goudron in chiusura finale.
Un vino che mi ha stupito, in quanto non pensavo che potessero uscire da una zona calda come la costa Jonica vini di questo spessore e questa freschezza.
Il vino è stato abbinato a Peperoni Cruschi fritti a contorno di una tagliata di vitello.
La scheda tecnica recita cosi:
Il Lagarino
Basilicata Rosso IGP
Dalla selezione di uve Cabernet Sauvignon e Syrah raccolte dopo un leggero appassimento, otteniamo un vino dal colore rosso rubino intenso, etereo, di gran corpo e con note di frutta matura e spezie; dal sapore netto e persistente.
Vino affinato in botti di rovere francese di secondo passaggio per 24 mesi.
Ulteriore affinamento in bottiglia per almeno 6 mesi.
E’ consigliabile decantare il vino in anticipo.
Servire ad una temperatura di 16-18 °C.
Abbinamenti: carni arrosto, formaggi stagionati, piatti dai sapori mediterranei intensi e cioccolato fondente.
Vitigni: Cabernet Sauvignon 60% – Syrah 40%
Forme di allevamento: tendone , guyot
Alcool: 14,5%