“Grossi orecchini alla turca, sul petto una mezza bacheca di orefice, cioè: collane, stelle, spingole, (spille) ed altri oggetti d’oro”: scrive Raffaele Riviello, in “Ricordi e note su costumanze, vita e pregiudizi del popolo potentino” in riferimento ai gioielli delle nobildonne potentine ai tempi del Conte Guevara.
In attesa della “Sfilata dei Turchi” 2018 con tante donne figuranti ingioiellate, due artigiani orafi di Potenza Renato Iacuzio e Carmelo Romeo stanno lavorando per ri-creare una collezione di monili dell’epoca di Guevara, che è stata battezzata “linea Guevara”. I due orafi sono impegnati in ricerche storiche per approfondire i gioielli dell’epoca da riprodurre fedelmente con qualche rivisitazione come nella migliore tradizione dell’oreficeria artistica. Punto di riferimento (anche per la scelta dei colori) inoltre è lo stemma dell’antica famiglia Guevara o de Guevara. La ricerca sarà estesa anche ai monili diffusi tra le popolane. A conferma, Francesco Alziator nota che predominava la tendenza a sovraccaricare il costume di gala di oreficeria e dice che «spille, orecchini, anelli e collane d’oro, filigrana e corallo, invadono ogni spazio libero quasi per una sorta di horror vacui barocco o per mettere in mostra la consistenza economica”. La filigrana era ottenuta con un’antichissima tecnica di lavorazione dell’oro o dell’argento e consisteva nel ridurre il metallo prezioso in due o più fili sottili che ritorti erano saldati su un supporto (tecnica detta di filigrana a notte) o inseriti entro un’intelaiatura in lamina (detta filigrana a giorno), sì da creare motivi vari. La tecnica di lavorazione dei materiali “poveri” frutto di abile manualità di esperti artigiani non aveva nulla da invidiare a quella degli orafi di corte. Inoltre, proseguendo la ricerca sui monili delle donne potentine, durante tutto l’arco dell’Ottocento sono molto diffusi, sia in ambito borghese che popolare e della più varia tipologia: pendenti ornati con fiori e foglie, pendenti con due cuori uniti da una mezzaluna; pendenti formati da un corpo circolare su cui era incastonata una pietra colorata, un piccolo cammeo centrale o gemme arricchite da foglie d’oro. Anche le spille, che si appuntavano al nastro di velluto da legare al collo, avevano un gancio per essere indossate a ciondolo. L’orecchino era un amuleto magico terapeutico.
Renato e Carmelo, orafi a Potenza con un marchio proprio (Phos) dal 2012, portano esperienze diverse ma complementari (l’uno come orafo di esperienza ventennale, l’altro come designer nell’ambito del vetro artistico, degli accessori e della moda). Le differenti collezioni proposte per le festività rispondono ai diversi target di mercato. Dalla collezione Fashion (Perle, Camei, Diamanti, Zaffiri, Smeraldi, Corindone, Oro), a Collezioni di tendenza dalle materie prime e style più richieste “Collezioni”, alle pietre preziose di alta gioielleria, fedi nuziali, Parure di Diamanti e gioielli preziosi. Un brand che si distingue come una ventata di novità e freschezza nell’ambito di un settore sempre più esigente ed alla ricerca di nuova linfa creativa. Gli artigiani orafi si avvalgono della collaborazione di nuovi designer e artigiani, per offrire sempre alla clientela una vasta scelta di gioielli unici e mai ripetibili, la continua ricerca e l’innovazione nel settore del gioiello fashion rivolto alla tradizione ,all’artigianalità del prodotto made in italy. «La filiera orafa made in Italy è straordinaria – dice Renato Iacuzio -e bisogna valorizzarla rivedendo alcuni processi creativi, costruendo reti di vendita che rispondano alle esigenze dei consumatori in trasformazione». La nostra filosofia: “Le pietre preziose e semipreziose hanno un ruolo predominante , attorno alle quali prendono vita le nostre creazioni. Colorate, iridescenti, cabochon, briolè, le pietre danno sempre luce e calore ai nostri gioielli ,emozioni da portare sempre con se. L’imperativo è il buongusto e l’originalità oltre che la qualità. E adesso – conclude l’artigiano orafo – il richiamo alla tradizione storica e ai costumi con la “linea Guevara”.