Da qualche giorno, nell’approssimarsi della ricorrenza, non si fa che parlare e scrivere dell’impresa. Dopo mezzo secolo, però, non si vedono ancora conseguenze concrete di quella che fu propagandata come una conquista destinata a mutare il corso della storia.
di Angelomauro Calza
Il 1969 in questi giorni è di moda per la ricorrenza del cinquantenario del primo sbarco sulla Luna.
E’ giusto celebrarla st’impresa, ma senza riempirla oltremodo di significati. Celebriamola così, come una qualunque altra impresa: come quella di Reinold Messner che ha scalato per primo l’Everest senza l’ausilio di bombole di ossigeno, o come l giro del mondo in solitaria di Giovanni Soldini o come quella di Ambrogio Fogar quando ha conquistato a piedi il Polo Nord col suo fido Armaduk. Del resto, ammesso che l’allunaggio sia avvenuto davvero, cosa in cui io ho fede, a chi, a cosa è servito di diverso l’andare sulla Luna? Dopo 50 anni cosa è rimasto all’atto pratico? Quali e quanti benefici ne ha tratti l’umanità? Quali mutamenti del corso della storia ha causato? Oggi la gente viene invitata a ricordare lo sbarco sulla Luna, ma quel che interessa davvero è riuscire a sbarcare il lunario! Alla fin fine, giusto per restare in Italia, pare proprio che la commemorazione dell’avvenimento sia a beneficio solo di giornali e tv per riempire spazi di informazione e venderne altri che costano molto cari agli inserzionisti pubblicitari e a pochi nostalgici delle belle trasmissioni che la Rai offriva mezzo secolo fa. Oggi tutti si ricordano dello sbarco sulla Luna, ma in pochi ricordano, per esempio e per restare alla televisione, che mentre oggi in Italia ancora parliamo della serie-cult di Star Trek come di una cosa attuale, proprio in quell’anno, cinquant’anni fa, la BBC negli USA ne trasmetteva già l’ultima puntata.
E mentre sulla Rai trasmettono oggi la rubrica “Easy Rider”, ecco che ci sovviene che il film da cui è tratto il titolo esce nei cinema proprio in quello stesso anno, il 1969: pochi giorni prima dell’allunaggio un road movie fa storia, tanto da essere inserito trent’anni dopo nella lista del National Film Registry come opera da preservare. Però 6 giorni dopo l’uscita del film l’uomo sbarca sulla Luna! “Ha toccato” annuncia emozionatissimo ai telespettatori italiani Tito Stagno: alle 22,17 italiane l’Apollo 11 si è posato sul suolo lunare!!! (Ma era davvero la Luna? Boh? Ciascuno valuti in libertà).
Ma il 1969 è anche l’anno della tre-giorni di musica rock, di marjuana, di figli dei fiori e di fiori nei cannoni, di voglia e richiesta di “peace” e di cultura hippie che trovano sintesi nel concerto organizzato a Woodstock da Lang, Roberts, Rosenman e Kornfeld: gli Who, Joe Cocker, Carlos Santana e Jimi Hendrix resero ancor più indimenticabile l’evento. Fu l’anno in cui milioni di americani sfilarono in corteo contemporaneamente in molte città degli Stati Uniti nel Moratorium day per chiedere di porre fine alla sanguinosa guerra in Vietnam: la prima, grande, possente e coinvolgente manifestazione pacifista del mondo, madre di tutte le altre a seguire negli anni e nei luoghi. E noi, che oggi viviamo di collegamenti in rete, di realtà virtuali, che non sappiamo fare a meno di Internet, non possiamo non ricordare che proprio in quello stesso anno, il 29 di ottobre, un giovanissimo studente americano, Charley Kline effettuò il primo collegamento remoto tra due computer, uno in funzione presso l’università della California e l’altro presso lo Stanford Research Institute. In Italia invece nel 1969 iniziano quelli che sono poi passati alla storia come gli “anni di piombo”, con la guerriglia che si scatenò a Milano alla manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil il 19 novembre, per protestare contro il caro-affitti.
Fu in quella occasione che perde la vita, colpito, un agente, Antonio Annarumma: fu lui la prima di tante altre vittime che caratterizzarono le proteste degli anni a seguire, che sfociarono poi con episodi di violenza e di terrorismo. Ma a noi dicono di interessarci (perché per qualcuno interessato è più interessante farcene interessare) alla Luna, all’allunaggio e agli astronauti giunti sul nostro satellite a bordo del LEM.
Però già a dicembre di quell’anno, in occasione della strage di Piazza Fontana, almeno in Italia, di Armstrong, Aldrin e Collins non interessava già più a nessuno, e da tempo: del resto che ce ne fotteva? Che benefici ce ne venivano? Con tutti i problemi del momento, figurarsi! I morti della Banca Nazionale dell’Agricoltura (fortunatamente!) erano di gran lunga questione e argomento ben più importante di una impronta sul suolo lunare. Eppure, nel corso dei mesi precedenti, come era anche giusto vista la calma apparente del periodo, fece notizia per prima l’astronave sovietica Soyuz 4 che il 16 gennaio si agganciò alla Soyuz 5: entrambe avevano uomini a bordo, e per la prima volta nella storia si scambiarono di posto nello spazio, passando da una astronave all’altra. Tre giorni dopo, il 19 gennaio, l’annuncio della Nasa dei nomi degli astronauti che sarebbero invece partiti per la Luna: quanta attesa suscitò, e quante speranze riuscirono a far riporre al mondo intero in quel viaggio! Poi, Il 3 marzo, l’annuncio del volo di collaudo del LEM, il veicolo che sarebbe stato utilizzato per lo sbarco sulla Luna e il lancio dell’Apollo IX dalla base di Cape Kennedy in Florida. La missione si conclude 10 giorni dopo con l’ammaraggio della navicella: il 7 marzo era stata compiuta e conclusa positivamente la manovra di sgancio e di aggancio del LEM.
La Nasa annuncia quindi che la missione sulla Luna sarebbe avvenuta a distanza di qualche settimana, verosimilmente in estate, e comunque dopo un ulteriore test. Parte infatti da Houston il 18 maggio l’Apollo X per effettuarlo in orbita: il 22 maggio il LEM si stacca dall’Apollo X e viaggia nello spazio fino a 15 chilometri dalla Luna. Il 26 maggio il test si conclude positivamente con l’ammaraggio della navicella spaziale nell’Oceano Pacifico. Questa la genesi del lancio dell’Apollo XI, mercoledì 16 luglio 1969, con a bordo gli astronauti Neil Armstrong, Michael Collins ed Edwin Aldrin. Domenica 20 luglio Tito Stagno commenta in diretta dagli studi della Rai lo sbarco sulla Luna, in collegamento con Ruggero Orlando da Houston quando dopo oltre 400.000 chilometri di viaggio il LEM si posa sul Mare della Tranquillità, il mare della Luna in una diretta tutt’altro che tranquilla:“Ha toccato!” annunciò; “No!non ha toccato!” ribattè Ruggero Orlando ruggendo e urlando da Houston, stizzito per non essere stato lui il primo: sono le 4.17.40 di pomeriggio negli USA e l’allora presidente Nixon si complimenta via radio con Neil Armstrong, il primo essere umano a calpestare il suolo lunare (o la sòla lunare?). Il Papa Paolo VI segue l’avvenimento in tivvù e davanti alle telecamere americane impartisce la sua benedizione: «Gloria a Dio e onore a voi, uomini artefici della grande impresa spaziale. Onore, salute e benedizione» e va a dormire, ordinando di farsi svegliare in tempo per assistere alla prima passeggiata degli astronauti che prima di ripartire piantano sul suolo lunare una bandiera americana e lasciano una targa con su scritto «Siamo venuti in pace a nome di tutta l’umanità» (che poi… come facevano a sapere che seleniti ed extraterrestri avrebbero capito quello che leggevano? Conoscevano l’americano? Dove lo avevano imparato? Chi glielo aveva insegnato? Mah…). Il 24 luglio l’Apollo XI conclude il suo viaggio ammarando nell’Oceano Pacifico. Dopo un periodo di quarantena il 13 agosto Neil Armstrong, Michael Collins, ed Edwin Aldrin sfilano in trionfo per le strade di New York mentre in Italia… dodici sub iniziano ad abitare per un mese a 12 metri di profondità nel Lago di Cavazzo, nel Friuli, per testare le abitazioni subacquee per le ricerche petrolifere. L’impresa è soprannominata Operazione Atlantide.
E il 1969 è anche l’anno dello Zecchino d’Oro, che con “Volevo un gatto nero” (profetico?) batte il Festival di Sanremo per popolarità e numero di brani presentati. Ad agosto invece scandalo a luci rosse nel mondo della musica leggera: L’Osservatore Romano pubblica la traduzione italiana della canzone interpretata da Serge Gainsbourg e Jane Birkin, Je t’aime, moi non plus dopo che la Rai l’aveva già esclusa dal programma radiofonico Hit Parade in quanto ritenuta oscena: il successivo 28 agosto il brano viene sequestrato.
Nel mondo dello sport invece ancora Sanremo, perché a vincere la classicissima di ciclismo che parte da Milano e si conclude nella Città dei fiori è per la terza volta Eddy Merchx, che qualche settimana dopo viene cacciato dal Giro d’Italia perché positivo ad un controllo antidoping.
E sempre nello stesso anno Fellini sbanca Venezia con il suo Satyricon, presentato fuori concorso alla trentesima Mostra, e diventa nei fatti il vero vincitore di quella edizione passata alla storia per le contestazioni sull’affidamento della Direzione culturale della manifestazione e anche perché arrivarono i primi videoregistratori, che a molti apparvero come gli antagonisti delle sale cinematografiche, tanto che il critico Ghirotti arrivò a lanciare l’allarme: “addio platee, addio schermi panoramici. E addio Festival, naturalmente. Si chiedeva una Mostra senza leoni, senza poliziotti, senza abiti da sera. L’abbiamo avuta, e il bilancio è una delusione dopo l’altra”. Intanto oggi abbiamo salutato pure le videocassette, le sale cinematografiche ancora ci sono e La Mostra di Venezia gode di ottima salute. Il cadavere del dodicenne Ermanno Lavorini viene ritrovato a Marina di Vecchiano vicino Viareggio: a seguito delle accuse di tre ragazzi si scatena una campagna contro gli omosessuali. Il Milan vince la sua prima Coppa Intercontinentale, la Fiat acquista la Lancia, e il 14 novembre in mezzo a una bufera parte da Cape Kennedy l’Apollo 12: protagonisti della seconda “missione Luna” gli astronauti Charles Conrad, Richard Gordon e Allan Bean. La capsula lunare si chiama “Yankee Clipper”, il LEM “Intrepid”. Il 19 novembre, dopo un “allunaggio” definito «sulla punta di uno spillo» per la precisione con cui è stato raggiunto l’obiettivo, l’uomo mette nuovamente piede sulla Luna: Charles Conrad è seguito dopo 31 minuti da Allan Bean. Il 24 novembre l’impresa si conclude felicemente. Ecco: dello sbarco sulla Luna si parla oggi, celebrazione dell’effimero, dopo 50 anni, mentre tutto il resto, quei singoli episodi di quell’anno, sono sopravvissuti per 18.250 giorni ininterrotti diventando argomento che hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare il nostro vivere ripetendosi, rigenerandosi e attualizzandosi: sono ormai quotidianità che non merita titoli di apertura.