Successo per la prima di “Click e slurp” scritto e interpretato da Mario Ierace per la regia di Pio Baldinetti. L’apoteosi con la satira politica che ha avuto come bersagli Gerardo Bellettieri e Vito Bardi:” Vi prometto che nessun turco salirà più il Basento”!
di Angelomauro Calza
“Impediremo gli sbarchi degli immigrati clandestini a Metaponto! E Pure a Nove Siri e pure a Ginosa! Nemmeno un turco oserà più risalire il Basento fino a Potenza nel giorno di San Gennaro… pardon… di San Gerardo”!
E’ l’apoteosi della performance di Mario Ierace vestito da militare che interpreta il neo Governatore lucano, Vito Bardi. Satira politica gradevole, mai stucchevole, sana e non volgare. Come la descrizione della genesi di Gerardo Bellettieri, ex assessore comunale, ossessionato sin da bambino, da quando andava a Senigallia, da quella “rotonda sul mare” cantata da Fred Bongusto. Dopotutto, Bellettieri nato ad Anzi, ma poteva nascere benissimo a Rotondella”. A Rotondella, non a Rotonda, che poi sennò… Inutile dilungarsi per trovare gli elementi e le parole adatte per descrivere il “Click e slurp” di Mario Ierace, ancora in scena fino a lunedì al Piccolo Principe di Potenza: è solo da vedere e gustare.
Il lavoro di base è lo stesso di qualche anno fa, rivisitato e arricchito dallo stesso autore, con la oculata e dosata regia di Pio Baldinetti, con Nicola Santagata direttore di palco, aiuto regista Alessandra Bellini. E poi, sul palco, a fare da discretissima assistente al protagonista, una radiosa Grazia De Grazia che a fine spettacolo ha offerto agli spettatori un pezzetto di torta al cioccolato preparata dallo stesso Mario Ierace durante lo spettacolo (?). Inizia con due classici, il monologo dell’Amleto e l’elogio funebre di Antonio a Cesare, e a un certo punto… “Sacc’ fa?” esclama Mario, che voleva solo dimostrare di saper recitare anche i grandi classici.
Poi scende tra il pubblico, chiede ad una giovane signora di seguirlo in scena. La prende per mano e sale sulla scaletta che sale sul palco. Appena su si gira e le dice: “ma dove va? Veramente pensava che la facessi salire con me sul palco? Dopo tanti anni che desidero avere un palco tutto per me, solo per me faccio salire un’altra persona? Torni al suo posto!” E si entra nel vivo, con gli aneddoti della sua gioventù, i suoi primi passi nel mondo della fotografia, tra il maresciallo che bruciò il rullino perché ad ogni foto apriva la macchina per vedere se la pellicola “camminava”, fino alla signora che non sapendo caricare il rullino nella macchina gli chiedeva se, “casomai il marito non fosse in grado di metterlo, poteva metterlo lui”.
E così tra racconti di situazioni matrimoniali con la sposa che non si era depilata e il prete che fece tardi alla cerimonia, un marito maschilista sin da subito dopo il “sì” e uno zio che pretende “che si mangia la zita” da un Deejay cui era stato ordinato di non mettere musica cuscia, si arriva alla “Lili Marlen” cantata da Ierace-Marlene Dietrich per arrivare al momento clou della satira politica di cui nell’incipit. Poi si trasforma, diventa pasticcere, per ritornare ad essere poi il fotografo di un matrimonio dove nessuno si reca in casa dello sposo il giorno delle nozze, con la madre che bestemmia per i soldi spesi a preparare un ricco buffet.
Metafore, verità, racconti forse veri, forse no, esagerati quanto basta per rendere piacevolissimo l’ascolto e catturare l’attenzione. Situazioni paradossali che però lo spettatore si rende conto di a ver vissuto davvero almeno una volta nella vita. Insomma, il Click ci sta visto il gran numero di foto scattate dal pubblico, lo slurp ancora di più: un’ora e mezza-quasi due di sano divertimento regalato da un grande attore che di nome