Timmagniifav’!? “ te le mangi le fave!? Era un modo di apostrofare la persona credulona, che stava ad ascoltare le storie più strane e inverosimili, che ascoltando le allungavano e le arricchivano con altre storie.
E chi raccontava le storie, invece del chewingum, si riempiva la bocca di fave, per darsi un tono e soprattutto per raccontare le storie masticando, parlare con parole spezzate non facilmente interpretabili, quindi mezze verità e mezze bugie che l’ascoltatore credulone con bocca semiaperta e occhi sbarrati cercava di carpire. Quindi chiedere ad una persona se “timmagniifav!?”rientrava nei significati simbolici che da sempre l’uomo lega al prodotto e che potremmo definire antropologia alimentare, fino a farci riflettere su quelli che sono stati e ancora sono, i complessi significati che legano l’uomo al cibo e alla sua preparazione. Riprendere il significato degli alimenti per tentare una ricucitura con il passato ma soprattutto per riflettere sui valori e i simbolismi che si stanno perdendo. Nell’antichità le fave, venivano infatti associate come tutti i legumi, al mondo dei morti e alle pratiche esoteriche. L’involucro che racchiude il frutto suggeriva il concetto della complementarietà tra la vita esterna, il baccello, e la vita interna, il frutto. Frutto che prende lo stesso colore del baccello , quindi che si nutre e compie il complesso processo di fotosintesi e di crescita dall’interno, cosi come, d’altronde, fa l’essere umano nel ventre della donna.
Infatti nell’antica penisola ellenica si riteneva che la dea Cerere avesse donato a una città dell’Arcadia i semi di tutti i legumi tranne quelli delle fave, cui erano legate varie superstizioni tra cui quella che riteneva per esempio che dentro ai semi si celassero le anime dei defunti. Approfittando di questo tabù, il grande Pitagora nelle proprie scuole di Metaponto e Crotone ,dove era ed è diffuso il favismo fece estirpare le fave dal terreno circostante.
Il favismo è una particolare patologia di origine genetica che può avere conseguenze anche gravi e che colpisce in particolare le popolazioni mediterranee. E’ una sindrome emolitica nei globuli rossi, di un particolare enzima che si manifesta dopo ingestione da fava.
… ed ora le ricette
Puntine di maiale con fave
Ingredienti:
500 gr di fave fresche sgranate
50 gr di lardo
1 mazzetto di menta
1 cipolla
un cucchiaio di olio
1 peperoncino secco intero rosso
300 gr di costine di maiale
Procedimento:
Preparare un battuto di lardo con la menta.
In una padella soffriggere la cipolla tagliata sottile, quindi aggiungere le costine e le fave sgranate e far insaporire, aggiungere il peperone macinato e l’acqua fino a cottura delle fave. Passare in un mixer il liquido ottenuto dalla cottura, se troppo denso aggiungere un cucchiaio d’acqua, aggiustare di sale , disporlo nel piatto.
Staccare la carne cotta dall’osso, tagliarla a julienne e aggiungerla alla crema di fave, guarnire con peperoncino rosso secco intero mettendolo di traverso sulla crema con la carne. Condire con un filo d’olioPiatto di antica cucina contadina, originariamente le costine erano conservate sotto sugna, fritte e accompagnate dalle favette cucinate interamente..